Il canto della giovinezza, Wild Boys! Sogni di una ragazza selvaggia
Claudia Campagnola sogna e rivive la spensieratezza dell’adolescenza
Per chi, come me, è cresciuto negli anni Ottanta, ricorda con affetto la musica che ha caratterizzato quegli anni e in particolare la grande rivalità tra due gruppi musicali: i Duran Duran e gli Spandau Ballet. Ogni giovane avevano il proprio gruppo e tifava con orgoglio per le canzoni che animavano le giornate. In anni in cui i film che passavano al cinema raccontavano di lotte per la sopravvivenza del genere umano dopo un ipotetico disastro, che spesso era nucleare, la canzone Wilde Boys, lanciata dai Duran Duran, racchiudeva non solo l’essenza di quei racconti, quanto la voglia di appartenere, anche se solo metaforicamente, alla schiera dei cattivi ragazzi, quelli capaci di ribellarsi per seguire la propria strada.
Tutto ciò è incarnato nello spettacolo scritto da Paolo Logli ed interpretato da Claudia Campagnola, Wilde Boys, sogni di una ragazza selvaggia. Nel testo si racconta di una donna, dei giorni nostri, incastrata nel traffico di una grande città, e che, ascoltando la musica degli anni Ottanta, ripensa alla sua vita da ragazza, quando era davvero una Wilde girl, una ragazza pronta a seguire i propri sogni, alla ricerca della sua libertà e di una vita nella quale osare, tentare e provare, erano parole costanti. Così, mentre si attarda nella lunga fila in colonna delle auto, ferme nel traffico, ripercorre i suoi sogni e cerca di ritrovare quello spirito che sembra svanito, ma che invece, è solo rimasto a lungo sotto la cenere dell’attuale personalità.
La Campagnola ci fa rivivere quegli attimi di spensieratezza, di dolcezza e di fiducia che i giovani di ogni generazione, con la propria musica, con la freschezza e fiducia dell’età, vivono incondizionatamente. I sogni, i progetti che sembrano raggiungibili, si trasformano spesso in lontani ricordi, accantonati dalla realtà e dalle scelte, spesso più convenzionali e per questo più semplici. Quella pacatezza è ribaltata dal desiderio di rivivere le emozioni giovanili, così intense e ricche di entusiasmo.
Il testo sembra voler ricordare ad ognuno di noi che la vita da adulto non sempre rispecchia ciò che ci si era preparati a vivere, che il tempo, la crescita, la società, spegne i desideri “rivoluzionari” di chi, con grande impeto, ha anche vissuto momenti di ribellione, contrapponendosi alle generazioni precedenti. Una scrittura secca ed emozionante che con la regia di Norma Martelli, trasforma l’attrice da adulta ligia alle regole, nella ragazza spensierata e pronta ad abbattere le convenzioni e a seguire, senza esitazione i suoi sogni.
Bella e intensa l’interpretazione, in un monologo che mostra la professionalità dell’attrice che mostra di aver raggiunto una maturazione artistica degna di quel luogo chiamato teatro. Lo si nota anche nella sua capacità di giocare con il suo ruolo e gli oggetti di scena, coinvolgendo il pubblico, dell’arena estiva del Teatro di Tor Bella Monaca di Roma. Il tutto accompagnato dai brani reinterpretati da Ivana Pellicanò, che incanta con la sua voce e la sua interpretazione.
Uno spettacolo divertente, riflessivo, congeniale alla maggior parte del pubblico, che, anche se non aveva l’età per ricordare i brani dell’epoca, si specchia nelle emozioni e relazioni interpretati dalla Campagnola, che, intanto, si appresta a cantare, recitare e divertirsi su un palco che l’accoglie con un caloroso applauso alla fine dello spettacolo, dichiarando di aver apprezzato il tutto.
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