Il mito di Frida Khalo al Teatro Quirino

Immagine Ufficio Stampa

Il mito di Frida Khalo la grande artista messicana, continua a conquistare il cuore degli italiani nello spettacolo “Frida Khalo, il ritratto di una donna”, di Alessandro Prete, Igor Maltagliati, Luca Setaccioli. L’icona femminile, artista per antonomasia, esempio di emancipazione per le donne di tutto il mondo, ricalca le scene del teatro romano, questa volta del Quirino, dove ad interpretare una delle donne più discusse e battagliere del secolo scorso è Alessia Navarro. Con lei in scena anche Gianluca Gobbi, Giulia Barbone e Giulia Santilli.

Lo spettacolo racconta attraverso la prosa, la musica, la danza e la multimedialità, la vita dell’artista, attraverso i quadri che la stessa Frida dipinse anche nei suoi momenti più tristi. In essi, infatti, viene espresso il dolore fisico e mentale, che l’accompagnerà per tutta la vita, anche dopo aver superato il tragico incidente che la vide protagonista in giovanissima età. Trova spazio in questa narrazione anche l’amore che la donna ha provato per Diego Rivera, anch’egli artista importante nel panorama messicano, colui che le permetterà di giungere alla notorietà. Ma nella sua vita, ci sono anche tanti, tantissimi dolori, come quello di non aver avuto un figlio.

Tutto questo appare all’interno dello spettacolo, dove viene esposto il dolore e la rabbia della donna contro la vita o le persone che l’hanno causato. La morte, la malattia, il femminicidio, il dolore, sono sentimenti che vengono affrontati nei quadri e sulla scena, a volte in modo troppo enfatico. Si perde, un po’ quel sentimento di fierezza che traspare dall’artista in ogni quadro, in ogni poesia, in ogni scritto e atteggiamento che la pittrice ha mostrato in vita. La fierezza che l’ha accompagnata fino alla fine, allontanando l’atteggiamento di pietà che le persone che l’avvicinavano, potevano provare per la sua vita così provata dagli eventi.

Immagine da web

Nel complesso lo spettacolo presenta una buona interazione tra multimedialità e teatro. Gli intermezzi tra una scena e l’altra sono suggestivi, come lo è la performance della eccellente ballerina, Giulia Barbone, elastica, dinamica, potente. Una contrapposizione alla vita dell’artista, la quale ha con il proprio corpo un rapporto diverso, limitato dalla sofferenza. Nella visione dei passi della Barbone, sembra quasi che lei voglia dare la sua dinamicità a Frida, che ne è sprovvista, perché possa esprimere il suo amore verso la sua terra, la famiglia, la vita, Diego, anche attraverso il corpo.

Alessia Navarro interpreta un personaggio difficile, intenso, fiero, indipendente, libero nel corpo e nella mente, ma allo stesso tempo dolce, innamorato, che non riesce ad arrendersi alle avversità. Un personaggio complesso, difficilmente descrivibile, sicuramente inimitabile e lo fa con una certa consapevolezza. In molti momenti appare giusta, in altri un po’ meno e sono quelli in cui ci si aspetterebbe maggior fierezza del suo dolore. Nei quadri dove questo traspare con forza, la Navarro mostra le sue qualità attoriali.

Bravi anche i compagni di scena, Gianluca Gobbi, Giulia Santilli, che accompagnano le scene e le scenografie che riprendono con maestria i quadri più significativi e famosi dell’artista, facendoli rivivere in scena.

Nel complesso lo spettacolo attrae per la diversità di arte che accoglie nel suo spettacolo e offre sul palco, tanto che il senso dell’artista viene recepito dagli spettatori e seguito con interesse. Belle anche le musiche e il disegno luci. Uno spettacolo che può essere visto con interesse e attenzione e che data la sua complessità di arti in scena, non ha bisogno nemmeno dell’intervallo.

E appare perfetto il finale, quando la voce declama “A cosa mi servono i piedi se ho le ali per volare”, come giusto finale della rappresentazione.

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Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

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