Thriller apocalittico, Il mondo dietro te
Julia Roberts nel film che racconta di un’apocalisse preparata dall’uomo
Netflix pubblica nella giornata dell’8 dicembre, festa per l’Italia e quindi ottima scelta per l’uscita di un nuovo film, Il mondo dietro di te, film diretto da Sam Esmail, ispiratori al libro di Rumaan Alam Leave the World Behind uscito in Italia con il titolo Il mondo dietro di te.
Siamo in una bella giornata qualunque. Grazie all’intuizione della mamma Amanda (Julia Roberts), la famiglia Sandford riesce ad organizzare una mini vacanza fuori dalla città. Clay (Ethan Hawke) ne è entusiasta e dello stesso avviso sono i figli Archie (Charlie Evans) e Rose (Farrah Mackenzie). Lungo la strada, ad un tratto, i telefoni e la connessione internet saltano e tutti restano isolati. Ma sono in vacanza e pensando che questo possa dipendere dal luogo, il viaggio continua senza timore alcuno.
La casa affittata è bellissima, molte stanze, una cucina immensa, una piscina e tanto verde attorno. Un luogo da sogno dove poter trascorrere del tempo insieme in assoluto relax. Appena arrivati i genitori si dividono i compiti, Amanda va a fare spese per il weekend e, uscendo dal supermercato, osserva un uomo Danny (Kevin Bacon) che ha fatto una scorta come se si aspettasse una chiusura da parte dei negozianti.
Tornata a casa, tutto procede per il meglio e la famiglia al completo si dirige in spiaggia per una giornata rilassante. Appena arrivati i due ragazzi notano subito una nave che si dirige verso la spiaggia, ma è lontana. Con il passare del tempo e senza tenerla realmente sotto controllo, la nave, che punta dritta verso la riva, si avvicina e nel pomeriggio, mentre tutti sono rilassati a prendere il sole, questa fa fuggire i bagnanti perché si arena proprio dinanzi a loro.
In breve arrivano anche le forze dell’ordine sulla spiaggia che sostengono che a causare l’incidente è stato il sistema delle navi, quella, infatti, non è la sola nave arenatasi quel giorno. Tornati a casa, mentre i ragazzi si divertono in piscina, i genitori scoprono che nulla è mutato per ciò che riguarda la rete e i canali televisivi.
Rimasti nel più completo isolamento e non sapendo cosa aspettarsi, decidono di attendere il giorno dopo, ma a notte fonda qualcuno bussa alla loro porta. Sono G.H. (Mahershala Ali) e Ruth (Myha’la) padre e figlia, proprietari della casa, fuggiti dalla città a causa proprio del black out e tornati in quella che sentono come la loro dimora più sicura.
Chiedono di poter entrare in casa, ma in fondo quella è casa loro, e mentre Amanda è sfavorevole perché ha timore per la presenza di persone che lei reputa estranee, Clay è più proteso all’ospitalità di coloro che, in fondo, sono i proprietari. Inoltre il proprietario cerca di convincerli offrendo 1000 dollari, più della metà del pagamento per il loro soggiorno. Alla fine padre e figlia si sistemano nel seminterrato mentre alla famiglia resta l’intera casa.
I problemi, però, non sono ancora finiti perché il giorno dopo continua ad essere presente il black out. Comincia per le due famiglie una convivenza forzata e dettata dai diversi modi di cercare di capire cosa stia realmente accadendo. In un primo momento i coniugi Sandford cercano di tenere i loro figli, ancora minorenni, all’oscuro di tutto, ma saranno proprio loro, in alcune scorribande tipiche delle vacanze, a scoprire strani effetti della natura, in particolare alcuni comportamenti degli animali che fiutano in anticipo il pericolo.
Il film, un thriller che racconta un’apocalittica situazione negli Stati Uniti, ma questo ne è solo un esempio, mette a confronto idee politiche, scientifiche, economiche che, come racconterà Danny, ma anche lo stesso G.H Scott, sono visibile fra le righe del mondo giornalistico ed economico. “Non vanno letti solo i titoli, ma l’intero giornale” affermerà Danny, quasi a spronare lo spettatore che si sofferma solo ai tanti titoli anche sui social. Ed è questa uno dei messaggi che cerca di esplodere dalla pellicola: ciò che ci circonda è ben visibile, siamo noi a non leggere o meglio a non voler vedere ciò che accade, troppo presi nel nostro egoistico stile di vita privata, nel nostro voler fregare gli altri per il nostro benessere personale più che collettivo.
L’apocalisse, in questo caso degli Stati Uniti, avviene in tre fasi ben distinte, che il regista racconta quasi a dividere forzatamente la pellicola: prima l’isolamento delle comunicazioni; la seconda la paura innescata verso la popolazione, fino ad arrivare alla terza, rappresentata dalla guerra civile, per poter, in questo modo, sovvertire il governo stesso.
Un piano ben congeniato che lascia lo spettatore attento per circa due ore di programmazione, cercando di comprendere da dove sia partito il tutto, cosa stia realmente avvenendo e come. In primo piano ci sono anche le nuove tecnologie, utilizzate per scopi molto più subdoli, la personalità delle persone, la ricerca, la fuga, la paura, quest’ultima tanta, che non riesce ad abbandonare nessuno dei protagonisti. La paura appare ben visibile nel momento in cui nessuno vuole abbandonare la casa che sembra l’unico vero rifugio per tutti.
Lentamente anche le personalità dei protagonisti mutano, si trasformano secondo le varie vicende che vivono, i momenti che li vedono protagonisti in positivo e negativo. Ethan Hawke rappresenta l’uomo collegato alla tecnologia, senza la quale è incapace di fare qualsiasi scelta o prendere decisioni, non si sa muovere nelle problematiche giornaliere e nell’aiutare i figli. A questa figura si contrappone quella di Kevin Bacon, del tutto concentrato nella praticità, nel saper risolvere i problemi praticamente. Julia Roberts è invece la donna insoddisfatta della vita coniugale ma protesa nella difesa della propria famiglia, più determinata e decisa del marito stesso. La voglia degli sceneggiatori e del regista resta, comunque, quella di lanciare, nonostante un racconto apocalittico, un segnale di speranza, rivolto alla stessa umanità.
Il cast in principio avrebbe dovuto vedere Denzel Washington tra i protagonisti, e non sarebbe stato male, perché la coppia Roberts – Washington ha recitato insieme in un altro thriller di successo, Il rapporto Pellican, tratto da un romanzo di Grisham del 1993, dando prova di un grande affiatamento professionale. Nonostante ciò gli interpreti, tutti di spessore, hanno dato vita ad una prova attoriale coinvolgente. Da seguire con attenzione.
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