La poesia che infiamma il teatro
Davide Avolio e Gennaro Madera in La genovese
Ci avreste creduto che nel 2025, nel tanto temuto terzo millennio, due giovani poeti, armati del loro spirito artistico, della loro voglia di far ascoltare la propria arte, sarebbero stati capaci di portare a teatro i giovani? Chi è tradizionalmente ottimista, ricco di buoni propositi e di grandi speranze, sì. Un po’ come questi due giovani poeti, Gennaro Madera e Davide Avolio, che hanno deciso di sfidare la sorte o, se proprio vogliamo dirla tutta, hanno deciso di andare contro corrente puntando sulla poesia e sul teatro, in quello che viene considerato il peggior periodo per questo luogo sacro.
Carichi della positività che anima la gioventù, certi che il futuro possa essere afferrato e trasformato, consapevoli che per aumentare il picco di spettatori bisogna osare e offrire contenuti mai banali e ricchi di novità coinvolgenti, Avolio e Madera, salgono sul palco carichi e pronti a declamare poesie. E quale argomento migliore per cominciare, se non la cucina?
Il titolo dello spettacolo, andato in scena al Tetro dei Servi di Roma, è La genovese, il famoso e rinomato ragù napoletano, la cui ricetta è spiegata con amore e passione, riuscendo a solleticare la gola dei presenti.
Nella suddetta ricetta l’ingrediente più importante, è la cipolla e la quantità che occorre per cucinarlo. Sembrerebbe banale, se d’un tratto non fosse declamata una poesia dedicata alla cipolla, che ne ripercorre non solo la storia, ma anche il suo utilizzo. Al termine della stessa, dopo un sincero applauso, è lo stesso Avolio che dichiara che la poesia è Ode alla cipolla e l’autore è Pablo Neruda.
Nello spettacolo c’è spazio anche per altre poesie, altri autori, come Ungaretti e Baudelaire. Da qui partono una serie di discorsi, tra il serio e il faceto e si affrontano tanti temi, si ascoltano le poesie scritte dai due protagonisti, si riflette, si ride, ci si emoziona.
Avolio e Madera oltre ad essere due bravissimi poeti, sono anche due interpreti coinvolgenti, capaci di catalizzare l’attenzione del pubblico, di farlo divertire e riflettere attraverso la parola. Una parola che sul palco si trasforma in poesie performative originali dei due poeti o letture interpretate. È un viaggio che attraversa alcune fasi della vita, che affronta alcuni fra i temi più importanti che ci portiamo dietro e dentro, tra cui l’amore.
Il pubblico resta sempre uno dei protagonisti dello spettacolo ed è chiamato in causa dai due protagonisti che lo coinvolgono nelle loro discussioni e nei loro ragionamenti, ma anche con la creazione di alcune performance. Bravi davvero, uno spettacolo altamente consigliato non solo per la poesia, ma anche per la bravura di Davide Avolio e Gennaro Madera.