Recensione: NOTE DI CIOCCOLATA di Paolo Triestino e Giovanni Baglioni

Andrà in scena fino a domenica 17 Febbraio al Teatro Flaiano “Note di cioccolato”, uno spettacolo che intrattiene: il tema non può che interessare ed essere alla portata di tutti, come i cioccolatini ottimi che vengono offerti prima di prender posto in sala, dei piccoli kit di assaggi che come una sorta di degustazione, accompagneranno lo spettacolo rendendolo multi sensoriale per non dire sinestetico. Ironico, amaro, fatto di momenti dolci, e anche di qualche piccola spiegazione tecnica, ricordi che riaffiorano, caldi e freddi, ossimori, dunque cioccolata ovunque; si può forse dire che, in effetti, la cioccolata accompagni la vita delle persone, chi più o chi meno, in fondo è una questione di gusti: in Italia abbiamo un consumo di 4 kg l’anno procapite, in Germania raddoppiano, in Cina diminuiscono fino a un etto snello snello.

Lo spettacolo si apre con il mito del dio azteco Quetzalcoatl, per spostarsi sui ricordi personali di attore e musicista, esilaranti parodie liturgiche e drammatici momenti tratti dalla biografia di Trudi Birger, per concludersi con lo stesso mito con cui era iniziato.

Minoranze di bianchi contro i fondenti, religioni, assiomi e opposti della vita di tutti giorni, nella sua durata lo show passa dai simpatici luoghi comuni a narrazioni biografiche e autobiografiche, i racconti si fermano, interrotti da uno nuovo, per poi essere ripresi, e se anche a prima impatto disconnessi tra loro, non privi del loro filo conduttore, la cioccolata, e una bravura narrativa e musicale che non può non emozionare, dal riso al pianto, perchè la vita è fatta di opposti anche quando si parla di cioccolata.

La musica di Giovanni Baglioni e i racconti di Paolo Triestino e la cioccolata che si scioglie in bocca, uno spettacolo impeccabile a cui non manca nulla, neanche la possibilità di un dolcetto finale, e una piccola riflessione su come questo alimento con la sensazione di piacere che crea, caratterizzi un semplice vizio/ricompensa per se stessi, il cui sapore forte e amaro non si dimentica.

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Carolina Taverna

Diplomata al liceo artistico e laureata in studi storico artistici con tesi in arte contemporanea.

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