Nasce IRAE, il magazine che diventa opera d’arte
Arte e sostenibilità si coniugano in un inedito prodotto editoriale che vuole aggregare e stimolare una nuova community green
Si chiama IRAE il nuovo progetto lanciato da Yourban2030, l’associazione no profit fondata nel 2018 da Veronica De Angelis, promotrice di diversi progetti che uniscono l’arte con l’agenda 2030.
IRAE è un progetto che coniuga arte e ambiente declinato in un modello editoriale. Una serie semestrale che diventa un pezzo d’arte, un oggetto da collezione, per una community attenta alle tematiche green. Intorno a questo progetto confluiscono artisti, fotografi, designer, stilisti, poeti e scrittori, per cercare insieme di dare un’attrattiva ai progetti sostenibili ed alimentare nuovi valori attraverso la bellezza dell’arte. L’idea che soggiace a questa iniziativa – racconta Angelo Cricchi, Direttore Creativo di IRAE – è cercare un canone estetico alla sostenibilità, che spesso ha molti valori etici e meno estetici. E ci sono così i teli di copertura estiva dei ghiacciai che sembrano quadri di Burri negli scatti di Claudio Orlandi o le fotografie di composizioni eco-food di Shinya Masuda che sembrano dipinti di Ventrone.
Il primo numero del magazine è frutto di quasi un anno di lavoro iniziato nella primavera 2021 in piena pandemia, in tempi ben lontani dagli scenari di distruzione e guerra di queste ultime settimane. Eppure, sfogliando rivista è difficile non notare quanto questa sia drammaticamente attuale: quasi che la grande sensibilità artistica dei suoi contributors avesse colto e raccontato in anticipo tutti i segni premonitori di questa grande crisi. Come le tavole di Angelo Cosa che ritraggono scenari apocalittici di grattaceli distrutti, o le fotografie di scorsi di Sardegna bruciata dai roghi estivi di Dario Coletti. Ma anche le toccanti poesie di Tiziana Cera Rosco in “Tutto ciò che frana senza colpa e con colpa”. Immagini e parole crude ma potenti nella loro bellezza.
Questa operazione di ricerca raccoglie inediti, ma anche opere già prodotte dagli artisti negli anni precedenti che risulta essere molto aderenti alla missione del progetto. Durante la raccolta del materiale il team si accorge che sembrava emergere un unico comune denominatore delle opere: il vuoto. Come se – racconta Simonetta Gianfelici Fashion Director di IRAE – volessero ripristinare un terreno neutro su cui ricostruire nuovi valori. Il primo numero del magazine lavora dunque intorno al tema della “cancellazione”. La Gianfelici, che cura l’area dedicata alla moda, sceglie di dare spazio a giovani stilisti emergenti, con l’intenzione di ripristinare un’estetica che tenga maggior conto dei valori e di come il nostro abbigliamento possa diventare una forma di comunicazione per abbattere le disuguaglianze sociali e per rispettare le differenze. Sempre la Ginafelici fa notare che non ci può essere però sostenibilità senza profitto; dunque, la grande sfida è quella di riuscire a coniugare questi due aspetti fondamentali.
Ogni numero di IRAE è accompagnato da uno special project di un’artista, uno special book a edizione limitata e monografico. Il primo è firmato Paolo Canevari, che propone una versione del magazine completamente coperta di nero. Una cancellazione in cui la forma diventa contenuto: un monoblocco nero da toccare, da sfogliare, dove c’è poco da vedere ma molto da immaginare. In un mondo sovraffollato di immagini, di immagini sempre più inquinate da propagande e censure, di immagini distorte e finte, l’artista riconosce nella memoria lo scrigno sacro che custodisce quelle vere, le immagini che racchiudono i ricordi del vissuto di ciascuno.
L’opera si inserisce all’interno di un progetto che vede impegnato Canevari da più di dieci anni, “I monumenti della memoria”, una serie di lavori in cui l’artista cerca di stimolare le persone non solo ad un pensiero, ma soprattutto ad uno sguardo diverso. L’idea viene realizzata utilizzando la quinta essenza dell’inquinamento che è l’olio motorizzato per automobili – quello che viene tolto dalle automobili nel momento che hanno raggiunto un certo chilometraggio – denso di metalli pesanti si annerisce attraverso la combustione e diventa non un colore ma un materiale da usare. Canevari dipinge di olio motorizzato le pagine del magazine, cancellando, censurando immagini e parole. Ma una volta che l’olio asciuga, le immagini riaffiorano in trasparenza, rendendo visibile l’essenziale all’immaginario dell’osservatore.
Presentato in anteprima giovedì 10 marzo alla Cardi Gallery di Milano, il primo numero di IRAE sarà disponibile dal 14 marzo sul circuito Messaggerie (La Feltrinelli, Mondadori, Ubik), Armani Book, Hoepli e in tutte le migliori librerie. Online sarà acquistabile su Amazon e sulla piattaforma IRAE editori (iraedition.org).
IRAE è anche eventi intorno alla community: dopo la presentazione alla Cardi Gallery di Milano del 10 marzo, il secondo appuntamento sarà a Roma, presso gli spazi di Contemporary Cluster, Palazzo Brancaccio sempre in collaborazione con Silentsystem e con le performance sonore immersive a cura di Alessio Mosti. L’artista ha cercato di catalizzare nelle sue piccole performance le suggestioni sonore che IRAE gli ha comunicato, che vengono fruite dal pubblico attraverso delle cuffie che consentono di immergersi in un ascolto più intimistico, più puro.
A firmare il primo numero del magazine: Ezio Amato, Andreco, Nicola Bertollotti, Daniela Billi, Patrizia Boglione, Paolo Canevari, Tiziana Cera Rosco, Dario Coletti, Giacomo Costa, Ketty Di Tardo, Michele Freppaz, Simona Ghizzoni, Luca Marini, Antonio Marras, Shinya Masuda, Claudio Orlandi, Cristana Perrella, Patrizia Sardo Marras, Birgit Rusten, Wu Ming 1, Santiago Zaba-la; con Angelo Cricchi Direttore Creativo IRAE e Simonetta Gianfelici, Fashion Director.
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