Che disastro di commedia al Teatro Parioli di Roma
Il disastro è alle porte, ma la commedia deve continuare: Che disastro di commedia
Il Teatro Parioli di Roma ospita l’esilarante Che disastro di commedia, che proprio in quest’occasione festeggia le 200 repliche nel circuito dei teatri italiani. Lo spettacolo è la versione italiana di “The Play That Goes Wrong” di Henry Lewis, Jonathan Sayer, Henry Shields con la traduzione di Enrico Luttmann.
In scena Stefania Autuori, Massimo Genco, Viviana Colais, Igor Petrotto, Valerio Di Benedetto, Alessandro Marverti, Yaser Mohamed, Marco Zordan per la regia Mark Bell.
Un regista di una compagnia amatoriale, dopo aver ricevuto una somma di denaro, mette su uno spettacolo, un giallo, nel quale bisogna scoprire il colpevole di un delitto. Ma già dalla presentazione si intuisce che qualcosa non va, che lo spettacolo ha il sentore del “disastro annunciato”.
A dirla tutta la questione appare equivoca già entrando in teatro, quando si vedono addetti ai lavori/attori, che si aggirano in platea, nel foyer, agitatissimi perché non è tutto pronto. Si aggirano con nervosismo parlando e discutendo tra loro o con il pubblico. Prima dell’inizio riescono addirittura a portare sul palco anche un ignaro spettatore convinto di poter dare una mano all’illustre compagnia, divenendo egli stesso, parte dello spettacolo.
Ebbene, quello che accade in scena è disastrosamente divertente e coinvolgente. Attori che non ricordano la parte, che inciampano nei loro compagni, che trasformano la loro performance in un’opportunità per emergere e mostrarsi in atteggiamenti da divi.
Particolari questi che li rendono ridicoli e divertenti allo stesso tempo. Ritmi incalzanti, abilità e agilità da acrobati, forza e resistenza fisica al massimo, riflessi pronti a qualsiasi richiamo.
A dare una mano alla loro interpretazione, una scenografia fantastica, una macchina capace di far sobbalzare lo spettatore, con un piano superiore che, in alcuni quadri, diviene esso stesso attore, provando a rubare la scena. Lei stessa parla e si anima rapportandosi con gli attori in scena. La porta, la mensola, l’orologio e persino il piano di “sopra”, sono elementi fondamentali dello spettacolo che, uniti alla storia, regalano momenti esilaranti.
Non un attimo di pausa, non una battuta che non faccia sorridere lo spettatore. Qui si ride dall’inizio alla fine e non è possibile evitare di farlo, non è una questione di risata contagiosa, quanto, piuttosto, l’interpretazione che si vede in scena.
Gli attori sono bravissimi: reggono ritmi incalzanti seguendo una regia attenta e incanalata nel portare avanti un disastro dietro l’altro. Sul palco si avverano tutti i maggiori terrori degli artisti, dal dimenticare la parte a inciampare, fino ai tragici incidenti della scenografia. Ed anche se dentro di te sai che quella è solo una commedia, non si può che ridere divertiti per tutto ciò che accade sul palco.
Un cast affiatato che vede anche una “quasi regia interna alla scena” di Marco Zordan che interpreta il regista della commedia tragica. Si arriva alla 200esima repliche, un importante traguardo che non fa che confermare il successo di uno spettacolo che ha fatto il giro del mondo e che qui, in Italia, continua a mietere successi, complice anche un cast affiatato, dentro e fuori la scena, che si diverte e diverte enormemente il pubblico.
Uno spettacolo per bambini vi chiederete? No, vi sbagliate, è uno spettacolo per tutti, da godere in compagnia sperando che il tempo trascorso a teatro, passi molto lentamente. Complimenti!
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