Torna “Fuori Misura” al teatro MTM Leonardo
Il Leopardi come non ve l’ha mai raccontato nessuno
Uno spettacolo ideato per le scuole, ma capace di coinvolgere e divertire il pubblico di ogni età. A 10 anni dal suo debutto e con oltre 300 repliche in tutta Italia, “Fuori Misura” torna al teatro milanese MTM Leonardo.
Un unico attore, il bravissimo ed istrionico Andrea Robbiano, interpreta tre personaggi. Il giovane laureato in lettere, Andrea Roversi, lavora in un call-center e sogna di diventare professore. Finalmente riesce ad ottenere la sua prima docenza, con una supplenza proprio nella sua vecchia scuola media. Ma l’inflessibile preside gli comunica che Giacomo Leopardi sarà il primo autore da affrontare in classe. Quale approccio tenere con i ragazzi? Come farli appassionare ad un autore così complesso? Il giovane professore preso dal panico cerca di affrontare il suo senso di inadeguatezza e di prepararsi per la prima lezione, sostenuto dall’amicizia dello stravagante portinaio algerino Salim e dai suoi saggi ed improbabili detti popolari.
E così la platea si trasforma in aula. In scena una lavagna ed una cattedra, con due pile di enormi libri che fungono da sgabelli.
Vinto l’imbarazzo iniziale, il professore invita la classe-pubblico a viaggiare nel tempo, fino al 1798, quando i cellulari non c’erano, e per strada si sentivano solo i rumori degli zoccoli dei cavalli o delle ruote delle carrozze. “E visto che la macchina del tempo non è stata ancora inventata ci tocca immaginare”.
Inizia così il racconto di Leopardi, un invito ad immaginare il vissuto ed il sentire di quel bambino vivace e curioso nato a Recanati, nelle Marche. Un Leopardi che cresce come ragazzo inquieto in una famiglia benestante, ma anche tanto severa e bigotta. Un ragazzo che sogna di scappare e di viaggiare, come tutti i ragazzi della sua età, come i giovani della beat generation. Un ragazzo che vive tutto il suo disagio adolescenziale soffocato dal rapporto con i genitori e provato da una malattia degenerativa che lo colpisce a 16 anni.
Un dolore che cresce per un cuore trabocca di desiderio e di passione, racchiuso però in un corpo si accartoccia sotto il peso della malattia: “… Non compagni, non voli, | Non ti cal d’allegria, schivi gli spassi; | Canti, e così trapassi | Dell’anno e di tua vita il più bel fiore. …” così racconta la sua pena nel Passero Solitario. Imbruttito sempre più dalla malattia che lo ingobbisce, il giovane Giacomo sente su di sé gli sguardi di disprezzo dei coetanei. Il giovane professor Roversi coinvolge la classe con ripetuti parallelismi con i ragazzi bullizzati di oggi, con i “fuori misura”, come l’amico over-size, la ragazza con i denti sporgenti, o lui stesso preso di mira per l’eccessiva altezza.
Un talento smisurato, quello di Leopardi, in un corpo “fuori misura”. Quello “sfigato, così sfigato che ancora oggi, a distanza di oltre duecento anni, è conosciuto come uno dei più grandi autori della letteratura Italiana”
E il professor Roversi conclude la sua lezione recitando i versi dell’Infinito, accompagnato da un bisbiglio corale dalla platea che con lui recita la famosa poesia.
Una frizzante e coinvolgente commedia, nata dalla penna di Valeria Cavalli, con il supporto di Claudio Intropido, capace di riattualizzare l’autore classico, ma soprattutto di raccontare il mondo giovanile attraverso le sue opere.
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