InCorti da Artemia: Compagnia I Cani Sciolti
Sarà in scena il 14 aprile per il Festival InCorti da Artemia
Conosciamo le quindici compagnie che hanno superato la selezione per partecipare al festival InCorti da Artemia, organizzato dal Centro Culturale Artemia, la cui direzione artistica è di Maria Paola Canepa. Il 14, 15 e 16 aprile le compagnie saliranno sul palco del teatro per quindici minuti, attraverso i quali presenteranno un corto dello spettacolo. Abbiamo intervistato la Compagnia I Cani Sciolti, in scena con lo spettacolo New Mama’s Home, venerdì 14 aprile e a cui diamo il benvenuto.
Salve sono Luca Pastore direttore e regista della compagnia “I Cani Sciolti” . Qui le risposte alle domande.
Salve, da dove viene la vostra compagnia?
La nostra compagnia, “I Cani Sciolti compagnia teatrale artigianale”, è nata a Frascati ma ora siamo dislocati su tutto il territorio del Lazio.
Chi sono i partecipanti al concorso?
I partecipanti sono Miriam Scheila Messina (attrice e fondatrice della compagnia), Ludovica Avetrani (attrice e danzatrice), Claudio Filardi (attore) e Luca Pastore (regista, autore e fondatore della compagnia).
Come compagnia, quali sono, in generale, i generi che mettete in scena e perché?
Solitamente mettiamo in scena spettacoli che hanno una connotazione contemporanea/drammatica, con punte di grottesco o onirico. In realtà negli anni abbiamo toccato molti generi: dalla commedia amara, al grottesco fino al teatro-danza. Il Perché? è una domanda che meriterebbe un’intervista a parte. Posso riassumere la risposta in: perché penso che questo tipo di teatro si avvicini molto al nostro essere, al modo di vedere la vita; rappresentarla con questi mezzi è la via più semplice che ho per esprimere quello che vedo e sento davanti e dentro me.
Ci sono particolari spettacoli che vorreste portare in scena?
Sì, del nostro repertorio vorrei riproporre alcuni lavori aggiornati e corretti: Wanna Live, Guardate il Pazzo, Romeo e Giulietta e Club 27. Delle nuove produzioni, direi che io vorrei arrivare a portare in scena un lavoro che si intitola Rebel Rebel, che parla dei problemi di un a famiglia con la tossicodipendenza, spettacolo biografico di una parte della mia famiglia.
Cosa rappresenta per voi partecipare con dei corti teatrali ai festival?
Nuovi stimoli e la ricerca della sintesi ideale del racconto che voglio portare in scena.
Qual è la tematica che affronterete con il vostro spettacolo?
La famiglia.
Cosa vi ha spinti a partecipare a InCorti da Artemia?
È la possibilità di confrontarci con nuove realtà, un’occasione di crescita della compagnia.
Cosa vi aspettate dal concorso?
Vedere degli splendidi lavori, confrontarci con colleghi e operatori dai punti di vista differenti e un pubblico nuovo.
Cosa, invece, pensate di poter portare voi al concorso attraverso il vostro lavoro?
Il lavoro parla di famiglia e quello che porteremo speriamo possa dare la possibilità di vedere cosa può esserci in una famiglia di questa tipologia, per poter riflettere sulla propria e sulle dinamiche ad essa correlate. Una riflessione su mancanze e ricchezze; legami e solitudine.
Cosa rappresenta per voi il teatro e cosa rappresenta per la società?
Per me, per noi, il teatro è uno dei pochi posti dove ci sentiamo a casa. Un posto in cui non ci dobbiamo giustificare, né trovare pretesti per essere noi stessi; oltre ad essere il lavoro che abbiamo scelto. Per la società odierna italiana il teatro è un peso. Qualcosa di obsoleto, lento e antiquato che difficilmente si capisce. Penso che la nostra società non abbia i giusti strumenti per trattare il teatro per quello che è: un mezzo per diffondere cultura, per capire e capirsi o anche solo per farsi strappare una risata e staccare la spina.
Qual è l’augurio che fate a voi, ai vostri colleghi che si esibiranno sul palco, ai giudici e agli spettatori?
Per noi, per i colleghi, per gli operatori è sempre uno: Merda! Merda! Merda!; per il pubblico è di andare a teatro e continuare a sostenerlo, perché Noi, senza di voi, siamo Soli.
Grazie per essere stati con noi!
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