Recensione: Allegra era la vedova, al Teatro della Cometa di Roma

Foto di MANUELA GIUSTO

Al Teatro della Cometa di Roma, in scena il primo spettacolo della stagione 2018/2018 “Allegra era la vedova?” One Man show per una miliardaria. Scritto da Gianni Gori, regia Gennaro Cannavacciuolo e Roberto Croce. Sul palco con Cannavacciuolo, due ballerin: Giovanni De Domenico e Fulvio Maiorani. Presente anche una piccola orchestra, con Dario Pierini al pianoforte, Andrea Tardioli al clarinetto e al sax e Piermarco Gordini al violino.

Lo spettacolo è una rivisitazione dell’operetta “La vedova allegra”, degli inizi del ‘900 che ebbe gran successo e che attraversò il periodo delle due guerre. Molto amata da Hitler che però, non nominava mai suoi librettisti in quanto ebrei.

La storia tratta di una situazione politico/sentimentale. Si cerca di far risposare la signora Hanna Glavari, vedova di un banchiere, e quindi ricchissima, con un suo connazionale, in modo da non far uscire dalle casse dello stato i soldi. Intrighi, amori, situazioni ambigue e scambi di persona sono gli ingredienti dell’operetta che finisce comunque bene.

La rivisitazione parte dal tenore Louis Treumann, che interpretò il conte Danilo, pretendente della vedova. Lui, ebreo, ricorda la sua fama e il successo dell’operetta e purtroppo anche il declino di entrambe, a causa delle leggi razziali.

La scenografia essenziale: due separè e una scala, entrambe sul grigio, per far risaltare i colori degli abiti e la presenza dell’attore. Sui due separè scorrono poi foto e filmati d’epoca, a dare idea del periodo. Fondamentale e d’impatto l’orchestra dal vivo.

Lo spettacolo, per amanti della bella epoque e dei ricordi, ha tratti comici e drammatici; Cannavvaciuolo, un animale da palcoscenico,in gamba, versatile, sulla la cui bravura non si discute, si cala nei panni dei principali interpreti, con un semplice cambio di vestito e di tono. Molto bravi i due ballerini che in pochissimo spazio danno vivacità e colore alla scena.

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Raffaella Monti

48 anni, una vita con i bambini ... degli altri, a raccontare favole e a gustarmi film e letture. E se c'è il lieto fine ... meglio!

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