Emiliano De Martino tra il Festival Teatrale Teatramm’ e lo spettacolo Voci
Ideatore del Festival Teatrale Teatramm’, in scena con Voci, fuori concorso alla manifestazione, attore e regista di cinema e teatro: due chiacchiere con Emiliano De Martino
Sta per partire la terza edizione del Festival Teatrale Teatramm’ la manifestazione ideata da Emiliano De Martino, che mantiene la stessa location delle prime due edizioni, il Teatro Marconi di Roma, diretto da Felice Della Corte. Una settimana, dal 30 agosto al 5 settembre, in cui compagnie provenienti da tutta Italia, quest’anno una anche da fuori, si contenderanno i premi della manifestazione.
Quest’anno Emiliano De Martino avrà una doppia investitura, non solo quella del direttore artistico della manifestazione, ma anche quella di autore e regista dello spettacolo “Voci”, liberamente tratto da “Voci dentro” di Eduardo De Filippo, pièce non in gara, che aprirà la rassegna, preparato con gli allievi della scuola EDM Factory Accademia Artistica.
Benvenuto Emiliano, è un piacere averti di nuovo qui, sulle pagine di CulturSocialArt. Quest’anno hai un doppio compito, non solo direttore artistico del Festival Teatramm’ quindi oberato dai compiti dell’organizzazione, ma anche quello di autore e regista dello spettacolo fuori concorso che aprirà la rassegna. Come stai vivendo questo momento così intenso di lavoro?
Ciao Sissi, il piacere è mio. Quest’anno sì, ho deciso di fare un passetto in più compromettendo non poco la mia salute psico-fisica lanciando questa nuova sfida a me stesso e ai miei collaboratori di EDM. Non felici del mega lavoro che il festival richiede ho deciso in accordo con Valentina e Gianluca di allestire una vera e propria nuova produzione, facendo sì che le prove potessero togliere ogni piccolo sprazzo di libertà individuale, ma questa è solo una delle “belle” follie di questo periodo e ne siamo davvero orgogliosi e felici.
Prima di parlare dello spettacolo “Voci”, permettimi di farti un paio di domande sul Festival. Terzo anno tra cui un anno di pandemia mondiale, con quali novità e/o particolari sensazioni ti prepari a questa nuova edizione?
Come saprai la terza edizione di una manifestazione del genere è un po’ un giro di boa, è la più complicata, perché se si ha intenzione di crescere tocca alzare necessariamente l’asticella per portare il festival TEATRAMM ad assumere un peso culturale riconosciuto già dalla prossima edizione. In accordo con Felice Della Corte abbiamo deciso di dimenticarci (per quanto possibile) della pandemia, delle limitazioni, delle difficoltà perché se le analizzassimo tutte in maniera logica e consapevole dovremmo andare tutti felicemente al mare e rinviare il tutto a pandemia conclusa, ma facciamo come il calabrone….. facciamo finta di non sapere e ci lanciamo in volo … dal palcoscenico del Marconi.
Dopo questo anno durissimo per il teatro, costretto a fermarsi, quali sono le aspettative che ti sei posto preparando la manifestazione?
Io mi ritengo molto fortunato indubbiamente, ma anche molto fiero del mio lavoro e di quello della mia squadra, perché in questi quasi due anni, non ci siamo mai davvero fermati. Ho lavorato anche molto all’estero scoprendo davvero il peso e la bellezza nonché la responsabilità di far parte di cast internazionali con mega produzioni a monte… Beh, è stato meraviglioso perché capisci quanto lavoro c’è ancora da fare per crescere, per migliorarsi, per fare sempre quel passetto in avanti che ti fa sentire “creativo” ossia “vivo”.
Quest’anno una novità importante c’è: la prima serata sarà dedicata all’EDM Factory Accademia Artistica che salirà sul palco con un tuo testo e regia “Voci”. Da insegnante, autore, regista, cosa provi per questo debutto?
Beh, ogni nuova opera che esca dalla propria penna è davvero come un figlio e veder prendere forma e corpo a ciò che tu avevi nella testa quando scrivevi è un qualcosa che amo profondamente. Farlo con la mia famiglia EDM, totalmente EDM perché oltre a noi a monte, il cast è della nostra “primavera artistica” i nostri allievi, i nostri talent, i nostri colleghi di domani, sono davvero un nucleo valido e amalgamato, ed è per questo motivo che mi sono immolato in questa scommessa, ossia fargli aprire il festival. Per ovvie ragioni “FUORI CONCORSO” ma è per noi una grande responsabilità comunque perché le “voci” sono sempre troppe quando c’è qualcuno che sputa il sangue e si mette in gioco dove di gioco c’è ben poco, dato che dietro questo gioco ci sono vite intere dedicate all’arte. Ma amo le sfide e amo vincerle, e la compagnia EDM FACTORY farà un grande spettacolo.
Ti sei ispirato liberamente al testo di Eduardo De Filippo, perché hai fatto questa scelta e cosa hai cercato di portare con te del testo del grande maestro?
Non era assolutamente mia intenzione associare il mio nome a quello di Dio Eduardo sia ben chiaro, ma le sue opere oltre alla bellezza e la genialità viscerale che appartiene ad ogni singolo uomo sulla terra sono estremamente attuali. Non ho assolutamente fatto la regia di un testo di Eduardo De Filippo, ma ho preso la sua struttura drammaturgica riadattandola totalmente ai volti, alle evoluzioni di personaggi inventati di sana pianta scritti e pensati per ognuno degli attori. La trama della ragnatela è l’originale, ma io l’ho solo allargata usando anche il mio ruolo di docente, prendendo spunto e in alcuni casi proprio interi pezzi scritti nel corso dell’anno accademico dai vari attori che ne compongono il cast.
Quali sono state le scelte registiche che hai preparato e messo in evidenza in “Voci”?
A parte le scelte “registiche” che non descrivo ora ma le vedrai/vedrete in scena, ho fatto scelte drammaturgiche importanti, innanzitutto decontestualizzando radicalmente l’ambientazione dell’originale e inserendo oltre a svariati personaggi di totale fantasia non previsti ne “Le Voci di Dentro“, anche instillando il dubbio o dando allo spettatore due linee guida da seguire e/o scegliere sin dalla prima scena. Aggiungendo una linea crime in un testo già così articolato e geniale, l’ho inoltre ambientato in una periferia romana degli anni ’70, con un mood molto Pasoliniano e la storia è totalmente ambientata in un palazzone/alveare dove gli inquilini diventano tutti protagonisti di questo giallo/crime dal sapore un po’ vintage un po’ futuristico per altri versi. Ma avevo premesso che volevo alzare l’asticella no?
Importante nel testo è stata anche la musica. Quali sono state le linee guida che hanno accompagnato la scelta musicale?
Per me la musica non è una conseguenza come per tanti miei colleghi, per me la musica è la base di partenza, la cerco, mentre pedalo magari per la città, la trovo e dopo che la scovo o la faccio addirittura realizzare, la rendo filmica e io mi limito solo a mettere su carta il film che vedo. Si lo so sembra una specie di trance ma per me la scrittura creativa è questo e non so fare diversamente, mi piace farlo in questo modo e creare poi, intorno al viaggio inaspettato che la mia mente mi propone, una struttura che regga tutto.
Ormai sei lanciato nel cinema e teatro, tra i ruoli di attore e regista. Cosa dobbiamo aspettarci da Emiliano De Martino prossimamente?
La parola ormai mi sa di definitivo e nella mia vita ho capito che di definitivo non può esserci nulla: amo il nuovo, amo la scoperta, amo le sfide con me stesso, anche se poi le maledico, ma allo stesso tempo non posso evitarle. Sono approdato alla mia prima regia audiovisiva con il film “ANTONIO” che presenteremo anche il 5 settembre alla serata di gala di TEATRAMM’ e ne sono davvero orgoglioso, un viaggio meraviglioso che mi ha portato finalmente dall’altra parte della macchina da presa (MDP) e ti devo dire la verità, mi piace da morire….
Ora non resta che darci appuntamento al Festival Teatramm’, dal 31 agosto al 5 settembre al Teatro Marconi di Roma!