100 anni di Radio

Unico mezzo di comunicazione capace di migliorarsi e non perdere mai il suo fascino

Il 6 ottobre del 1924 partiva in Italia la prima trasmissione radiofonica. Nonostante l’inventore della Radio fosse italiano, Guglielmo Marconi, l’Italia all’inizio non appoggio questo ingegno futuristico, tanto che andò a Londra e lì trovò finanziatori e sostenitori per le sue invenzioni. Eppure oggi la Radio è celebrata come uno dei mezzi di comunicazione più versatile e lungimirante mai costruito dall’uomo. Un sogno che Marconi ha seguito con perseveranza e che ha incantato tantissime persone.

Chi non si è mai chiesto cosa lo affascina della radio? Per i nostalgici, un po’ come me, la radio racchiude mistero, libertà, fascino e magia. Fin da piccoli ci raccontavano le storie passate, dal ventennio fascista alla seconda guerra mondiale e tutte portavano, prima o poi, alla radio. I discordi dei governanti, le dichiarazioni e, poi, la musica, i programmi di intrattenimento. Sono nata negli anni Settanta, quando la radio ebbe uno dei suoi momenti migliori, con la nascita delle radio libere e l’ho vissuta a pieno negli anni Ottanta, con la musica e i tanti programmi che ce la raccontavano, che ci permettevano di ascoltare ogni genere di musica e di impegno civile. Non si può non ricordare Peppino Impastato che, attraverso la radio, con programmi ironici su Radio Aut, combatté la mafia.

Se a casa non avevi un giradischi, un mangiacassette, una tv o se quest’ultima era destinata ai più grandi, sicuramente avevi una radio. Ricordo con nostalgia le canzoni ascoltate con la mamma e la zia, amanti della musica degli anni Sessanta, ed è stato grazie a loro se mi sono appassionata a tanti interpreti. E che dire delle trasmissioni domenicali ad ascoltare le telecronache delle partite di calcio, con la squadra del cuore, pronti a seguirne i risultati, o la manifestazione canora più importante del mondo musicale italiano, il Festival di Sanremo.

Con la diffusione delle musicassette, e si, quelle che si arrotolavano con la penna o la matita, la Radio era un modo per registrare, nei tempi giusti, le canzoni e preparare dei mix da dedicare a chi volevi bene, o da portare con te nei viaggi, da ascoltare in treno, in autobus, in macchina. Non ti abbandonava mai, come non lo faceva la musica. E poi, con il tempo, scoprire che quando si era bambini, qualcuno aveva registrato la tua voce, in un discorso strampalato che avresti definito una visione o un delirio.

La Radio era magica perché ad affascinarti non era una reale forma, ma la voce, da quella calda e rassicurante a quella grintosa e piena di energia che sprigionava da una piccola scatoletta pronta a tenerti compagnia. Studiavamo con le radio accese, ascoltando canzoni d’amore che i fidanzati si scambiavano insieme a messaggi, perché allora non c’era il cellulare e il telefono aveva un costo enorme. Scoprivi le dichiarazioni, le richieste di perdono, gli addii, ma anche gli appuntamenti che si davano fidanzati o amici attraverso i programmi.

Era e lo è ancora, un sogno molto bello, che qualcuno, tra i più pessimisti, pensava finisse con l’avvento di Internet. Invece no, perché la Radio, come aveva fatto in passato, si è evoluta attraverso le nuove tecnologie, diventando radioweb. Certo, non abbiamo più la diffusione di quella piccola scatoletta che andava ad onde radio, da portare in giro con le batterie e la presa elettrica, chissà quanti giovani oggi ne hanno vista una, ma abbiamo la fortuna di poter ascoltare le trasmissioni radiofoniche attraverso i nostri cellulari. Con le App, continuiamo ad ascoltare musica e la voce degli speaker, senza perdere la magia. Per chi invece, poi, quella magia non sa che cosa sia, perché preso dalla smania dei social, della presenza fisica, la radio si è aperta anche a questo.

Io resisto ancora alla bellezza della voce che mi accompagna tutte le mattine al lavoro, tutte le volte che salgo su un autobus per andare da qualche parte e ringrazierò sempre chi, da quel lontano 1924, ha deciso di far partire le trasmissioni radiofoniche e ha dato la possibilità a tutti, di ascoltare programmi diversi, diversificati e per tutti i gusti.

Forse è per questo che, nel mio piccolo, ho poi ideato delle trasmissioni utilizzando le radioweb, ho attraversato l’etere con il fascino della voce, raccontando di cultura, di arte, incontrando persone con i miei stessi interessi, ma trattandola sempre con molto rispetto, con devozione. Non come una cosa che si fa tanto per fare, ma come un impegno che merita rispetto. La radio resta una delle mie passioni e chissà, forse nel futuro potremmo parlarne ancora e ancora di questo strumento di comunicazione che ha un fascino intramontabile. Per ora posso solo fare i miei migliori auguri alla Radio.

Buon compleanno Radio, altri mille di questi anni!

Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

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