Artigianato tecnologico? No grazie!
il cliente ‘stilista’ dei suoi prodotti
È nato da poco Leonardi, startup innovativa milanese, che usa le più avanzate tecnologie del body-scanning per realizzare calzature ed abiti maschili su misura e di alta qualità. Sfruttando un sistema di configurazione in combinazione con il catalogo, i clienti possono personalizzare i propri acquisti fino all’ultimo dettaglio, dai materiali, ai colori, alle linee. Nell’attività di Leonardi, la tecnologia viene utilizzata per abbattere i limiti di tempo e precisione di un’attività artigianale antica e prestigiosa come il confezionamento degli abiti su misura.
In poche parole, delle menti innovative hanno pensato di creare un sistema tecnologico che rende il cliente ‘stilista’ dei suoi prodotti di abbigliamento. Vale a dire che una casa di moda, avvalendosi di Leonardi, può dare varie opzioni di prodotti. Usando il sistema della piattaforma, si possono prendere perfettamente le misure del proprio piede, del proprio corpo inviando l’ordine all’azienda che realizzerà sartorialmente i prodotti stessi.
Certo al momento è tutto sperimentale, solo due negozi di Milano stanno utilizzando Leonardi, ma per perfezionare il sistema, che sarà più che altro utilizzato per vendite on line, ci vogliono soldi (dicono!) che i creatori stanno raccogliendo tramite crowfonding.
Pensandoci bene, analizzando questa novità, mi chiedo in cosa consiste la novità. O per lo meno: c’è bisogno di questa rivoluzione scientifica per creare abiti e scarpe? E fino adesso, il criterio di ‘prendere le misure’ faceva acqua? Si vuole strafare a mio avviso in nome dell’’evoluzione tecnologica, dell’avanguardia . Ma ci sono cose che hanno il loro valore e la loro importanza proprio perché non seguono la tecnologia.
Un abito su misura si fa secondo i canoni sartoriali: si prendono le misure, si realizza ‘la brutta copia’, si prova, si apportano le correzioni e si finisce, lasciando quella piccola sfumatura di errore che lo rende artigianale, quel piccolo difetto tipico del fatto su misura, che lo rende unico e personalizzato.
La tecnologa ha senso di esistere nelle produzione dei quantitativi: l’azienda deve realizzare 1000 capi per la produzione e quindi l’aiuto dei computer per calcolo e sviluppo misure ha senso. Non può l’azienda mettere capi di abbigliamento o calzature con differenze palesi. La produzione deve essere creata meccanicamente e ripetibile.
Non credo quindi al valore di questa nuova invenzione: rimango legata alla formula tradizionale del creare le cose su misura. Si chiama artigianato, viene da arte e non da tecnologia.
Gli articoli pubblicati sul Blog sono scritti dai Soci dell’Associazione in maniera volontaria e non retribuita. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright CulturSocialArt