Partenza da brividi al Narni Città Teatro

Si parte con Francesco Montanari e si conclude con la performance di Fata

Ieri è partita la quarta edizione del Festival Narni Città Teatro dal titolo Possibilità Nascoste, in scena dal 16 al 18 giugno, con la direzione artistica di Davide Sacco e Francesco Montanari. Saranno tanti i protagonisti che si esibiranno in queste giornate, alcuni verranno al festival per la prima volta, altri faranno un felice ritorno, magari esibendosi in versione diversa.

Di sicuro saranno giornate ricche di spettacoli e cultura capaci di stuzzicare la curiosità dei tanti spettatori che, come ogni anno, si ritrovano qui a seguire le performance degli artisti.

A dare il via a questa quarta edizione, sono i due direttori artistici, con uno spettacolo interpretato da Francesco Montanari, L’angelo e l’automa, a cura di Claudio Di Palma e Vesuvioteatro, da Curzio Malaparte, per la regia di Davide Sacco. Montanari ci fa partecipi di una trasmissione radiofonica notturna, una di quelle che, data l’ora e il clima che si respira di notte, è tesa a racconti e disquisizioni personali ricche di riflessioni. Le riflessioni nascono dalla bicicletta, non invenzione italiana ma inglese, non elogio della genialità di un’Italia che cerca in ogni modo, di primeggiare, ma essenziale mezzo con il quale gli italiani hanno sempre convissuto. Mezzo al quale si sono ispirati in musica e cinema, ma anche ispirazione per dar voce a chi, in particolare fino alla seconda metà del Novecento, ha convissuto con essa attraverso un legame vitale. Il legame evidenziatosi poi nella rivalità sportiva tra Bartali e Coppi, i due campioni che hanno rappresentato, nel loro particolare modo di essere, i due volti dell’Italia del loro tempo. Gino Bartali la parte più religiosa, quasi serafica e angelica, Fausto Coppi quella più meccanica, legata all’uomo e al suo ingegno. Due realtà che si sono sempre contraddistinte e che hanno fatto della parola loro rivalità l’espressione della società degli italiani. Uno si affidava alla provvidenza, alla benevolenza e amore per Dio, l’altro alle proprie forze e alla determinazione dell’uomo. E la radiocronaca che fa Montanari, ci riporta per un po’, all’Italia dei nostri nonni e bisnonni, amanti di quella rivalità, per i quali tifavano con determinazione avendo il proprio beniamino. Ma è anche occasione per ricordare gli affetti da bambino, quelli che ci riempiono il cuore per la dolcezza o particolarità degli stessi. Mentre si parla di evoluzione dei campioni, dove Marco Pantani, “il pirata” accompagna la giovinezza del bambino cresciuto, si riflette sulla propria crescita, sull’abbandono dell’infanzia. In questo modo è anche l’ascoltatore/spettatore che, per un attimo, ritorna bambino e si ritrova in sella alla sua prima bicicletta, con i piedi che non arrivano ai pedali, ma pieno di entusiasmo per essere salito sul sellino.

Francesco Montanari

Una delle novità presentate a Narni Città Teatro è il Teatrino Viaggiante, una struttura totalmente ecosostenibile, che può essere montata ovunque e che, a cominciare da quest’anno, viaggerà in alcune città dell’Umbria. Ad inaugurare la struttura al festival, Nicola Lagioia, scrittore, sceneggiatore, speaker radiofonico. A lui il compito di parlare di letteratura su un palco che è anch’esso, parte della letteratura stessa. Nel terzo Millennio, tra E-book, scrittura digitalizzata, foto, video, è ancora utile, emozionante, rigenerante, leggere un libro? Il racconto che fa Lagioia parte dalla letteratura orale degli antichi e dall’importanza di trasmetterla, poi, in forma scritta, di cui si ha memoria attraverso l’Odissea e l’Iliade. Mutazioni che hanno reso la letteratura attrattiva, modificandone anche la struttura: poesie, racconti, romanzi gialli, noir, una serie di evoluzioni capaci di attrarre, ma in particolare emozionare. Un rapporto che si evidenzia, sottolinea Lagioia, in qualcosa di personale e intimo: se il libro è condiviso con tutti, la lettura è condivisa con il singolo lettore, che, nel contatto personale con esso, si emoziona. Importante è anche la figura dello scrittore, colui che, attraverso le parole scritte, riesce a far emozionare, piangere o ridere. Le citazioni dei tanti scrittori quali Dante, Ungaretti, Manzoni, Primo Levi, persone che hanno saputo condividere emozioni anche negli anni successivi alla loro morte. Un lavoro fatto di immersione nella propria personalità, andando a scavare quei sentimenti ed emozioni che tutti proviamo e che spesso teniamo nascosti, come accade con i più negativi. Lagioia riesce a narrare oralmente tutto ciò, trasmettendo emozioni e riuscendo a far ridere e sorridere lo spettatore, ricordandoci che far piangere è molto più facile che far provare ilarità.

Nicola Lagioia

La parola continua ad essere essenziale nello spettacolo Concerto, creato ed interpretato da Moreno Solinas che scrive anche testi e musica e Igor Urzelai Hermando, con arrangiamenti e regia musicale di Simone Sassu. Lo spettacolo basa la sua forza proprio sulla musica. È uno spettacolo di Teatro Canzone, dove la narrazione dello stesso avviene attraverso le canzoni di Solinas che ci raccontano il rapporto di un omosessuale con la società, con i coetanei, con l’amore, con il sesso, con la percezione che gli altri hanno di qualcuno. E lo fa utilizzando nei suoi testi parole dolci, ma anche dure e dirette, che aprono alla comprensione del tutto. È un testo fortemente LGBT, ma contenuto in una sfera di conoscenza e comprensione che arriva dritto allo stomaco o al cuore. Sul palco Solinas non solo canta, ma balla e indossa abiti che rappresentano tutto il mondo che racconta, attraverso tre caratteri chiave: la tradizione sarda, lo spirito di libertà creativa e l’alterità, un modo per migliorare la percezione di esperienze agli altri. È qualcosa che si riversa con tutto ciò sullo spettatore, con una profonda riflessione sull’essere e sulla percezione che la società ha su ognuno di noi, in particolare verso ciò che vede e sente diverso.

Moreno Solinas

Il finale della serata è un esplosione degli elementi concentrati all’interno di una splendida performance, quella del Resextensa centro nazionale di produzione per la danza di Elisa Barucchieri, in Fata fuoco.aria.terra.acqua – la danza degli elementi. Gli elementi rappresentati sono un insieme di emozioni: l’acqua è il principio dell’empatia; il fuoco dello scontro, della trasformazione e dell’unione; l’aria della libertà; la terra, invece, li racchiude tutti. A narrare ciò che accade è la voce calda di Madre Natura, che accompagna le performance degli artisti protagonisti dei vari elementi. Non c’è elemento che non viene rappresentato in maniera spettacolare e decisa, divenendo una stupenda attrattiva per lo spettatore. Ognuno di essi ne mostra le caratteristiche principali. C’è la forza della terra attraverso le forti emozioni e la forza fisica pronta a raccogliere ogni altro elemento. La particolarità dell’acqua, tra eleganza e gioia, stupore e coordinazione che emerge attraverso una vasca nella quale l’artista nuota e si immerge con disinvoltura in modi diversi. La leggerezza, eleganza, fluidità dell’aria che arriva a sorpresa dalla torre della Piazza dei Priori, da cui due artiste si calano fino a metà, offrendo uno spettacolo unico ed emozionante. Il fuoco, che ci permette di ritornare alla terra, con le sue forti contrapposizioni, scontro – unione, trasformazione, circondato dalla terra, da cui prende vigore e si anima.

Fata

Assistendo allo spettacolo in serata, gli elementi e di conseguenza gli artisti, riescono a offrire uno spettacolo che si amalgama con la magia del momento. È un finale che lascia ammaliati, che offre allo spettatore un adeguato saluto come conclusione della prima giornata del festival Narni Città Teatro.

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Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

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