Il vedovo di Ennio Coltorti

Al Parioli la storia de Il vedovo

Al Teatro Il Parioli Costanzo di Roma Il vedovo, una commedia che nasce dal film omonimo di Dino Risi del 1959. In scena Massimo Ghini e Paola Tiziana Cruciani diretti da Ennio Coltorti.

Già all’epoca il film, interpretato da Alberto Sordi e Franca Valeri, riscosse nel mondo cinematografico, un buon successo, vedendo considerato come un piccolo capolavoro di ironia, capace di coniugare la straordinaria bravura di due attori, Sordi e Valeri, con l’attenta visione registica di Risi, restituendo una sceneggiatura con un vissuto italiano ironico, divertente ma ricco di riflessioni. Il successo della pellicola italiana, quasi scontato visto il cast e la direzione, ha trovato un posto nei ricordi della storia italiana.

Sarà per questo che Coltorti e Giovanni Clemente hanno deciso di farne un adattamento teatrale e di portarlo in scena con due attori tra i più attivi e coinvolgenti del panorama teatrale italiano: Massimo Ghini e Paola Tiziana Cruciani. In scena con loro anche Giuseppe Gandini, Leonardo Ghini, Irene Girotti, Diego Sebastian Misasi, Tony Rucco, Tomaso Thellung.

Alberto è un industriale romano senza alcun senso per gli affari, ma convinto del contrario. Sua moglie, invece, è una donna ricca e con un incredibile fiuto per gli affari. La loro unione, così diversa e di cui non se ne conosce realmente la provenienza, potrebbe essere legata a motivi economici. Per Alberto, infatti, è un’ancora di salvezza poiché si rivolge sempre alla moglie ogni volta che i creditori bussano alla sua porta e questi ultimi lo fanno sempre. La moglie ogni volta lo aiuta, pagando i suoi debiti derivanti dai suoi fallimenti, fino a quanto, stanca di quella situazione, decide di smettere di “aprire la borsa”.

La situazione per Alberto sembra migliorare quando, ad un tratto, diventa vedovo. Quasi non crede alla fortuna che gli è capitata: poter realizzare i suoi progetti senza preoccuparsi dei soldi e buttarsi nel mondo degli affari con la tranquillità di chi ha le spalle coperte, grazie all’ingente patrimonio della moglie che ha ereditato. Sarà questa la sua fortuna? Saranno finalmente giunte le sue innumerevoli opportunità?

Lo spettacolo si snoda tra queste rilevanti ipotesi. Può la fortuna arrivare all’improvviso e trasformare un uomo incapace ma sognatore, in un genio negli affari? Tra risate, assurde situazioni e un’infinita ingenuità da parte di Alberto, ci si ritrova a vivere, osservare e riflettere sull’assurdo, sull’ingenuità e sulla mancanza di realtà di alcune situazioni.

Gli attori sul palco non mancano di farci sorridere e le interpretazioni dei due protagonisti sono all’altezza della loro bravura: mantengono il ritmo delle battute, si muovono con consapevolezza sul palco e restituiscono al pubblico l’attenzione che ricevono.

Trasportare una sceneggiatura cinematografica in una drammaturgia per il teatro, non è cosa semplice, ma bisogna separare le due arti che sono diverse anche se affini. Nello spettacolo c’è anche una bella scenografia, che spesso vediamo mancante in lavori dove diventa difficile investire nella stessa. I cambi di scena sono veloci e molto presenti, proprio per portare avanti una velocità di scenografie e situazioni che se naturalmente presenti nel cinema, in teatro sono più difficili da effettuare. In definitiva l’opera rappresenta una buona riuscita in ambito teatrale, regalando una commedia godibile per una serata alla ricerca della spensieratezza.

 

Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

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