Una stagione ricca di riflessione
Giancarlo Sammartano racconta la seconda stagione del Teatro Villa Lazzaroni
Il Teatro Villa Lazzaroni di Roma si appresta ad affrontare la sua seconda stagione. Forte della sua posizione, è sito infatti all’interno del parco Villa Lazzaroni, vicino alla metro A Furio Camillo, ha conquistato un pubblico di affezionati.
Quest’anno si presenta con una stagione variegata, scelta con attenzione dal suo direttore artistico, Giancarlo Sammartano, che ha voluto inserire spettacoli teatrali di diversa tipologia, tra cui quelli di impegno civile, ma anche commedie, drammi, e musica. Inoltre continuerà la collaborazione con la nota scuola di Teatro Fondamenta la scuola dell’Attore, che apporta uno scambio reciproco di conoscenza e maturazione. Di tutto ciò ne ho parlato con il direttore Giancarlo Sammartano che ringrazio per la sua disponibilità.
Secondo anno del Teatro Lazzaroni, come si appresta ad affrontare questa nuova stagione?
Con il sollievo di avere superato la prima. Anche questa, e le prossime saranno in salita, ma almeno le curve sono finite.
Quali sono le cose che si porta dietro della prima stagione?
Una maggiore attenzione nello scegliere gli spettacoli, cercare nuove proposte, avvicinare a noi artisti che ancora non sanno della nostra esistenza.
In un periodo in cui, come dice lei, i teatri chiudono, la gente fa fatica a partecipare a spettacoli dal vivo, il Teatro Lazzaroni è un punto di riferimento del quartiere e lentamente ha aumentato i suoi spettatori, a cosa è dovuto tutto ciò?
C’è una grande fame di Teatro, di tornare a condividere questa esperienza dal vivo. Spiace dirlo, ma i cinema sono semi vuoti, mentre i teatri, pur con tutte le criticità economiche, sembrano in ripresa.
Il teatro è collegato alla Scuola Fondamenta, cosa apporta ciò al teatro? E alla scuola?
Scuola e teatro sono due momenti della stessa storia. La vicinanza delle due strutture mostrerà alla scuola il suo prossimo approdo, e al teatro la carica di energia che è necessaria a ricercare, inventare ancora.
Nel cartellone di quest’anno ha inserito una rassegna del teatro di Ulderico Pesce, cosa l’ha spinto a portare nel suo teatro spettacoli civili che difficilmente vediamo in altri luoghi, soprattutto più grandi?
Ma questa è la missione più importante di un teatro come il nostro. Noi non faremo mai teatro di intrattenimento televisivo, teatro digestivo. Ci si può divertire anche continuando a pensare. Pesce, come tanti altri, fa vero teatro pensando alla storia, società, costume.
Parlando ancora della stagione 2023/2024 del Teatro Lazzaroni, un’altra rassegna è dal romanzo alla scena, cosa si dovranno aspettare gli spettatori?
Il romanzo è l’orizzonte linguistico di tanto teatro. Riflettere sulla teatralità del romanzo, vuol dire anche affermare il valore letterario e poetico del teatro.
Grande attenzione anche alla musica…
La musica, come la pittura, è parte integrante della teatralità. Pensiamo all’Opera lirica, all’incontro tra parola e musica. Ci saranno, in questa stagione, molti appuntamenti musicali con il gruppo EuropaInCanto, che toccheranno la musica colta come la musica più popolare dell’Operetta.
Sfogliando le pagine del libricino della stagione del teatro, si nota la presenza di vari generi, da spettacoli ad alto impegno civile a spettacoli che fanno divertire lo spettatore, come ha costruito lei questa stagione?
Ripeto i generi sono diversi, ma la natura è la stessa. Il teatro deve parlare dell’uomo all’uomo, nella sua dimensione storica e sociale. Il teatro non è un passatempo. I Greci del V secolo a.C. andavano a teatro per ammazzare un pomeriggio?
Dicevo che il teatro ha passato un periodo molto duro a causa della pandemia, voi, invece, avete deciso di aprirne uno, perché?
In realtà abbiamo riaperto sul finire della pandemia. Andava fatto, per vincere le paure e lo sconcerto di tanti.
Cosa si prova a dirigere un teatro nuovo, pieno di speranza?
Dirigere è una grande responsabilità. Bisogna ascoltare, ma anche decidere. Il pregio di un teatro che apre è la sua freschezza fondativa, la gioia dell’inizio.
Cosa si aspetta dai suoi spettatori? E dai suoi collaboratori?
Dagli spettatori tutto quello che possono. Dai collaboratori tutto quello che devono.
Qual è lo spettacolo che vorrebbe portare in scena al Teatro Lazzaroni e perché?
Ce ne sono tanti da non poterli enumerare. Bulgakov, Canetti, Erdmann, Jarry, Viviani, Majakovskij….
Grazie per essere stato con noi!
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