Santa Maria Antiqua e la mostra su Giacomo Boni al Parco Archeologico del Colosseo

Foto di Carolina Taverna

La modernità introdotta da questa figura sta nell’approccio di recupero e valorizzazione storico artistica

Dal 15 Dicembre è di nuovo visitabile la chiesa di Santa Maria Antiqua, all’interno dei Fori Imperiali, in occasione dell’apertura di una mostra dedicata a Giacomo Boni.

La chiesa che sorge nel foro é uno spazio situato accanto alla rampa di accesso al Palatino, ambiente che inizia la sua storia probabilmente come luogo di servizio e guardiania, nel quale si è poi sviluppato un ambiente chiesastico dedito al culto della Madonna. Santa Maria Antiqua, rimasta intatta nella sua facies medievale, è stata sepolta interamente da una frana durante l’VIII secolo.

Foto di Carolina Taverna

Interdetta al culto, coperta dai detriti, vi è stato poi costruito sopra un altro edificio sacro, la chiesa di Santa Maria Liberatrice. É durante interventi di sterramento del giardino retrostante questa nuova struttura edificata alle pendici del palatino nel 1617, che viene scoperta l’esistenza della grande aula con abside dipinta. É il 1702 e la vicenda desta scalpore, tanto che si hanno delle rappresentazioni acquerellate dell’accadimento.

Viene però ricoperta ancora una volta, se ne perde la memoria, sino all’intervento di inizio 900: dopo un contenzioso con le monache di Tor’ de Specchi cui la chiesa apparteneva, lo Stato italiano si appropria della struttura seicentesca, che verrà eliminata tramite l’uso della dinamite, affidando la zona da scavare a Giacomo Boni.

Foto di Carolina Taverna

Agli inizi del 900, l’archeologo e architetto, incentra la sua attenzione sull’area del foro e del Palatino dove appunto si è scelto di sviluppare la mostra Giacomo Boni, L’alba della modernità. La modernità introdotta da questa figura sta nell’approccio di recupero e valorizzazione storico artistica, nell’uso di nuovi metodi di comunicazione e divulgazione, oltre che di scavo, come quello stratigrafico: un’impronta nuova che tra i vari meriti ha quello di ampliare la possibilità di lettura di una Roma bizantina non del tutto scomparsa, anche se spesso nascosta dai rifacimenti e fioriture successive.

Congiuntamente agli scavi che dal Gennaio del 1900 interessano Santa Maria Antiqua e la zona circostante, Boni dedica attenzione alla documentazione grafica, tramite foto e copia acquerellata, sia delle strutture che dei pavimenti, come accade per la stratificazione pittorica della chiesa, famosa per la sua parete palinsesto, simbolo della vivida realtà e complessità storica della struttura di culto.

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La mostra, divisa in quattro sezioni, parla dell’attività archeologica e il museo forense (presso Santa Maria Nova), la vita di Boni (presso il Tempio di Romolo), la scoperta di Santa Maria Antiqua di cui si parla all’interno della chiesa stessa, e una parte dedicata all’approfondimento del contesto culturale e artistico del primo Novecento (Uccelliere farnesiane) nel quale si è formata la figura di Giacomo Boni.

Foto di Carolina Taverna

Inaugurata lo scorso dicembre, sarà visitabile sino al 30 Aprile, offrendo un approfondimento che riguarda la nascita del significato di valorizzazione in senso moderno, e il progetto museografico di stampo moderno che l’architetto adotterà per Foro e per il Palatino, un primo esempio di Parco Archeologico.

www.beniculturali.it/evento/giacomo-boni-lalba-della-modernita

Carolina Taverna

Diplomata al liceo artistico e laureata in studi storico artistici con tesi in arte contemporanea.

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