Giornaliste denunciano molestie

Bombshell – La Voce dello Scandalo, racconto della bomba che diede inizio al #MeToo

Sono molti i film che parlano di molestie sui luoghi di lavoro, in particolare quella che vede come vittime le donne. tema che, se i film hanno evidenziato in molte versioni e diversi luoghi di lavoro, nella realtà ha sempre avuto un atteggiamento di opposizione. È sempre difficile per una donna, a causa del pregiudizio e della mentalità della società, confermare un atto del genere, senza finire dalla parte del torto. E la cosa diventa di maggiore intensità quando si comincia a farlo all’interno di luoghi di lavori in cui si parla sempre di onestà, lealtà, giustizia, in cui si affrontano temi caldi, si discute di politica. È il caso di una delle maggiori redazioni giornalistiche degli Stati Uniti d’America, nel caso del film Bombshell – La Voce dello Scandalo.

Lo scandalo preso in esame è quello che sconvolse l’America e in particolare l’impero della Fox News con a capo Roger Ailes (John Lithgow). Uno scandalo sessuale che mise in ginocchio la rete ma anche l’affidabilità di molte persone che sapevano e avevano taciuto, o che non avevano accolto le richieste di aiuto di chi aveva subito le molestie.

Nel film si intrecciano le storie di tre donne di età diversa e che hanno subito, nel tempo, molestie dallo stesso uomo di potere che per farle lavorare all’interno dell’emittente, pretendeva da loro favori sessuali. La prima è Megyn Kelly (Charlize Theron) ormai star della Fox News, che alla vigilia delle elezioni presidenziali, gestisce un dibattito tra i candidati, tra cui compare anche Donald Trump. Ed è a lui che pone una domanda piuttosto scomoda, ma che lo vede protagonista: chiede dei commenti sessisti e delle accuse di molestie che gli vengono attribuiti. La sua curiosità, però, invece di essere premiata per coraggio e impegno, la mette al centro di un dibattito mediatico a sfondo politico.

La seconda donna, invece, è Gretchen Carlson (Nicole Kidman), anche lei giornalista e anche lei vittima di commenti sessisti fuori onda, e che ne riceve uno in diretta TV. Nessuno interviene per sostenere un più corretto modo di rivolgersi alle donne che lavorano, e che vengono viste solo per la loro avvenenza e non per le loro capacità intellettuali. Per questo decide di rivolgersi ad uno studio di avvocati per far causa ad Ailes, sperando che altre donne, nelle sue stesse condizioni, la sostengano e aiutino nella sua battaglia.

L’altra è Kayla Popisil (Margot Robbie), giovane e inesperta, che spera di poter far carriera all’interno della Fox grazie alle sue capacità, ma ancora non conosce il mondo lavorativo all’interno del quale si è inserita. C’è da sottolineare che il suo personaggio è l’unico non basato su una persona reale, quanto sull’insieme di alcune esperienze.

Tre donne, tre esperienze diverse, tutte però, devono affrontare un mondo che continua a vedere le donne, in particolare quelle belle, sotto un’unica luce e che sottolinea sottovoce che una donna che riesce a far carriera, lo fa solo perché ha avuto una “relazione” libera o molesta, con un uomo che sta ai vertici di un’azienda. Il regista Jay Roach mostra proprio come all’inizio, quando la prima donna che denuncia il proprio boss, cosa che “non si dovrebbe mai fare, perché è lui che ti permette di lavorare”, nessuno e nessuna si schiera apertamente dalla sua parte, nemmeno chi ha subito la stessa sorte. Diventa difficile avere prove per mostrare cosa ci sia di vero in quello che dice, perché la prima idea che si fanno le persone è che lei si vuole vendicare di qualcosa che non ha ricevuto.

Tutto cambia quando la donna riesce a coinvolgere nella sua denuncia altre donne e cominciano ad essere presentate prove consistenti. Cambia, in questo caso, anche l’atteggiamento di chi le aveva ostacolate, non le aveva credute o pensava fosse normale una cosa del genere. Sì, perché è difficile affrontare tutte queste versioni della società che non ti sostengono, ma preferiscono accusarti o vederti come parte negativa dell’ambiente di lavoro, mentre sei solo una persona che vuole essere rispettata come tale e non essere costretta a subire molestie. Le molestie, poi, si ripercuotono sull’andamento della propria vita, sui rapporti con colleghi e colleghe e anche con i familiari.

Il film è lo spunto per riflettere sulle molestie, ma anche un incoraggiamento a non subirle, quanto, invece, a denunciarle senza paura, essendo un diritto delle lavoratrici e dei lavoratori, svolgere i propri compiti sul luogo di lavoro, senza essere costrette o costretti a subire molestie verbali o fisiche. Per far parlare le donne, in questo caso le giornaliste, sono state scelte tre attrici che si sono sempre battute contro le discriminazioni e che, grazie anche al loro talento, hanno fatto emergere sentimenti e situazioni il più reali possibili: Theron, Kidman, Robbie, riescono a raccontare gli eventi facendoci interagire con le storie. La critica ha apprezzato molto l’interpretazione della Theron, tanto che per questo ruolo ha ottenuto la sua terza candidatura ai Premi Oscar, come miglior attrice protagonista. Il film ha vinto, però, la statuetta nella categoria Costumi.

Ciò che il film racconta è solo l’inizio di un’indagine e di un’opposizione da parte delle donne americane contro il predominio di grandi magnati, convinti che il loro potere potesse tutto. Se nel 2016 a opporsi a Roger Ailes furono le giornaliste della Fox, loro ebbero solo il compito di dare avvio a un movimento che ha modificato l’intera epoca non solo americana. Un anno dopo, infatti, un altro scandalo colpì gli USA, questa volta contro Harvey Weinstein, gigante del mondo dello spettacolo. Così, il piccolo movimento #MeToo divenne un fenomeno globale e diede coraggio alle donne, spazzando via il codice di silenzio che vigeva, ma lo fa ancora oggi, in molti ambienti di lavoro.

Anche grazie a loro oggi molte donne hanno abbandonato quel codice di silenzio che regnava, ma regna ancora oggi, in molti ambienti, dando avvio a cambiamenti non solo legislativi, ma anche comportamentali, perché subire non può essere più tollerato.

Titolo: Bombshell – La Voce dello Scandalo

Paese: USA

Anno: 2019

Genere: drammatico

Durata: 109 minuti

Regista: Jay Roach

Attori: Margot Robbie, Charlize Theron, Nicole Kidman, Alice Eve, Kate McKinnon, Alanna Ubach, Brooke Smith, Nazanin Boniadi, Allison Janney, Connie Britton, Mark Duplass, Madeline Zima, Ashley Greene, Richard Kind, Malcolm McDowell, John Lithgow

Sceneggiatura: Charles Randolph

Fotografia: Barry Ackroyd

Montaggio: Jon Poll

Musiche: Theodore Shapiro

Costumi: Colleen Atwood

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Sissi Corrado

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