InCorti da Artemia: Domenico Columbro

Sarà in scena il 14 aprile per il Festival InCorti da Artemia

Conosciamo le quindici compagnie che hanno superato la selezione per partecipare al festival InCorti da Artemia, organizzato dal Centro Culturale Artemia, la cui direzione artistica è di Maria Paola Canepa. Il 14, 15 e 16 aprile le compagnie saliranno sul palco del teatro per quindici minuti, attraverso i quali presenteranno un corto dello spettacolo. Abbiamo intervistato Domenico Columbro, che parla a nome dei ragazzi in scena con lo spettacolo L’abbraccio, venerdì 14 aprile e a cui diamo il benvenuto.

Salve, da dove viene la vostra compagnia?

La nostra non è una vera compagnia, si tratta di una collaborazione che nasce in Accademia. Infatti eravamo compagni di corso presso l’Accademia Internazionale di Teatro e da allora continuiamo a condividere lo stesso punto di vista artistico.

Chi sono i partecipanti al concorso?

Domenico Columbro, autore e attore calabrese, Alessandra Desideri, attrice abruzzese e Genny Santin Nalin, regista veneta tutti di età compresa tra i 22 e i 23 anni.

Come compagnia, quali sono, in generale, i generi che mettete in scena e perché?

È la complessità umana che ci affascina, quindi più che un genere sarebbe meglio dire che proviamo a mettere in scena le contraddizioni, i paradossi e le fragilità che caratterizzano la nostra bizzarra specie. Crediamo che l’indagine sulla natura umana sia un territorio con infinite possibilità d’esplorazione e ricco di sorprese per il pubblico e per noi stessi.

Ci sono particolari spettacoli che vorreste portare in scena?

Si, le idee sono tante, ma non sempre stanno al passo con i mezzi. Il più grande desiderio è senz’altro poter produrre e presentare l’Estrazione, una nostra drammaturgia che riflette le tematiche dell’omologazione, della violenza inutile e della diversità attraverso una parabola paradossale. È un progetto complesso, con 8 attori e con una particolare scenografia, ci auguriamo di poter presto trovare i fondi necessari per dare forma a questi sogni.

Cosa rappresenta per voi partecipare con dei corti teatrali ai festival?

Partecipare a dei festival di corti teatrali ci permette di somministrare la nostra piccola pillola d’arte, è un modo gentile e semplice di condividere punti di vista ed emozioni. È curioso osservare come ogni partecipante possa lasciare il proprio stampo in pochi minuti. Spesso poi può accadere che un corto si trasformi in un’opera più complessa e articolata, per ora noi ci limitiamo a curare la nostra crisalide.

Qual è la tematica che affronterete con il vostro spettacolo?

La tematica principale del nostro corto teatrale è il prezzo dell’amore, la lotta tra due anime che non riescono a lasciar andare un sentimento ormai usurato dal tempo e dalle loro personali rivendicazioni, perché tale sentimento è assolutamente puro e totalizzante nella sua essenza. È una storia come tante, che cerca di raccontare nel particolare l’universale. Ciò che lascia è una dolce e pungente malinconia.

Cosa vi ha spinti a partecipare a InCorti da Artemia?

Abbiamo conosciuto Artemia in occasione di uno spettacolo teatrale svoltosi presso il centro stesso. Quando abbiamo poi letto che questo centro culturale ospitava un festival di corti teatrali non potevamo farci sfuggire l’occasione. Questo concorso rappresenta per noi una grande opportunità per metterci alla prova, per confrontarci con un pubblico nuovo e genuino. È uno spazio che lotta per l’arte, che permette di far accadere qualcosa in questi tempi troppo spesso paralizzati dall’abitudine.

Cosa vi aspettate dal concorso?

Ci aspettiamo che il concorso ci permetta di scoprire nuove ed interessanti realtà artistiche. Ci sembra il luogo ideale per condividere opinioni ed idee, speriamo inoltre di poter creare una rete di interscambi e avere l’opportunità di collaborare anche in futuro con Artemia.

Cosa, invece, pensate di poter portare voi al concorso attraverso il vostro lavoro?

Il nostro è un corto senza pretese, è un tentativo di ritrarre alcune dinamiche interne alle relazioni umane e di portare una ventata di freschezza dal retrogusto malinconico. Ispirati dall’opera di Schiele speriamo di essere riusciti a creare una connessione tra la tela e le emozioni che essa suscita, in quello che vorrebbe essere un connubio artistico tra pittura e teatro.

Cosa rappresenta per voi il teatro e cosa rappresenta per la società?

Per noi il teatro è un luogo magico, dove tutto può succedere, è un luogo sacro, dove ancora ci è permesso di essere liberi. Rappresenta un pilastro della cultura e uno spazio dove poter esprimere ciò che più è interno all’anima. Per la società il teatro è una linfa vitale, che va accudita e accreditata, è ciò che risponde alla necessità di catarsi insita in ognuno di noi, è ciò che in tutti questi secoli è mutato senza cambiare mai.

Qual è l’augurio che fate a voi, ai vostri colleghi che si esibiranno sul palco, ai giudici e agli spettatori?

Auguriamo a tutti di passare tre meravigliose giornate all’insegna dell’arte, della cultura e del libero pensiero. Poniamo molte speranze nel poter uscire arricchiti da questa esperienza e nello stringere delle nuove e stimolanti amicizie!

Grazie per essere stati con noi!

Grazie a voi!

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Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

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