Enoch Marrella ci racconta di Nell’oceano il mondo
Nell’oceano il mondo in scena nella rassegna Inventaria
Un ragazzo italiano si ritrova negli Stati Uniti degli anni ’90 e scopre che nell’oceano della rete è possibile, davvero, ritrovare il mondo e una serie di situazione divertenti, diverse e ricche di vizi. Enoch Marrella racconta la sua esperienza e lo fa coinvolgendo Dante Alighieri e i suoi gironi, ripensando a quando, da ragazzino, non aveva filtri per la rete e non aveva paura delle situazioni che si venivano a creare. Per saperne di più, abbiamo fatto alcune domande all’interprete dello spettacolo, Enoch Marrella, che ringraziamo per la sua disponibilità.
Porterà in scena uno spettacolo che parla del mondo del web, di cui lei è stato protagonista. Com’è raccontarsi davanti al pubblico?
Divertente, ma anche una grande opportunità, un privilegio e un onore. Ci sono comunque molti elementi di finzione. L’abbiamo definito “mokumentary” perché abbiamo preso alcuni aspetti dell’esperienza realmente vissuta e li abbiamo deformati, esagerati e poi resi grotteschi cercando il linguaggio giusto e lo stile più adatti ad un racconto teatrale.
Il suo web, il suo mondo virtuale, si è “incontrato” o “scontrato” con le chat dell’epoca e in che modo?
Per me era una novità assoluta sinceramente non capivo nemmeno come fosse possibile, mi ricordo di aver mandato la mia prima mail una settimana dopo che sono arrivato negli Stati Uniti. È stata una coincidenza, ma il mio arrivo ha coinciso con l’introduzione di questo nuovo sistema di comunicare. All’inizio c’erano pochissimi siti e dovevi digitare tutto l’indirizzo per esteso, poi sono arrivati i primi “motori di ricerca” e dopo qualche mese ho scoperto dell’esistenza di queste prime chat rudimentali. Ammetto di essermi “invorticato” parecchio e di aver passato notti intere a “drogarmi” con questa nuovo giocattolo virtuale trascurando quasi le relazioni reali.
Nel suo spettacolo Caronte è pronto a traghettare giovani verso l’Inferno, il protagonista Fausto, invece, come un Dante moderno, discute di vizi e virtù. Quali sono le analogie e le differenze tra Fausto e Dante?
Entrambi attraversano l’inferno dei viventi. Come per Dante l’Inferno era una metafora della realtà, così per Fausto l’Inferno di Dante, da vaga reminiscenza scolastica diventa una metafora utile a inquadrare l’esperienza che sta vivendo nel suo personale Inferno digitale, ma al contrario del sommo poeta, Fausto rimane incagliato tra alterazione della realtà e vizi contemporanei. Gola e Lussuria diventano per lui junkfood e cybersex. Il viaggio in America rappresenta l’apertura di un nuovo girone infernale: il mondo sconfinato del web (oceano senza confini). Invaso da chat erotiche, college party, cibo spazzatura, deformazione della propria immagine e della realtà grazie all’uso dei social network, Fausto diventerà un navigatore della Rete, un marinaio del mondo illimitato di Internet e dei social network, un viaggiatore contemporaneo consumato dalle illusioni digitali di una realtà alterata.
Cosa ha deciso di mettere in evidenza nello spettacolo? Pensa che il messaggio arrivi al pubblico? E, secondo lei, come lo metabolizza?
Ognuno a modo suo ovviamente. Abbiamo tutti un rapporto molto personale con l’evoluzione della tecnologia, ma posso raccontare una cosa che sicuramente mi ha reso felice e che mi ha dato la conferma che il messaggio non solo arriva ma è ancora attuale sebbene siano passati 25 anni dalla mia personale esperienza negli USA e 8 anni dalla creazione di questo spettacolo. Lo spettacolo è stato presentato l’anno scorso agli studenti del Liceo classico e linguistico Immanuel Kant, e alla fine dello spettacolo durante un breve dibattito aperto molti di questi adolescenti hanno affermato che i problemi vissuti e denunciati dal protagonista della storia non erano solamente attuali ma addirittura più urgenti e ancora più accentuati col passare degli anni. Molti hanno fatto capire che sarebbe necessario parlarne più spesso di queste questioni per poterle affrontare meglio e insieme.
A partire dalla lettura del libro e dalla presentazione dello spettacolo abbiamo fatto ripercorrere alle ragazze e ai ragazzi le tappe di una possibile trasposizione per la scena di elementi autobiografici in modo da far emergere anche in loro gli effetti positivi e negativi di questo processo di sostituzione del mondo reale con quello virtuale tipico della rivoluzione digitale iniziata più di vent’anni fa. Io personalmente mi auguro che si possa prima o poi ribaltare la prospettiva con cui solitamente si approccia alla tematica di “internet e le nuove generazioni”. Invece di drammatizzare su come il web abbia impattato il nostro stile di vita, è possibile ironizzare su questo tema osservando la storia di chi come Fausto per esempio non ha avuto nemmeno gli strumenti per comprendere questo grandissimo cambiamento epocale all’epoca dei suoi esordi.
Oggi noto, che di fronte alla rapida evoluzione del web e dei social media si assumono atteggiamenti diametralmente opposti ma ugualmente esasperanti. C’è chi reagisce in modo “agonistico” per tenere il passo con l’evoluzione continua dei nuovi media, minuto per minuto, e chi invece, al contrario, per difendersi dalla tempesta digitale, demonizza gli strumenti da essa forniti con la ripetizione dei vari mantra del tipo: «eh ma questi ragazzi stanno sempre incollati al telefonino». Mi piacerebbe che questa assurda polarizzazione si ridimensionasse grazie all’esempio portato dalla nostra storia, che affonda le sue radici là dove (almeno per me) è iniziato tutto quanto: l’adolescenza, gli anni Novanta.
Quanto è cambiata la rete in questi anni?
Si è evoluta moltissimo e non si è ancora minimamente stabilizzata questa evoluzione, è un processo in divenire. Di sicuro oggi non c’è più quella separazione netta tra virtuale e reale. Una volta, all’inizio, questo mondo virtuale era vissuto come una sorta di carnevale in cui volendo si poteva camuffare la propria identità e agire in incognita, oggi di sicuro non è così. Tutte le azioni e i comportamenti che produciamo online fanno parte a tutti gli effetti della nostra vita sociale. Al netto ovviamente di tutti i dovuti equivoci e/o incomprensioni da tastiera che spesso rendono l’interazione sui social faticosa e non del tutto gratificante.
E come è cambiata l’attrazione che ha sulle persone?
Il processo di evoluzione del web e in particolare dei social è ancora in divenire per cui sebbene non costituisca più una novità, una rivoluzione o uno stravolgimento del nostro modo di comunicare, rimane comunque nel suo rapido mutamento molto attraente e seduttivo, la soglia dell’attenzione e la pervasività credo che sia ancora molto alta.
Lei come vive il virtuale? Cosa l’attrae, affascina e cosa no?
Beh, mi ci adatto, un po’ ci sguazzo, un po’ ci soffro, un po’ mi diverte, un po’ mi annoia. A volte provo un po’ di nostalgia ovviamente per l’epoca in cui tutto questo non esisteva e le relazioni forse erano un po’ più “inmediate”, ma poi penso che comunque quell’epoca l’ho vissuta e i processi evolutivi delle nuove tecnologie non si possono arrestare, vanno solo capiti, metabolizzati e usati nel modo giusto senza anatemi o demonizzazioni aprioristiche.
Potesse scegliere di eliminare qualcosa dalla rete, quale sarebbe?
Bella domanda. Il telefonino è sicuramente un oggetto che monopolizza molto le nostre azioni quotidiane. Molte delle nostre attività ormai devono passare per forza di cose attraverso questo piccolo aggeggino. Ho visto gente perdere il telefonino e reagire con crisi isteriche e attacchi di panico, quasi come se avessero perso un rene. Ecco, questo mi dà l’impressione del livello di importanza e di sudditanza che la rete impone sugli “utenti della rete”.
Pensa che gli utenti siano pienamente consapevoli delle grandi potenzialità della rete e del suo valore positivo, se lo ha, naturalmente?
Ognuno lo scopre attraverso le proprie esperienze e le proprie capacità. Come tutti gli strumenti anche la rete può dare conferme o delusioni a seconda di chi si approccia e come ci si approccia. Spero che Fausto possa essere un esempio per chi ancora sta cercando il modo giusto di rapportarsi a questo strumento. Attraverso i suoi errori ingenui e smisurati forse possiamo ridere dei nostri e calibrarci in modo più consapevole verso il futuro che ci attende.
Grazie per essere stato con noi e in bocca al lupo!
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