Nostalgia, il film malinconico con Pierfrancesco Favino

Un film che racconta una Napoli immutabile ma in preda alla camorra

Nostalgia è il film di Mario Martone con Pierfrancesco Favino che pone l’accento proprio sulla nostalgia di casa, del proprio paese, della propria città, in questo caso di Napoli. E forse, proprio in questo film non c’è detto, proverbio che più appropriato vedi Napoli e poi muori. Perché si sa, la città partenopea racchiude in se un sentimento, un’attrazione che in pochissimi sanno spiegare. Nonostante la realtà dura e cruda della città, chi vi è nato, prima o poi, sogna di poterci tornare a vivere.

È quello che accade a Felice Lasco (Pierfrancesco Favino), imprenditore di successo che vive a Il Cairo con sua moglie (Sofia Assaidi). La coppia non ha figli, ma un buon affiatamento. Spinto dalla consorte, Felice torna a Napoli per rivedere sua madre Teresa (Aurora Quattrocchi), ormai anziana, che non vede da quando è partito a quindici anni, per seguire lo zio in Africa. Ad allontanarlo dalla sua città, un tragico evento che lo ha visto protagonista, a causa delle sue amicizie. Per questo, a sostenere la sua partenza anche sua madre che lo voleva lontano dalle amicizie e dalla vita di espedienti di Napoli.

Felice torna e cerca di passare del tempo con lei, ma appena riesce a dargli una casa più confortevole, lei muore. Nonostante ciò l’uomo è felice per essere riuscito a passare del tempo con lei, per averla vista e averle confidato il suo affetto. Però non c’è solo la mamma ad averlo atteso per tutti quegli anni a Napoli. Oreste Spasiano, divenuto ‘o Mal’ommo (Tommaso Ragno), boss dei quartieri spagnoli, e suo miglior amico d’infanzia è lì, e non lo vuole. Tra loro due ci sono incomprensioni e il capo della camorra, fa di tutto per mandarlo via da Napoli.

Lo scontro tra i due si riversa in particolare su Felice, che vuole tornare a vivere a Napoli e portare con se la moglie, desideroso di tornare nella sua città dove desidera morire. Inoltre la sua vita a Napoli si arricchisce della conoscenza di don Luigi Rega (Francesco Di Leva) che lo aiuta, sostiene e gli fa conoscere la realtà dei ragazzi che lui cerca di portare via alla camorra. Ma la vita e in particolare le persone della città legate alla camorra, hanno in serbo per lui tutt’altro.

Il film mostra una Napoli realistica, al di là delle serie TV come Mare Fuori, o film che incantano per il loro suggestivo finale. Qui non c’è una favola, ma una storia che cerca di presentarsi nel modo più veritiero possibile. Il protagonista percorre le strade di Napoli e si rispecchia nella realtà della città, negli sguardi, nei modi dei cittadini che si, possono essere accoglienti in alcuni casi, ma che si rivoltano in modo denigratore e diffidente in altri. È la camorra che fa il bello e il cattivo tempo, è la burocrazia che uccide le difese della gente, è lo Stato che non sa e non riesce ad opporvisi.

La vita di una città è la vita dei suoi cittadini e tutto si dipana nella lentezza in cui vivono i napoletani, lasciando che le cose accadano al momento opportuno e non intervenendo in modo incisivo. Ed è così che si muove Felice, nel lasciarsi vivere dalla città e dai suoi abitanti e nel ricordo del suo passato.

Interessante la scelta registica di cambiare la visione quando si passa dal presente al passato, non solo nei colori della pellicola, ma anche nel formato della stessa, donando al film quel sapore di retrò che non guasta mai. Ottima l’interpretazione di Favino che accompagna il suo personaggio. Questo, infatti, all’inizio non solo è spaesato per il ritorno a Napoli, anche se dichiara che tutto è rimasto uguale nonostante il trascorrere degli anni, ma anche per la lingua che pian piano riprende ad essere il napoletano.

Buone le interpretazioni anche degli altri attori che si distinguono per la mimica totalmente caratteristica del luogo. Aurora Quattrocchi regala al cinema un cameo di intensità anche nel corpo, non volendo rinunciare a mostrare il suo nonostante l’età. Credo che questo sia un segnale molto forte dell’attrice che, come molte altre, affermano, anche in questo modo, che le donne possono continuare a lavorare nel cinema e a interpretare ruoli del genere con qualsiasi inquadratura.

Nostalgia è un film nostalgico, malinconico, che racconta con la drammaticità degli eventi, una Napoli che si domanda, ancora oggi, quale strada vuole intraprendere per i suoi abitanti di sempre e per i suoi emigrati.

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Sissi Corrado

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