Il decalogo al contrario di un preside di Bologna
L’ha fatto! Un preside ha fatto quello che tutti, tra maestri, insegnati e presidi, pensano da anni: un decalogo al contrario da dedicare alle famiglie dei propri studenti. Il preside Maurizio Lazzarini, del liceo scientifico Fermi di Bologna, ha mandato a casa una lettere, come ogni anno, alle famiglie dei suoi alunni e invece di inviare la Costituzione Italiana, come era solito fare, ha steso un decalogo al contrario che ruotano attorno ad un’idea: “la colpa è sempre della scuola”.
Sì, perché la scuola ormai sembra un campo di battaglia, dove gli allievi hanno sempre ragione, a prescindere da tutto e tutti. Hanno ragione quando non studiano e non prendono buoni voti, quando si comportano in modo sbagliato e arrecano danni a persone e cose, hanno ragione a prescindere e basta.
Questa è la cultura che i genitori hanno preparato per loro. Fuori o dentro la scuola, ad avere ragione sono sempre loro. Così tanto, da prendersi, i genitori, anche le colpe che non avrebbero, pur di proteggere i propri figli a discapito della loro crescita non solo culturale, ma personale.
Gli adulti dimenticano spesso, infatti, che per crescere, bisogna anche sbagliare, ma sbagliando, sempre per crescere come uomini e cittadini, bisogna anche sapersi prendere le proprie responsabilità.
Questa è una delle forti negazioni che viene fatta agli studenti di oggi e non solo a scuola. Spesso anche quando i ragazzi, i giovani, i bambini, sono in compagnia dei loro genitori, se commettono un errore, vengono da questi sempre nascosti. Un fatto increscioso, che fa crescere i bambini con l’idea che ci sarà sempre qualcuno che nasconderà i propri misfatti, che la giustizia non esiste se non per i deboli e che non prendersi le proprie responsabilità non è un crimine, ma un modo per essere più furbi e “fichi”.
Altro pensiero che si sta moltiplicando nella mente degli adulti, è che la scuola debba dare solo nozioni culturali, mentre, per molti altri è diventata solo un luogo dove poter “parcheggiare” i propri figli mentre si va a lavoro, mentre si fanno altre cose. Un luogo dove possano stare, non importa cosa apprendono, l’importante è sapere che lì, all’interno di quell’edificio non accada nulla di particolare e se una cosa accade, è possibile demolire tutto.
Certo, la descrizione di questi genitori, di questi adulti non rappresenta la maggioranza, almeno spero, ma, citando le parole delle stesso preside di Bologna, “aumenta in modo esponenziale”. Sì, perché da casi isolati, sembra che ora sia diventato obbligatorio prendersela con docenti e scuola.
Un altro punto che viene molto discusso e che deriva, in parte da quello precedente, è la mancanza di partecipazione dei genitori. Nonostante i registri online, le riunioni e le convocazioni, molti di loro continuano ad essere assenti nella vita dei propri figli, come se nutrirli e provvedere ai loro svaghi e divertimenti, sia tutto quello che possano fare. Il resto non ha particolare importanza, salvo poi irritarsi nei momenti in cui questi vengono rimandati, bocciati o prendono dei voti negativi.
Certo, se la collaborazione avvenisse in modo adeguato, senza che i genitori pretendano di stilare il programma scolastico, le materie da studiare, le ore da dedicare ad esse, i mezzi e modi che gli insegnanti devono adottare, ma controllassero di più i loro figli, sarebbe tutto più facile.
Questo il decalogo del preside Lazzarini:
- Evitare di parlare con i docenti
- Sostituitevi ai vostri figli: cercate di eliminare tutte le esperienze che li possano mettere in difficoltà
- Non controllate mai il registro elettronico (mi fido…)
- Credete loro anche contro l’evidenza
- Date sempre la colpa alla scuola
- Giustificateli sempre e comunque (poverini…)
- Non sosteneteli nel loro impegno quotidiano (quanta fatica…)
- Non premiate mai i loro sforzi
- Date assoluta importanza più al voto che alle cose che imparano ed alla loro crescita
- Non ascoltateli quando vi parlano di sé e dei loro problemi extrascolastici
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