Bagliori di avanspettacolo al Teatro dell’Orologio
Il teatro dell’Orologio di Roma, ospita fino al 20 marzo lo spettacolo “Bagliori d’avanspettacolo, vita morte e miracoli di una compagnia di provincia”, scritto e diretto da Patrizia Masi. È la storia, grottesca di una compagnia di provincia che si muove tra la Seconda guerra mondiale e la Liberazione. La compagnia deve far i conti con la crisi, con la chiamata alle armi degli uomini abili, con la mancanza di soldi per il divertimento e con la guerra. Difficile dirigere e far sopravvivere una compagnia in tempo di guerra, ma l’avanspettacolo è soprattutto una forma di intrattenimento, come il teatro, non avendo a disposizione nessun altro mezzo casalingo ad eccezione della radio, sempre per chi poteva permettersi un mezzo simile.
La diffusione di un’arte che in quegli anni ha spopolato e che ha visto tantissimi attori, caratteristi, ballerini, calcare il palco di cinema e teatro, per offrire divertimento e che attraverso il video che appare sullo schermo, alle spalle degli attori, continua a far girare immagini di quegli anni, tra cui è possibile riconoscere, Gina Lollobrigida, Alberto Sordi, Aldo Fabrizi, e altri volti noti.
Lo schermo regala quelle belle immagini, mentre sul palco gli attori danno vita alla loro ricerca di comici e ballerine, mentre il capocomico, dall’accento napoletano, rievoca gli anni favolosi che lo hanno visto protagonista di un’epoca considerata d’oro. Grandi attori e attrici che sapevano incantare, farsi amare e, a loro volta, amavano il pubblico. In quegli anni le cose più importanti e necessarie, le aspirazioni, erano ben diverse da quelle che si hanno oggi e una fra quelle era riuscire a mangiare. Eppure l’intrattenimento era qualcosa di particolare. In quegli anni sul palco ci sono ammiccamenti, bambinone, pernacchie, fischi, vestiti o poco vestite e a volte anche frutta e verdura lanciata dal pubblico.
Mentre procede la scelta dei componenti della compagnia, gli stessi si raccontano facendo partecipi gli altri, delle proprie vite, dei propri vissuti, a volte tristi, a volte tragici, ma che il capocomico e non solo, sono bravi a trovare spunti ironizzanti.
È uno spettacolo corale, che vede in scena un insieme di attori: Mimmo Appetiti, Patrizia Masi, Antonia Petrangeli, Antonella Cappucci, Maddalena Fierro, Lello Somma, Ornella Pennacchioni, Marco Rucci, Monica Ferzi, Simona Dascalu, e un giocoliere Paolo Mele, ma anche un gruppo di musicisti guidati da Vincenzo De Filippo che dirige Pasquale Lancuba, Luca Cipriano, Andrea Filippucci, Giovanni Campanella.
Il palco, ricco anche della scenografia, scompare quasi dinanzi alla presenza di così tanti personaggi, tutti protagonisti della storia e della vita, ma si riflette mantenendo sempre un sorriso ironico e divertente. Non a caso, alla fine del primo atto, emblematicamente si sente una frase che apre alla riflessione “La vita insegna che l’autentico non piace”. Bravissimi sono anche i musicisti che interagiscono con naturalezza con gli attori. Forse un po’ dispersivo è il continuo scorrere delle immagini sul fondo della sala, che potrebbe catturare l’attenzione dello spettatore a discapito degli attori, tra l’altro interessanti e coinvolgenti, che si muovono sul palco.
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