1945, un film che racconta una storia di Olocausto
1945, distribuito da Mariposa Cinematografica e barz and hippo e uscito nelle sale il 3 maggio 2018.
Il film riporta alla memoria una storia post conflitto della seconda guerra mondiale, una di quelle che, con dovizia di particolari, stanno ricevendo maggiori attenzione anche dalla storia, quella ufficiale.
È un giorno caldo del 1945, in un paese ungherese, che si sta preparando al matrimonio del figlio del notaio e dove persistono anche le forze russe di occupazione, arrivano alla stazione ferroviaria un uomo e un giovane che annunciano di avere con loro della mercanzia, tra cui cipria, profumo per donne. I due fittano un carretto e seguono a piedi lo stesso verso il centro del paese. Allarmato dall’arrivo dei due forestieri che vengono identificati subito come due ebrei abitanti del luogo, il capostazione corre in paese ad avvisare i concittadini e soprattutto il notaio, colui il quale amministra la burocrazia.
Mentre il carro procede con calma verso il centro cittadino, scopriamo, lentamente, che molti cittadini si sono impossessati delle ricchezze e delle proprietà appartenenti ai ricchi ebrei che vivevano lì con loro, durante la loro persecuzione e che ora non hanno alcuna intenzione di restituire il tutto. Lentamente si riscoprono tutti timorosi e impauriti per quello che potrebbe accadere, per la possibilità di un probabile rientro a casa dei legittimi proprietari.
Le cose, però, non sono proprio così semplici, perché oltre alle ricchezze materiali, il paese nasconde una verità ancor più atroce che logora le anime di chi ne è stato causa in un passato che vorrebbe dimenticare.
Ogni cittadino, secondo la sua concezione di giustizia o opportunismo, sceglierà di vivere quel momento in modo diverso, ma la lezione più alta la consegneranno, a tutti i cittadini, le persone che appaiono meno proposte a farlo.
Il film, girato in bianco e nero, come a riportarci in un passato lontano, racconta, con lentezza, sottolineata dall’andatura del carro, una storia comune a tante altre, che hanno visto protagonisti gli ebrei, perseguitati e rinchiusi nei lager e chi avrebbe potuto aiutarli e invece, ha solo cercato di uscirne fuori. Ma non vi è, nel racconto, un gesto duro di accusa, quanto un ripercorrere delle vicende che seguono un momento storico che ci ha visti protagonisti di un’evoluzione emotiva e un crescente egoismo che è arrivato a livelli incredibili.
Una storia che rimette in discussione buona parte di quelle ascoltate negli anni e che pubblica le tante sfumature di un contegno e atteggiamento vissuto dagli uomini che attraversarono gli anni bui del nazifascismo e della seconda guerra mondiale. Soprattutto una storia che fa riflettere e riporta all’attenzione di tutti, il comportamento che tante persone hanno avuto durante gli anni bui della seconda guerra mondiale. Come aprire il Vaso di Pandora, dal quale escono fuori storie vere, tenute nascoste e che fanno rivalutare le scelte e le fortune di molte famiglie. Una realtà che oggi, a distanza di più di cinquant’anni, dovrebbe far riflettere, ancor di più, sugli eventi disastrosi a cui il genere umano è soggetto. Non è la prima, infatti, che racconta di persone che hanno fatto la fortuna sulle disgrazie degli ebrei o dei perseguitati.
La pellicola ha vinto numerosi premi in Festival internazionali, tra cui il Premio Avner Shalev Yad Vashem come Miglior rappresentazione artistica dell’Olocausto al Jerusalem Film Festival 2017, il Premio per il Miglior soggetto al Miami Jewish Film Festival, il Premio per il Miglior regista al Berlin Jewish Film Festival, il Premio dei Critici e quello del Pubblico al San Francisco Jewish Film Festival, ma anche il Primo Premio della Critica Cinematografica Ungherese nel 2018.
Inoltre la HBO ha acquistato i diritti prevedendo la distribuzione negli Stati Uniti.
Gli articoli pubblicati sul Blog sono scritti dai Soci dell’Associazione in maniera volontaria e non retribuita. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright CulturSocialArt