Le sorellastre di Ottavia Bianchi
Si innescano ripicche, rancori, gelosie
L’Altrove Teatro Studio inaugura la stagione 2019/2020 “con il botto” e lo diciamo con cognizione di causa. Lo spettacolo che ha inaugurato la terza stagione è Le Sorellastre, scritto da Ottavia Bianchi e interpretato dalla stessa Bianchi insieme a Patrizia Ciabatta, Flaminia Cuzzoli e Giulia Santilli, per la regia di Giorgio Latini.
Coraggioso cominciare con un debutto assoluto e che, per le serate, ha fatto registrare dei Sold Aut ben auguranti.
Lo spettacolo indaga le dinamiche familiari analizzando i rapporti tra genitori e, in questo caso, figlie e tra sorelle, facendone un’attenta analisi. Porta in scena quattro sorelle, ritrovatesi, dopo anni, per la morte della madre. Quattro sorelle delle quali alcune, apparentemente, hanno realizzato i loro sogni, altre, invece, li hanno lasciati indietro, ma sono decise a farlo ora che ne hanno la possibilità.
Lo scontro tra le quattro appare inevitabile fin dalle prime battute delle attrici, durante le quali, sembra indispensabile la conoscenza dei loro caratteri e la figura che rappresentano all’interno della famiglia. C’è la più grande che è sposata e ha dei figli, la brava della famiglia; la seconda che, invece, ha dedicato la sua vita ai genitori e con essa anche alla parrocchia, il bastone della vecchiaia di mamma e papà; poi c’è la terza, la bella, che ha deciso di lasciare la casa e il paese per andare al nord a lavorare, dove ha trovato successo; infine c’è la più piccola, un po’ svampita, la cocca della mamma che, invece, ha deciso di lavorare con gli immigrati.
In questa situazione si scontrano le scelte fatte delle quattro protagoniste, insieme a quelli che sono stati gli atteggiamenti e i sentimenti dei genitori nei loro confronti. Si innescano ripicche, rancori, gelosie, tutte alimentate dalla capacità che hanno avuto, di mantenere segreti, di evitare di parlare di situazioni familiari che le vedono protagoniste. Basta poco per immergersi nell’ambiente e nelle situazioni raccontate sul palco, nel sentire sentimenti ed emozioni che ognuno di noi ha provato più di una volta, nell’animosità sentita verso un fratello o sorella, senza parlare del rapporto con i genitori.
Le quattro attrici si muovono sul palco con decisione, affiatamento, determinazione. Difficile trovare una che prevale sull’altra, o una meno attenta delle altre. C’è sinergia, coordinamento, armonia, una certa “sorellanza” tra attrici che appare evidente e riesce a restituire un racconto interessante, duro, a tratti divertente e molto ironico. Un’ironia che a volte appare crudele, ma mai fuori luogo. Un testo riflessivo, che rispecchia, nei suoi modi e nelle scelte, la realtà dei rapporti familiari.
Il testo ben scritto si accompagna ad una recitazione dinamica, che non cala in nessun momento della rappresentazione. Non ci sono intervalli, in un’ora e venti di spettacolo, ma sono ben delineati i momenti in cui appare il cambio di scena, scorrevoli e interessanti. Ben posizionate e gestite le luci, mentre si ammira la regia che non abbandona nessuno dei personaggi.
Scenografia interessante, dove, al centro, troneggia una bara presa con “lo sconto” e per questo forse troppo grande per il corpo esile della mamma appena morta.
Comprendiamo, con assoluta partecipazione, la voglia del pubblico di partecipare allo spettacolo e la sua attenzione, oltre agli applausi spontanei che accompagnano alcune delle scene. Sì, uno spettacolo davvero interessante, ben interpretato che merita l’approvazione non solo del pubblico, ma anche degli addetti ai lavori. Davvero un lavoro ben fatto!
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