Al di là del loro abito
Adoro le donne. Io ne parlo e parlo con loro tutti i giorni, quando le incontro nel mio laboratorio
Non posso esimermi, in questa che è la settimana dell’8 marzo, del parlare di donne.
È questo un argomento che mi sta a cuore. Adoro le donne. Io ne parlo e parlo con loro tutti i giorni, quando le incontro nel mio laboratorio che con il motore acceso e con il figlio in macchina che dorme, ti lasciano al volo un jeans del marito a cui cambiare la lampo; quando entrano si siedono e prima di spiegarti per quale ragione ‘sartoriale’ sono li, mi hanno raccontato la loro vita; quando arriva la donna ‘imperturbabile’ che senza ‘emozioni’ vuole provare l’abito nuovo da mettere per un cocktail importante; quando la signora anziana con bastone per camminare e acciacchi in tutto il corpo, ma pur sempre con un sorriso, prova una gonna di qualche anno fa che ha ‘riesumato’ dall’armadio perché tra qualche mese (giocano sempre di anticipo!) ha il battesimo del nipote che deve ancora nascere. Quando la diffidente esperta di cucito, che però ha la macchina da cucire momentaneamente rotta, ti dice come svolgere il tuo lavoro. La ragazza che lavora a ore in una famiglia che cura amorevolmente come se fosse la sua, perché la sua è fisicamente lontana 2000 km.
La dottoressa che con tessuto colorato senegalese, mi chiede di preparare le cuffiette per la sua partenza per l’ Africa, dove si adopererà chirurgicamente per salvare vite.
La nonna che prepara a maglia un cardiganino per la nipote che da anni il genero non le fa mai incontrare, ma ha il sogno di vederle indossare il suo lavoretto..E poi ci sono quelle che si fidano ciecamente delle tue soluzioni sartoriali con occhi che sembrano dirti ‘faccia lei, io in questo momento sono giù per una brutta umiliazione ricevuta’
Tra un orlo e un altro arrivano forti emozioni, immagini di sofferenza, ma anche di leggerezza, di risate a crepacuore quando si parla con loro di difetti maschili.
Incontri donne che pur non essendo sportive scalano ogni giorno montagne ripide, donne che dal cilindro magico riescono a estrarre la soluzioni ai loro problemi. Donne meravigliose alle quali forse non interessa festeggiare l’8 marzo in pizzeria con amiche, loro ogni giorno sgomitano per avere il loro 8 marzo.
E sempre restando in tema di moda, mi piace menzionarvene una. Avrei voluto elencarvi coloro che negli anni hanno lasciato il segno oltre le loro produzioni, ma vi cito colei che egregiamente le può rappresentare più di tutte.
Luisa Spagnoli è stata la donna più influente e rivoluzionaria del ‘900 non solo per la moda. Conosciuta anche per avere ‘inventato’ i suoi ‘cazzotti’, meglio conosciuti come baci perugina, è stata una donna che ha dato la possibilità alle donne di lavorare pur avendo figli e mariti. Ha rispettato e fatto rispettare prima di tutti, i diritti e la dignità della donna.
Quando ancora la donna non poteva neanche votare, quando era lecito essere ammazzata dal marito, quando doveva essere sono una macchina per sformare figli, Luisa Spagnoli la ha prelevata con forza dalla sua abitazione e le ha inserita in un’azienda. Ha creato formazione, ha allontanato uomini prepotenti che ostacolavano questa ‘poco di buono’ iniziativa lavorativa. Ha permesso loro, dico le donne, di poter lavorare serene, perché attorno all’azienda ha creato asili, gestiti e amorevolmente guidati da altre donne.
Non aggiungo altro. Solo un pensiero da rivolgere a tutti quegli uomini che stanno leggendo questo articolo: guardate negli occhi le donne, perdetevi nel loro sguardo, ascoltatelo questo sguardo, ha tante cose da dirvi, richieste di aiuto, debolezza fisica per la quale potete essere di sostegno, progetti di vita che vorrebbe mettere in pratica con voi accanto, la forza di sostenervi se avete bisogno di lei. Vi sta dicendo che vi vuole ‘vivi’ nella sua vita!
Gli articoli pubblicati sul Blog sono scritti dai Soci dell’Associazione in maniera volontaria e non retribuita. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright CulturSocialArt