Est è il film indipendente che racconta del cambiamento

Est

Tre giovani a confronto con i cambiamenti del 1989 in Europa

Est (dittatura Last Minute) è il film per la regia di Antonio Pisu, con Lodo Guenzi, voce e chitarra de Lo Stato Sociale e al suo debutto cinematografico, e gli esordienti Matteo Gatta e Jacopo Costantini, produzione Genoma Film. Un road-movie ambientato nel 1989 e ispirato al libro “Addio Ceausescu” scritto da Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi.

È il film che ha aperto la sezione non competitiva “Notti veneziane – L’isola degli autori” alla selezione delle Giornate degli Autori, per la 77a Mostra internazionale del cinema di Venezia, e che avrà come ospite d’onore Oliver Stone.

Il 1989 è stato per l’Europa, un anno di grandi trasformazioni, un anno in cui ci si aspettava un cambiamento non solo politico, ma specifico sul piano umano e sociale. L’apertura dell’est da anni sotto sistemi totalitari, all’ovest più “liberale”; la caduta dei regimi totalitari; l’apertura alla democrazia; la possibilità di sentirsi più uniti e la voglia di abbattere la povertà. L’abbattimento delle restrizioni, delle differenze, animavano la mente dei giovani, in molti ignari delle difficoltà di ciò che accadeva al di là della “cortina di ferro” che aveva diviso fin dalla fine della seconda guerra mondiale l’Europa.

Alcuni giovani hanno conosciuto le difficoltà grazie a viaggi, a immagini girate da chi si è potuto spostare, in quegli anni, in quei paesi, scoprendone le difficoltà.

Est, racconta la vacanza di tre ragazzi ventiquattrenni Pago, Rice e Bibi, che decidono di partire da Cesena per andare a visitare i paesi dell’est Europa. È la vigilia della caduta del muro di Berlino, e i tre, viaggiando, sentono del fermento, ma non lo percepiscono realmente sulla loro pelle, non lo comprendono. C’è qualcosa che sta cambiando e lo notano a partire dal loro incontro a Budapest con Emil, un romeno in fuga dal suo paese che chiede loro di portare alla sua famiglia, rimasta in Romania, una valigia. È difficile per tre giovani, in un paese straniero e soggetto alla dittatura, lasciarsi andare a queste scelte, ma quando si ritrovano di fronte alla famiglia di Emil e alla loro felicità, si commuovono.

Il film sembra ripercorrere proprio la strada del ricordo, di quel viaggio che portò tre giovani italiani a interfacciarsi con la semplicità degli abitanti dell’est, disposti a offrire il poco che avevano in casa agli stranieri, a quei giovani turisti, disposti ad ospitarli per una notte, ma anche la comprensione e conoscenza, da parte dei tre amici, degli alberghi, per nulla tenuti a norma, nemmeno per le regole dell’epoca, o a ristoranti che non hanno cibo da offrire loro. È un viaggio di ricordi, accompagnato dalla musica italiana, che in quegli anni era molto diffusa proprio nell’est Europa e dove i nostri artisti potevano godere di grande popolarità, basti pensare al Festival di Sanremo, un’istituzione per l’Europa dell’Est. Ma è anche un confrontarsi con le realtà dell’epoca, dove la povertà, la dittatura e la paura, si percepivano ad ogni passo.

Est

Sebbene il film presenti da un lato, durante il viaggio, delle sequenze non così accattivanti, dall’altro, l’osservare le riprese fatte con una videocamera di quegli anni, è una piacevole immersione nel passato e rende più reale il racconto, accompagnato da una colonna sonora del 1989, tra cui Franco Battiato la fa da padrone, come, del resto Al Bano e Romina, vere icone del periodo e appare quasi ironico che la loro canzone “Felicità” sia la scelta della povera famiglia che li ospita per una notte.

Tre giovani che, ritornati in Italia, si ritroveranno a confrontarsi con quello che successivamente avverrà nell’est Europa, dove la caduta della dittatura di Ceausescu è una delle pagine più dure di quell’anno, ma impossibile da non accogliere come una vittoria del popolo che si libera della dittatura e apre le porte alla libertà.

Rivedendo quei filmati con gli occhi di adesso e con la consapevolezza di quello che accadde in quell’anno di transizione, ci si potrebbe chiedere, anzi, è necessario chiedersi, in quale direzione debbano andare le idee e le “rivoluzioni” che nascono sempre con l’esigenza di cambiare per migliorare la propria situazione economica e sociale, legata a quella del paese da cui arrivano le insurrezioni stesse.

Una nostalgica visione di sentimenti ricchi di riflessione, un modo per ricordare da dove veniamo e se stiamo andando nella giusta direzione, in quella che aveva fomentato gli adulti nella loro gioventù.

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Sissi Corrado

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