Chicago al Teatro Brancaccio

Il musical sarà in scena fino al 10 dicembre

Approda al Teatro Brancaccio di Roma Chicago il musical. Il palcoscenico dello storico teatro romano sarà illuminato dal brillante musical americano fino al 10 dicembre. La produzione del musical è di Stage Entertainainment e Matteo Forte che, dopo avere portato sulle scene Pretty Woman e Sister Act alzano, se possibile, ancora di più l’asticella, proponendo al pubblico quella che è la quintessenza di Broadway e dello showbiz americano: Chicago.

L’intramontabile musical del 1975 ambientato nella Chicago del proibizionismo e degli anni ruggenti del Jazz, Chicago, i cui cartelloni – sia detto senza volere molestare i pedanti – perennemente presenti a Broadway o a West End, hanno, a New York o a Londra, nel tessuto urbano, la stessa valenza culturale del Colosseo a Roma o della Tour Eiffel a Parigi. Vale a dire che, com’è ovvio, la stessa forma del musical strizza immediatamente l’occhio al mondo anglofono e alla sua forma mentis. Non si possono tuttavia dimenticare le interpretazioni di due italiani nella versione londinese di Chicago, ovvero di Ernesto Tomasini e di Luca Barbareschi, che interpretò Billy Flynn.

A questo proposito, in questo spettacolo al Brancaccio, Billy Flynn è interpretato da Brian Boccuni, indubbiamente uno dei migliori attori in scena, disinvolto e brillante al punto giusto. Nell’intreccio, Billy Flynn è il bravissimo e cinico avvocato che difende Velma Kelly e Roxy Hart, attrici di vaudeville. Quest’ultima aveva ucciso l’amante, dopo che egli le aveva rivelato l’intenzione di volere terminare la relazione extraconiugale. Nel carcere le due vengono aiutate da Mama, la quale le aiuta per denaro. In questo contesto, tutto diventa spettacolo, perfino un processo giudiziario per omicidio. E Roxy ne approfitta per ottenere celebrità.

Velma Kelly è interpretata da Stefania Rocca, che offre un’interpretazione godibile ma – la notazione mi sembra trasparente ed evidente a gran parte del pubblico – è piuttosto rigida sulla scena, sicché si perde inevitabilmente la frivolezza, la brillantezza del personaggio del musical americano. Roxie è dal suo canto interpretata da Giulia Sol, che appare più rilassata e brillante e dotata di grande personalità. Mama è invece interpretata da Chiara Noschese, la quale è anche la regista dello spettacolo. Il marito di Roxie è interpretato da un bravo Cristian Ruiz e Mary Sunshine da un esplosivo Luca Giacomelli Ferrarini.

Le coreografie sono di Franco Miseria, la direzione musicale di Andrea Calandeini, le scene di Lele Moreschi, i costumi di Ivan Stefanutti, il disegno fonico di Armando Vertullo, il disegno luci di Francesco Vignati, la traduzione dall’inglese, che riesce a mantenere sufficientemente intatta la forza linguistica dell’originale, è di Giorgio Calabrese.

Dunque, questa versione italiana del musical di Broadway, che si potrebbe definire newyorkese nel DNA è sostanzialmente riuscita. Certo, l’ambiente dello showbiz d’oltreoceano è diverso da quello del vecchio mondo; e questo musical in particolare, indubbiamente in misura maggiore che altri, offre spunti di riflessione, soprattutto sulla spettacolarizzazione della figura del criminale. Si pensi poi al fatto che il musical è ambientato negli anni ’20 a Chicago, con protagonista due donne fedifraghe e omicide.

L’attualizzazione potrebbe essere ben semplice, se si pensa al fatto che le due protagoniste sono interessate a diventare celebri, e lo stesso processo diventa un circo, così come oggi è importante solo che tutto diventi virale. Ma, come sempre a mio avviso, queste attualizzazioni sono talmente ovvie e noiose da essere inutili e soprattutto ineleganti e si fanno a spese dell’estetica. In questa versione italiana il moralismo non sembra essere eccessivo e il musical è in fin dei conti un ottimo spettacolo brillante.

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Antonio Sanges

Dopo avere vissuto in diverse città in Italia e in Europa, è tornato a Roma. Ha pubblicato libri di poesie e s'interessa di letteratura e teatro.

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