Back to Dance, il nuovo spettacolo dei Kataklò

Foto di Chiara Spatti

La più importante compagnia italiana di physical theatre torna in scena con uno spettacolo da non perdere

La definiscono compagnia di Phisical Theatre, ma è davvero difficile racchiudere questo gruppo di performers in una classificazione stereotipata ben definita.  I Kataklò sono ballerini, ma anche ginnasti, sono mimi, ma anche acrobati contorsionisti. Il loro stile unico di poetica del gesto e di fluidità, marchio distintivo in tutte le loro esibizioni, è frutto del lavoro della bravissima coreografa, ex ginnasta, Giulia Staccioli, fondatrice e direttrice della compagnia.

Hanno festeggiato 25 anni di anniversario prima della pandemia e adesso tornano in scena con uno spettacolo dal titolo “Back to Dance” in anteprima nazionale al Teatro Carcano di Milano fino al 30 gennaio.

Uno spettacolo che vuole celebrare la ripartenza. Il distanziamento forzato, i sipari chiusi, la consapevolezza dell’estrema fragilità umana, tanto fisica quanto psicologica, hanno suscitato nella compagnia il desiderio di tornare ai legami fisici, ad una sfera più umana, ad una rinnovata leggerezza: “Con determinazione, tenacia e ironia abbiamo ripreso a ballare, consapevoli, ora più che mai, dell’importanza di farlo.

Lo spettacolo “Back to Dance” vede una formazione a sei della compagnia, composta dai fantastici Eleonora Guerrieri, Sara Palumbo, Carolina Cruciani, Giulio Crocetta, Matteo Battista e Gian Mattia Baldan.

In scena per un’ora e un quarto non-stop, i Kataklò incantano il pubblico con un’incalzante narrazione che affronta quattro tappe: l’umanità, la mitologia, l’eroismo, la leggerezza.

Poesia ed ironia, danza e atletismo acrobatico, forza e fragilità si fondono in un racconto fatto di piccoli frammenti, per lo più inediti, che ci parlano del piacere di ritornare a stare insieme, a divertici e sognare. Movenze fluide in posture e volteggi capaci di sfidare la forza di gravità con apparente facilità, restano sullo sfondo di questa narrazione magica e coinvolgente, ironica e a tratti anche commovente.

Foto di Chiara Spatti

Lo spettacolo inizia con la scena dei ballerini che ci ricordano la frenesia della vita quotidiana prima della pandemia: un movimento veloce e caotico, una corsa continua verso obiettivi sempre più irraggiungibili che rendono le relazioni fugaci e precarie. E poi all’improvviso la pandemia ci butta a terra, come lo scoppio di una bomba: corpi che cercano di rialzarsi di muoversi ma sono bloccati, incapaci di reagire. Brevi riprese e poi nuovamente fermi, di colpo.

Una ballerina sciatrice si esibisce poi in una danza ancorata ai suoi sci. Fluttua, si contorce, arriva a flettersi fin quasi a posizionarsi parallela al palco, a sfiorarlo. Rimane immobile. Non si spezza, non cade, rimane ancorata agli sci, alle assi del palcoscenico: rimane ancorata alla vita, nonostante le avversità, nonostante tutto, come una canna che si piega sotto la forza del vento ma mai si spezza.

Il movimento poi verso il racconto mitologico sembra ricordare il viaggio di Ulisse per tornare a casa, quasi a voler paragonare il viaggio dell’uomo, perso nella tempesta della pandemia e dei suoi effetti, per ritornare ad una vita normale.  E così appare in scena una gigantesca vela, che diventa mare, uragano che travolge, nelle mani del ballerino-Ulisse. All’improvviso, come per magia, appare tra le onde uno scoglio che svela due incantevoli sirene, dal volto mascherato, che si contorcono e si avviluppano in una danza ammaliatrice. C’è poi il gigante sui trampoli: due corpi fusi in un essere unico.

C’è tanta emozione e commozione, ma anche tanta ironia. Come nella scena della palestra, dove corpi dei ballerini si fanno attrezzi in mano a ballerine in cerca di prestanza fisica.

La performance si chiude con il quadro della leggerezza: il palcoscenico diventa discoteca dove i ballerini si scatenano con energia e volteggi a tratti apparentemente improvvisati. C’è voglia di tornare a divertirsi, non solo tra i ballerini, ma anche tra il pubblico che travolto dall’energia incontenibile dei Kataklò, inizia a cantare e a muoversi, seppur vincolati alle loro poltrone per le restrizioni, in un coro di rinascita, di gioia di esserci!

Chiara Spatti

Marketing & Communication Manager specializzata nel settore spettacolo. Da sempre appassionata d’arte in tutte le sue forme. Mamma di tre splendidi ragazzi. Amo viaggiare, la cucina giapponese, il profumo dei libri ed i colori dell’autunno.

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