Emiliano D’Auria racconta JazzAp 2023

Un festival itinerante e affascinante nella provincia di Ascoli Piceno

Dal 30 giugno al 30 luglio è andato in scena la seconda edizione del festival JazzAp, il Festival diffuso del Piceno. Un itinerario che ha visto l’organizzazione di serate nelle varie località della provincia di Ascoli Piceno, dal mare alla montagna, dai borghi alle città. Un evento che ha coinvolto 12 comuni e 30 appuntamenti in 30 giorni.

L’artefice di questa manifestazione così impegnativa è Emiliano D’Auria, il direttore artistico della manifestazione, che con la sua esperienza alla guida del Cotton Jazz Club Ascoli e con il supporto del Comune di Ascoli, è riuscito ad organizzare itinerari musicali che hanno popolato le piazze e le vie, anche percorrendole, di location diverse e animate dai colori e meraviglie della natura stessa, come i tramonti in spiaggia o le magie della musica sulle vette dei Monti Sibillini.

Un connubio Emiliano D’Auria ha modellato alla perfezione, come ha dimostrato il gradimento dei musicisti e del pubblico, per questo ne abbiamo parlato con il direttore artistico.

Salve e benvenuto sulle pagine di CulturSocialArt.

Buongiorno e grazie per avermi invitato.

JazzAp è un festival sulla musica jazz, alla sua seconda edizione, dura un mese, dal 30 giugno al 30 luglio ed è itinerante. Qual è la particolarità di questo festival? 

Il Festival nasce con la specifica volontà di essere diffuso tra i vari comuni della Provincia di Ascoli Piceno. Il suo punto di forza è quello di veicolare le bellezze paesaggistiche, culturali ed antropiche, attraverso la musica jazz. Rendere come primi attori i luoghi e gli abitanti del territorio crea sinergia ed amplia notevolmente la portata culturale di questo evento.

Tanto pubblico in giro per location diverse, quali sono le attrattive per loro?

Nonostante il Festival sia alla sua seconda edizione, molti sono i turisti ma soprattutto gli abitanti della Provincia di Ascoli Piceno che la maggior parte delle volte si trovano a visitare per la prima volta nuovi borghi. Possiamo quindi affermare che le attrattive principali sono date proprio dalle suggestive ambientazioni in cui il Festival prende vita: piccoli borghi, piazze, vie, scalinate, angoli nascosti e talvolta boschi da raggiungere attraverso sentieri.

Com’è cresciuto dalla prima edizione, quali sono state le novità?

Il Festival è cresciuto nel numero degli eventi e dei comuni organizzanti. Siamo passati dagli otto comuni della scorsa edizione a dodici di questa ultima e di conseguenza anche il numero di concerti è notevolmente aumentato. Quest’anno abbiamo intensificato i rapporti con le associazioni locali che si sono occupate di gestire l’accoglienza offrendo i propri prodotti tipici. Abbiamo anche organizzato laboratori per i più piccini come nel caso delle Fiabe Musicate in cui sono state trasformate, con l’ausilio di musicisti e di una voce narrante, favole di Italo Calvino in musica.

In questo mese si sono alternati sui pachi di varie città molti artisti, penso a Sergio Cammariere che ha aperto questa seconda edizione del festival, ma anche a Fabrizio Bosso, Gianluca Petrella, Joe Barbieri, solo per citarne alcuni. Come è riuscito a unire 12 comuni e 30 eventi?

Sin dalla scorsa edizione abbiamo capito che il tipo di offerta culturale sarebbe stato di grosso interesse per i comuni della nostra Provincia. Abbiamo iniziato a lavorare alla programmazione avendo già avuto, nel mese di novembre dello scorso anno, conferma da tutti i comuni. Purtroppo sono rimasti fuori da questa edizione molti comuni che nei mesi successivi hanno manifestato interesse a partecipare ma contiamo di poterli inserire già dalla prossima edizione. L’unione dei comuni segue un filo immaginario che li unisce dalle montagne sino al mare.

Un festival possiamo dire itinerante che oltre alla musica, permette di visitare e quindi scoprire la parte storica, artistica e culturale dei 12 comuni ospitanti. È un nuovo modo per fare e gestire festival?

Il Festival nasce dall’organizzazione ormai pluritrentennale del Cotton Jazz Club Ascoli di cui sono direttore artistico. Abbiamo avuto la necessità di uscire allo scoperto e dalla zona di confort rappresentata dalle mura del nostro club proprio perché convinti che per attrarre un pubblico diverso sia necessaria un’offerta diversa. Dall’unione di una programmazione più trasversale ed offrendo la possibilità di visitare nuovi luoghi siamo riusciti ad incuriosire una nuova platea che speriamo possa contribuire nel tempo ad ampliare il pubblico del jazz.

Cosa hanno organizzato i comuni che hanno accolto gli spettatori e che hanno vissuto queste location anche un po’ da turisti?

Come dicevo prima, le proloco e le associazioni locali si sono occupate di organizzare il food & beverage con prodotti locali. Oltre a questo hanno fatto in modo di ospitare e fare da guida ai turisti con visite ai borghi ed ai numerosi musei presenti.

Al festival hanno partecipato artisti italiani e artisti stranieri. Quali sono stati le sue modalità di scelta?

Il ruolo del direttore artistico credo sia legato non solo alla scelta dei musicisti. È per me molto importante legare il luogo all’artista, riuscire ad immaginare la musica che può sviluppare lo specifico luogo.

Tirando un po’ le somme, alla fine di questo mese intenso e ricco di musica e viaggi, com’è andata questa edizione? Cosa le ha lasciato?

Questa edizione è stata strepitosa! Abbiamo avuto sempre una grossa presenza di pubblico anche in quei luoghi veramente difficili da raggiungere. Ciò che mi ha lasciato, oltre ai sorrisi dei partecipanti è stata la consapevolezza che si può sempre migliorare e che con una squadra come quella di JazzAP, forte, curiosa e coesa, si può veramente puntare in alto!

Cosa le hanno detto i musicisti? Quali sono state le reazioni del pubblico?

I musicisti si sono spesso stupiti dei luoghi in cui li ho fatti suonare. Alcuni inizialmente erano anche scettici sull’eventuale presenza di pubblico e proprio questi sono quelli che ancora oggi mi chiamano per manifestare il loro stupore per il successo conseguito.  Probabilmente la stessa cosa è stata vissuta dal pubblico che spesso ho visto stupito di fronte ai vari sold out raggiunti.

È pronto per organizzare la terza edizione?

Sono già in contatto con nuovi comuni e con quelli che hanno confermato la loro disponibilità a partecipare alla terza edizione del 2024!

Grazie di essere stato con noi e in bocca al lupo!

Viva il lupo e grazie a voi per avermi coinvolto nel vostro blog.

Gli articoli pubblicati sul Blog sono scritti dai Soci dell’Associazione in maniera volontaria e non retribuita. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright CulturSocialArt

Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

Leggi anche