Valeria Cavalli racconta Perfetta? Quasi perfetta
In scena a Milano uno spettacolo di Valeria Cavalli che parla di disturbi alimentari
Perfetta? Quasi perfetta è lo spettacolo che parla di disturbi alimentari, scritto da Valeria Cavalli, vede Claudia Veronesi in scena e Claudio Intropido alla regia e andrà in scena al MTM Teatro Leonardo di Milano, dal 16 al 17 dicembre 2022. È uno spettacolo che affronta una delle piaghe della nostra società, che colpisce, in particolare, i giovani, sempre più influenzati dagli stereotipi e canoni imposti dai social, dalla moda, dalla tv. Sono tanti i giovani che non si ritrovano ad amare il proprio corpo, come Alice, la protagonista dello spettacolo che cerca di modificare il proprio aspetto per adattarsi alle regole dei social.
Ne ho parlato insieme a Valeria Cavalli autrice del testo, a cui do il benvenuto sulle pagine di CulturSocialArt.
Perfetta? Quasi perfetta è uno spettacolo che ha quadi venti anni, anche se è diverso dall’originale, come ha affermato lei. Com’è nata l’idea di portare in scena i disturbi alimentari?
Durante il periodo dell’emergenza sanitaria siamo stati tutti obbligati a vivere fra le quattro mura e questo ha creato una serie di disagi alle persone e soprattutto agli adolescenti. Durante il lockdown si stima che i disturbi alimentari siano aumentati del 40% e a farne le spese sono stati soprattutto i ragazzi.
Lo spettacolo è il frutto di ricerche e studio, cosa l’ha colpita durante questo lavoro?
Le ricerche da me fatte hanno evidenziato un rapporto completamente sbagliato con il cibo che per molti diventa la valvola di sfogo di molte frustrazioni prima fra tutte il senso di inadeguatezza e tale disagio viene messo a tacere con grandi abbuffate o con condotte restrittive.
Com’è stato accolto lo spettacolo vent’anni fa al debutto?
Ha avuto un grandissimo successo. E aggiungo purtroppo perché il problema dei disturbi alimentari spesso passa sotto silenzio ma è un’urgenza che diventa sempre più pericolosa.
Sono passati molto anni, come si è trasformato oggi lo spettacolo?
Vent’anni fa il mondo era molto diverso soprattutto perché non esistevano i social che oggi vengono usati in maniera indiscriminata. L’immagine è diventata importante, anzi direi che è diventata un valore! Se non ti uniformi a quelli che sono i diktat imposti dai vari influencer, fai fatica a integrarti e per un adolescente essere accettato dai pari è fondamentale.
E come siete cambiati voi?
Sicuramente negli anni la società si trasforma e noi con lei però c’è da dire che il periodo che abbiamo vissuto a causa del Covid ha stravolto molte dinamiche, creato dei vuoti e tante incertezze. Anche il mondo degli adulti è diventato più fragile.
Col passare degli anni si parla sempre più di disturbo alimentare? Nella società c’è più consapevolezza? E come si evince ciò?
Il disturbo alimentare in realtà viene sempre minimizzato o taciuto. Inoltre da qualche anno c’è un esubero di programmi televisivi sulla cucina, gli chef sono diventati delle star e nei nostri supermercati c’è un esubero incontrollato di cibo, soprattutto di cibo spazzatura. I nostri frigoriferi traboccano e non mi sembra che si stia facendo una ragionata educazione alimentare.
Le problematiche che colpiscono i giovani sono molte, una in particolare è l’apparenza. Sappiamo anche che i giovani sono i più deboli e influenzabili nel cadere in questi vortici. Cosa possiamo fare noi, semplici persone, per aiutarli?
Non è mai facile aiutare gli adolescenti anche perché, di solito, il loro atteggiamento è quello di rifiuto. Sicuramente il dialogo è la miglior ricetta affinché adulti e ragazzi possano cercare un terreno di incontro comune.
La protagonista dello spettacolo è Alice, una ragazza che vuole adeguarsi alle politiche dei social, ma in realtà chi è Alice?
Alice è un’adolescente che soffre perché un po’ sovrappeso, soffre dei continui paragoni con la perfetta cugina Roberta e non trova complicità in famiglia. Non stiamo però parlando di genitori “cattivi” ma semplicemente distratti, come lo siamo un po’ tutti, sempre presi da mille cose, mille impegni. Alice mostra tutta la sua tenera fragilità e cerca in internet un supporto per affrontare la vita.
Cosa ferisce particolarmente la protagonista?
Il tradimento della sua migliore amica è l’evento che scatena il suo progetto anoressico, Alice vuole assomigliare a tutte le ragazze che luccicano su Instagram, su TikTok, vuole anche lei i like ed entrare nei jeans taglia XXS costi quel che costi.
Interpretare una persona con disturbi alimentari è complicato, come si è preparata l’attrice che la interpreta?
Io ho scritto lo spettacolo, sia quello di venti anni fa sia quello attuale. Il passato “Quasi Perfetta” è stato per anni interpretato dalla bravissima Giulia Bacchetta mentre nell’edizione attuale abbiamo in scena una giovane e talentuosa attrice, Claudia Veronesi. Posso dire che quando si crea e si interpreta uno spettacolo si entra in un mondo, si va a fondo studiando l’argomento per conoscerne i dettagli ma poi, come sempre succede, una volta finito lo spettacolo compito dell’attore è lasciare il personaggio in camerino e non portarselo dietro nella vita quotidiana.
Cosa l’ha colpita del suo personaggio?
Avendo scritto io il testo, ciò che voglio dare allo spettatore è la sensazione di conoscere Alice o meglio di riconoscere in Alice qualcuno che ha incrociato nella sua vita almeno una volta.
Si è ispirata a qualcuno o a eventi che ha conosciuto?
Lo spettacolo non è una storia vera ma si ispira a tante storie che ho ascoltato e che ho raccolto.
Cosa le lascia o ha lasciato il suo personaggio?
Alice è una mia creatura e quindi le voglio bene. Sono certa che anche Claudia Veronesi sia affezionata a questo personaggio delicato e forte al tempo stesso.
A livello registico come avete presentato il tutto?
La regia è di Claudio Intropido che ha voluto ridurre al minimo oggetti e scene, il centro di tutto è lei Alice, le sue parole, la sua storia.
In tutti questi anni quali sono stati i commenti che ha ricevuto e che le sono rimasti nel cuore?
Tanti sono stati gli applausi e tante anche le lacrime, come quelle di un padre che ha perso una figlia anoressica e che ci ha raccontato la sua storia. Tantissime le domande dei ragazzi su come fare ad aiutare un amico con disturbi alimentari e tanti ringraziamenti da parte dei genitori.
Con quale sentimento andate in scena?
È più un desiderio che un sentimento: quello di stimolare il pubblico ad aprirsi, a non isolarsi ma a cercare negli altri un aiuto.
C’è possibilità di un radicale cambiamento?
Non credo. Ma è possibile correggere certi atteggiamenti che ci stanno disumanizzando, è possibile accogliere i problemi e cercare una risposta congrua, è possibile non farsi fagocitare da questo mondo virtuale. E questo non vale solo per i disturbi alimentari.
Grazie per essere stati con noi.
Gli articoli pubblicati sul Blog sono scritti dai Soci dell’Associazione in maniera volontaria e non retribuita. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright CulturSocialArt