Femminicidio: prevale l’indifferenza

Sara Di Pietrantonio - immagine da web
Sara Di Pietrantonio – immagine da web

Non riesco a esimermi da commentare uno dei più brutti avvenimenti di violenza italiana. Non ci riesco perché, in questo caso, c’è da sottolineare come la violenza non diminuisca, ma, al contrario, aumenti. L’evidenza di questa affermazione è su tutti i giornali, cartacei e on line, rappresentata dalla storia di Sara Di Pietrantonio, diventa un nuovo caso di femminicidio, dove per nuovo non viene inteso solo un numero successivo, ma la trasformazione dello stesso. Nel femminicidio, ora, prevale in maniera visibile, l’indifferenza.

Efferato, macabro, brutale, indecente, eppure evitabile. Se Sara avesse avuto il coraggio di denunciare il suo aggressore, il suo persecutore, nelle mani della polizia ci sarebbero state più prove, ma forse la ragazza non sarebbe scampata alla violenza del suo ex, Vincenzo Paduano, per giunta guardia giurata. Già il suo lavoro dovrebbe metterci in allarme, poiché non è la prima guardia giurata che si comporta in maniera simile. Ma come dicevo, probabilmente, al 90%, l’aggressione sarebbe avvenuta lo stesso.

Si, perché nonostante le denunce, le disposizioni di allontanamento, se un uomo decide di perseguitare una donna, difficilmente lo si riesce a fermare con le parole.

Quello però, su cui va posto l’accento con maggiore decisione, è la violenza provocata dall’indifferenza. Siamo assuefatti dalla violenza che vediamo, viviamo, percepiamo, che alla fine, ne restiamo indifferenti. Sarebbe bastata una telefonata? Forse no, ma sicuramente sarebbe bastato caricare la giovane donna che chiedeva aiuto, da sola per strada, in auto e cercare una caserma, una pattuglia, chiamare polizia, carabinieri per impedire che si spegnesse la sua giovane vita.

È questa la violenza peggiore subita da Sara, l’indifferenza alle sue richieste di aiuto che hanno spento in un attimo quel barlume di speranza accesosi alla vista dei fari di un samaritano, che, invece, l’hanno abbandonata al suo destino, consegnandola nelle mani del suo assassino. Questa è la riflessione che dovremmo porci nelle nostre menti e nei nostri cuori: quanto vale realmente la vita di una persona e quanto noi la rispettiamo.

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Sissi Corrado

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