Trasparenze di Massimo Necci

Un trittico per tre opere di artisti diversi

A Trittico d’Artista selezione personale di opere in mostra II edizione hanno esposto, ad aprile, tre artisti della Scuola d’Arte di Emiliano Alfonsi: Paola De Marco, Massimiliano Necci, Claudio Riefoli con Trasparenze. Il format ideato e curato da Andrea Alessio Cavarretta, che unisce tre realtà legate al mondo della cultura Kirolandia e CulturSocialArt e uno dei luoghi fisici più in voga di Roma, il cocktail bar bistrot Officine Beat di San Lorenzo, continua a presentare nuovi artisti al pubblico e lo fa anche grazie a Stefania Visconti, attrice e modella, che presenta la serata accompagnata da Andrea Alessio Cavarretta.

Uno degli artisti che ha esposto nel Trittico d’Artista dal titolo Trasparenze, del 13 maggio è Massimiliano Necci.

Benvenuto! la prima domanda è la motivazione per cui il vostro Trittico è stato chiamato Trasparenze.

Buongiorno! Il titolo Trasparenze deriva dal fatto che il soggetto rappresentato sembra materializzarsi ai nostri occhi di spettatori come proveniente da una dimensione e connotazione storica…. Dimenticata ma non per questo priva di significato ancora nella nostra quotidianità

Cosa hai provato esponendo alle Officine Beat di San Lorenzo a Roma?

Esporre ad Officine Beat ha aiutato a superare in parte l’emozione, quel senso di ansia ed aspettativa che è poi connaturato con ciò che potremmo definire debutto, Sia lo spazio che la frequentazione dello stesso, aiuta a rilassarti ed a farti vivere il momento in totale naturalezza senza la palpitazione da prestazione.

Qual è il titolo della tua opera, cosa rappresenta e com’è nata?

Si intitola Psychè. Questo termine inizialmente si identificava con la più importante delle funzioni vitali: il respiro. Da qui il passo per identificare la psychè con l’anima è breve. La mia ricerca artistica si basa sulla ricerca della bellezza nelle sue declinazioni. Per me la bellezza è una forza vitale che ci accompagna lungo il nostro cammino di vita. Non si tratta di apprezzare l’aspetto esteriore delle cose ma di cogliere il senso profondo e il valore di ciò che ci circonda. La bellezza è nelle piccole cose, nei gesti quotidiani, in uno sguardo che riemerge da una vecchia superficie scrostata. Bellezza è un atteggiamento mentale, uno stile di vita. Chi sa vedere e riconoscere la bellezza sa anche amare, sperare, sognare! Chi sa vedere la bellezza, non invecchia mai perché mantiene vivo il suo spirito ed il suo cuore. In fondo la bellezza è la giovinezza dell’anima, è la mia Psichè.

Generalmente cosa ti piace dipingere e perché?

Dipingo generalmente nature morte e ritratti. È la mia ricerca del bello, nelle piccole cose inanimate e quindi nelle nature morte, così come nei volti, negli sguardi attraverso i ritratti.

Quando hai cominciato a dipingere e qual è stato il tuo primo vero dipinto?

Ho cominciato nel 2011 ed il mio primo quadro è stato il ritratto di Maria Callas nelle vesti di Medea nel famoso film di Pier Paolo Pasolini.

Chi sono i tuoi modelli e perché?

I miei modelli di riferimento non sono univoci. Dipende dalla fase elaborativa del momento. Diciamo che amo l’arte fiamminga, ma non solo.

Fai parte della Scuola D’Arte di Emiliano Alfonsi, che cosa ti ha dato la scuola e cosa ti aspetti ti dia ancora?

Emiliano Alfonsi aggiunge una tessera fondamentale nel mio percorso formativo. Soprattutto dal punto di vista tecnico, obiettivo che ogni scuola seria dovrebbe darsi.

Cosa pensi di questo percorso formativo?

Ovviamente se sono ancora un alunno di questa scuola non posso che essere felice della strada che abbiamo percorso insieme. Apprezzo particolarmente il fatto che il nostro Maestro non interviene nella scelta del soggetto da rappresentare, qualunque sia la sua tipologia, ma ci affianca efficacemente nella fondamentale fase elaborativa e costruttiva dell’opera.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Riuscire sempre più a riconoscere ed apprezzare il bello nella molteplicità delle sue forme, anche in quelle meno immediate.

Grazie e in bocca al lupo!

Grazie!