Claudia Campagnola è una ragazza selvaggia
A teatro il nuovo spettacolo Wild boys, sogni di una ragazza selvaggia
Questa estata è partito un nuovo spettacolo tra ricordi e tanta musica anni Ottanta, Wild Boys, sogni di una ragazza selvaggia con Claudia Campagnola. Con lei sul palco Ivana Pellicanò, il testo è di Paolo Logli, la regia di Norma Martelli, la direzione musicale di Matteo Carlini e la direzione tecnica di Mimmo De Mattia.
Uno spettacolo che vuole ricordare a tanti, la voglia di fare, di sognare che ha accompagnato la giovinezza e che, spessissimo, con l’età adulta, è sparita, lasciando spazio all’accettazione passiva del vivere. Ne ho parlato insieme all’interprete dello spettacolo, Claudia Campagnola, la dinamica protagonista dello spettacolo.
Claudia sei la protagonista di un’avventura che fa rivivere i sogni dei giovani cresciuti negli anni Ottanta. Come ti senti in queste vesti?
Sono molto felice di rappresentare una Wild Girl, un Wild Boy, un Wild in generale e dare voce a tutti i ragazzi che sono cresciuti incoraggiati dalle musiche dei Duran Duran. Io sono leggermente più piccolina e i miei idoli non erano i Duran Duran, ma mi hanno sfiorato veramente di poco e sono molto orgogliosa di raccontare i sogni ribelli di una gioventù che oggi è matura e che deve continuare a non dimenticarsi quei sogni.
Il testo è di Paolo Logli e prende il nome dal titolo di una delle più famose canzoni dei Duran Duran Wild Boys! Ragazzi selvaggi. Quanto selvaggia è la protagonista dello spettacolo? E in che modo lo è?
È molto selvaggia e il testo, a un certo punto, dice che “le ragazze selvagge non le ferma nessuno”. Sembra che lei stia per fare un gesto estremo, ma in realtà è solamente un risveglio, un risveglio alla realtà, alla voglia di continuare a vivere non di sopravvivere, di vivere con passione. Sembra voler fare un gesto estremo, ma in realtà lo fa estremo dentro sé stessa, cioè di nuovo torna a vivere ricordandosi di quando a 16 anni, credeva di poter cambiare il mondo.
Abbiamo detto che è un salto nel passato, non solo musicale, ma anche di sogni che popolano la vita dei giovani. L’età adulta ci fa abbandonare i sogni. È capitato alla protagonista dello spettacolo, ma è capitato anche a Claudia?
No, a Claudia non è capitato. Claudia continua a vivere la sua vita che è piena di sogni. Io vivo un po’ in un mondo immaginario a volte sono un po’ naif, mi nascondo in un mondo che per me però è reale. La mia attitudine è quella, poi, di essere un po’ lontana dalla concretezza, a volte immersa per esigenze di sopravvivenza. Ma appena posso fuggo nel mio mondo immaginario fatto di sogni, di desideri, di colori, solo di cose belle, di sentimenti buoni, di amicizia, d’amore, di sole.
Ultimamente mi sto definendo la figlia del sole perché mi sento molto vicino a questa polarità, è la polarità che riesco a esprimere meglio, è quella che mi fa stare meglio e so di essere a volte un po’ stramba, però è la mia caratteristica. Sono fatta così e ne sono felice.
Tu sei un vulcano di idee e sempre alla ricerca di nuove avventure lavorative. Come hai conciliato il tuo personaggio con te, Claudia?
Beh, soprattutto il personaggio si avvicina a Claudia nel momento in cui si dà uno scatto di volontà, nel momento in cui decide che non può rimanere nella monotonia, ma che basta anche immaginare di cambiare corsia di una strada e di svoltare alla prima traversa, di andare da un’altra parte, invece di far sempre lo stesso percorso. Già immaginare quello le dà una vita, una vitalità. Ecco, sicuramente nel momento in cui il personaggio va a ricercare una vita, una vivacità si avvicina a Claudia. Da lì prendo spunto proprio da me.
C’è un certo punto in cui dice, sul finale: “ricominciamo, a costo di ricominciare ripartiamo, a costo di ripartire rinnoviamoci, a costo di sanguinare”. E dice essere restati in coda perché si doveva, perché il mondo diceva così. Invece no, ci si getta in corsia di sorpasso, ovviamente tutto in maniera metaforica. È una metafora ovviamente, non c’è nessuna istigazione a fare gesti inconsulti o senza la testa sulle spalle.
Insieme a te sul palco Ivana Pellicanò, che canta i brani degli anni Ottanta. Com’è stato prepararsi insieme a lei? Che cosa vi unisce?
Ivana Pellicanò è una grandissima scoperta artistica ed umana, sono stata colpita da una sua foto. Avevamo amicizie in comune ma non l’avevo mai vista sul palcoscenico. Ho sentito dei suoi pezzi, perché lei è una cantante che scrive canzoni per sé. È una cantante pop e ho visto che aveva anche delle attitudini da dj, quindi ho pensato che fosse giusta. Ma la sorpresa più grande oltre alla conferma del fatto che è una cantante strepitosa, è che sia umanamente una persona meravigliosa e quindi ho trovato in lei un’amica speciale. Lo dico non in maniera ipocrita o in maniera convenevole, semplicemente perché è reale e autentica e le voglio molto molto bene.
Un lavoro svolto in prevalenza tra donne, poiché la regia è di Norma Martelli, che tipo di rapporto c’è stato tra voi?
Beh, Norma Martelli per me è un grande punto di riferimento artistico. È sicuramente tra le registe con cui sono cresciuta tantissimo. C’è una grande complicità, c’è anche un bellissimo confronto intellettivo e intellettuale. Ha sicuramente affinato i miei gusti, mi ha insegnato tantissime cose sul teatro. Insomma lei è un’attrice, una regista che lavora da una vita ormai e la sua esperienza me l’ha trasmessa tutta. C’è un confronto consapevole, maturo. Veramente una grande donna, io la stimo tantissimo. È un faro per me.
Tra i tanti brani degli anni Ottanta che portate in scena, qual è quello che ami di più? E quello che, secondo te, ha rappresentato o rappresenta voi tre come donne?
Sicuramente il brano musicale che mi è più vicino di quelli che vengono cantati è Through the Barricades degli Spandau perché ho dei ricordi meravigliosi su quella canzone. Il mio passaggio dalla quinta elementare alla prima media con tutti i saluti dei miei amichetti, ricordi vivi. Un pezzo meraviglioso a cui sono molto affezionata.
Però probabilmente il pezzo che ci rappresenta di più è quello di Don’t stop believing che, in qualche modo, racconta di questa ragazza che non deve smettere di sognare. Ecco noi siamo tre sognatrici. Io, Norma e Ivana, tre donne con grandi personalità, ma allo stesso tempo molto sognatrici, sennò non ci saremmo incontrate.
La tournée estiva, iniziata il 29 giugno con un’anteprima nazionale a Fano, vi ha portati in giro per l’Italia, toccando poche città, ma facendovi partecipare a dei festival. Quali sono state le reazioni del pubblico? E i commenti?
Abbiamo fatto dei festival prestigiosi. Siamo stati alla Rocca di Fano, abbiamo fatto Benevento Città Spettacolo, Sabaudia Musica in blu, Agerola al festival Sui sentieri degli dei. Devo dire che abbiamo avuto bellissimi riscontri di pubblico di partecipazione e abbiamo sollevato opinioni, idee. Insomma, tutto quello che uno spettacolo dovrebbe fare, lo abbiamo fatto e sono molto orgogliosa di tutto questo, anche perché sai che l’organizzazione è mia.
La prossima data sarà impegnativa, Roma ha una platea esigente. L’8 settembre, infatti, vi esibirete al Teatro Tor Bella Monaca. Come vi state preparando?
Beh, intanto facciamo le prove. Con Benevento abbiamo affinato ancora il tiro rispetto a dei ritmi, delle intenzioni, cercando di migliorarci sempre di più. Non smettiamo di andare in prova quindi ci avvicineremo all’8 settembre sempre con grande attenzione, lavoro e dedizione.
L’ultima domanda la faccio a te. Ci sono tante novità e molti progetti che stai mettendo in cantiere, alcuni ti hanno avvicinata anche al mondo della musica. Cosa stai preparando per la prossima stagione? Dove ti vedremo?
Come sai la musica nell’ultimo periodo, ma in realtà da sempre, nella mia carriera da attrice, mi ha sempre accompagnata e sicuramente non smetterò di immaginare progetti musicali, di racconto e musica. Sto stringendo collaborazioni con nuovi artisti, con nuovi cantanti, con nuove band, perché ho voglia comunque di sperimentare. Mi piace sempre la contaminazione della musica, del racconto, delle parole e devo dire che con Paolo Logli questo connubio ha sempre raggiunto dei bellissimi risultati. Quindi sicuramente vorrò continuare in quella direzione. Ci sto lavorando per poi riflettere per la primavera.
Dal 4 di novembre, infatti, partirò per una bellissima, lunghissima e intensa seconda stagione di Trappola per topi, dove interpreto Mollie la protagonista femminile. Sarò al Manzoni di Milano, alla Pergola, a Venezia, a Palermo, a Messina tra i teatri più importanti d’Italia avendo già fatto il Duse, Rossetti, quest’anno ancora di più. Una tournée che mi vedrà impegnata per tutto l’inverno e durerà fino ai primi di aprile. Attualmente mi ritengo molto fortunata. Sono molto grata a questo lavoro, sono molto molto felice di quello che sto facendo, soprattutto perché ho voglia sempre di migliorarmi. Mi trovo, ultimamente, una donna migliore e lo dico con umiltà, ma ne sono fiera e sicuramente continuerò a crescere per essere anche un’artista migliore.
Grazie e in bocca al lupo!
Grazie a te!
Gli articoli pubblicati sul Blog sono scritti dai Soci dell’Associazione in maniera volontaria e non retribuita. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright CulturSocialArt