La Bohème di Giancarlo Nicoletti nei teatri di prosa

Lavoro e impegno per la realizzazione dell’opera di Puccini, la Bohème al Teatro Vittoria di Roma

L’opera, quella grande sconosciuta, di cui tutti parlano ma pochi godono. Per portarla in scena, infatti, occorre un grande sforzo della macchina organizzativa dello spettacolo e chi ha assistito ad una rappresentazione e ben conscio di tutto ciò. Orchestra al completo, cori, figuranti, costumi, scenografie, impianto audio che possa raggiungere, nel migliore dei modi, ogni singolo spettatore che presenzia ad una rappresentazione. I costi sono alti e questi si ripercuotono sugli spettatori che perciò non sono eterogenei. Non è un luogo comune dire che spesso, chi ha assistito alla rappresentazione di un’opera, lo ha fatto grazie alla collaborazione tra scuola e teatro, o a qualche occasione, oppure ha potuto arricchire la sua esperienza attraverso la TV.

Questa premessa vuol fare comprendere quanto importante sia l’operazione messa in campo da Altra Scena e Goldenart Production che si sono unite per aprire le porte dell’opera a tutti, portandola nei teatri di prosa, facendola diventare colonna sonora di una serata, fotografie di un racconto pur sempre attuale, sulle relazioni umane e facendo riscoprire la musica classica così piena di pathos e sentimento, con emozioni che hanno accompagnato per decenni la vita di chi ha amato e ama tutta la musica.

A scendere in campo per questa operazione è stata scelta la Bohème di Giacomo Puccini, portata in scena da un gruppo di giovani artisti, per raccontare la storia di Mimì e Rodolfo, giovani amanti sfortunati, che condividono la loro passione: l’amore. Flavia Colagioia, Annamaria Borelli e Silvia Susan Rosato Franchini si sono alternate nel ruolo di Mimì, Alessandro Fiocchetti e Joseph Dahdah in quello di Rodolfo, Vladimir Jindra e Matteo Torcaso in quello di Marcello e poi gli altri componenti del cast Giorgia Costantino, Vittorio Ferlan Dellorco, Ivan Caminiti e Martin Kurek a comporre questa schiera di giovani cantanti che hanno portato in scena l’intera opera di Puccini, senza tagli, interamente.

Al pianoforte si sono alternati invece, Umberto Cipolla e Victoria Merkulyeva. Il primo, di cui ho visto la performance sul palco, è giovanissimo, solo 24 anni. Eppure, dal suo angolino, dinanzi al pianoforte, regge la musica della rappresentazione dando ritmi e conducendo il tutto, senza l’aiuto di un maestro d’orchestra.

Belle e funzionali le scenografie, con il loro nascondere e far intravedere che rendono più magica la scena, mentre grazie alla loro facilità di utilizzo, vengono modificate dai cantanti stessi.

L’intero cast premia gli spettatori giunti ad ascoltare il loro racconto in musica. Sarà la giovane età degli attori, la felicità di condividere un’avventura tutti insieme, ma sul palco si notano le sinergie che si respirano e che rendono coordinati i movimenti e sincrone le voci ed in particolare, si nota che gli stessi interpreti sono in armonia.

Per questi motivi è facile che si resti rapiti dalla storia, dalla scena e dalla rappresentazione. E per questo un merito, e non da poco, va dato al regista, Giancarlo Nicoletti, che ha saputo amalgamare il tutto, tra cantanti, attori, scene, ottenendo un ottimo risultato e confermando la sua capacità di lavorare e dirigere spettacoli di alto interesse artistico e culturale.

Fondamentali sono stati anche i lavori della direzione musicale Amelia Felle, capace di portare in scena giovani cantanti che hanno tanto da dire al pubblico e a loro stessi.  Un lavoro ben fatto, capace di coinvolgere e trasmettere l’amore per un’arte che può e deve essere aperta a tutti.

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Sissi Corrado

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