Ilaria Agostini racconta il suo omaggio a Monica Vitti

Cercando Monica Amando in scena al Teatro Trastevere

Cercando Monica Amando, in scena al Teatro Trastevere di Roma, è un omaggio all’attrice italiana Monica Vitti. Scritto e curato da Ilaria Agostini, vede in scena Danila Stalteri, Maria Pia Tanturli, Andrea Vasone, e la regia di Agostino Franchi. Lo spettacolo racconta delle sfaccettature della Vitti, coraggio e paure, in uno spettacolo dove anche la musica ha la sua parte.

Insieme a me, Ilaria Agostini, l’autrice del testo drammaturgico, che ha realizzato anche un libro che ha lo stesso titolo dello spettacolo. Il racconto di un amore viscerale, portato in scena da Danila Stalteri, per il proprio mestiere.

Monica Vitti è stata una delle attrici più iconiche del cinema italiano, per il talento e per la straordinaria capacità di saper rappresentare la fragilità e la forza delle donne. Come ha lavorato per delineare un personaggio sempre più vicino alla realtà?

Monica ha saputo esprimere al tempo stesso vulnerabilità e determinazione, contraddizioni che hanno avuto il potere di far emergere la verità profonda dei suoi personaggi. Ho studiando i ruoli da lei scelti, i libri a lei dedicati o da lei scritti, le interviste… l’ho cercata davvero, insomma. Per diverso tempo. E un po’ in finale l’ho sempre fatto.

I miei ritratti di Monica che troverete nella mostra collettiva, per dire, risalgono a molti anni fa. L’ho sentita vicina e sfuggente ad ogni passo, complessa da inquadrare. Inafferrabile, ecco. C’è da dire che nella complessità mi trovo a mio agio, mi ci oriento, per fortuna amo scovare il significato dietro le stratificazioni di significante, il senso dietro ogni aspetto, dal tono della voce alle espressioni, dalle dichiarazioni ai ricordi.

Durante le sue ricerche, cosa l’ha stupita dell’attrice, che cosa l’ha colpita?

Non avevo dubbi sulla sua sensibilità e intelligenza, né sulla sua capacità di affrontare temi difficili senza perdere autenticità, ironia, che in lei sono un unicum.

Monica non si prendeva mai troppo sul serio, anche quando interpretava ruoli drammatici. Anche quando parlava della memoria che stava perdendo o di una madre che non aveva mai accettato la sua scelta di diventare attrice: “Le ceneri del palcoscenico corrodono anima e corpo”, le disse.

Cosa ho scoperto, allora, di nuovo? Forse la sua ennesima contraddizione: era paurosa… Monica per sua stessa ammissione aveva paura di tutto. Ma alla fine coraggiosa come pochi. Pronta a dare un nome agli stereotipi per prima, pur di scardinarli.

Terrorizzata dal mare, che però amava così tanto che finiva sempre col nuotarci dentro.

Dicevamo una donna molto attiva, sempre pronta a parlare anche delle donne e del loro posto nella società. Come possiamo portare avanti questa voglia di cambiare le idee, il pensiero e per avvicinarci alle pari opportunità per tutti?

Portare avanti l’eredità di Monica significa non smettere di raccontare, con imperfetta autenticità, storie che diano voce a chi è emarginato, sottovalutato, vessato, oggetto di soprusi… Credo che il modo migliore per onorare il suo ricordo sia sostenere l’arte e la cultura come strumenti di cambiamento sociale.

Attraverso il teatro, la letteratura, il cinema, possiamo far emergere le complessità e le lotte delle donne, rendendo visibili le ingiustizie e i traguardi. Per questo ho voluto inserire nello spettacolo qualcosa di totalmente inedito: i copioni che Monica potrebbe ancora interpretare se fosse in vita per raccontarci qualcosa di lei.

Storie di donne che reagiscono al loro destino avverso, da Medusa ad una clandestina impazzita dal dolore (la canzone di Aisha), da una madre coraggio (Anna), a una regina aliena imprigionata dai terrestri (Kayla).

Nel suo omaggio alla Vitti, che cosa ha voluto mettere in evidenza?

Ho cercato di restituire buona parte delle sue dualità, e allo stesso tempo la donna che sta dietro l’attrice, quella che il pubblico amava tantissimo perché vera e imperfetta, come noi. E il suo talento, certo, insieme alla necessità di ricordarla ancora per un po’.

Nella sua vita personale che cosa le è mancato, di cosa ha avuto maggior cura? E in quella professionale?

Potremmo sintetizzare il tutto forse così: un equilibrio tra la sua passione per il lavoro, di cui non poteva fare a meno. Che “la teneva in vita”. E la sua riservatezza. Immagino che mal si sposassero.

Poi odiava viaggiare, stare lontana da casa, aveva paura di volare. Non sapeva guidare. Eppure nella sua carriera ha messo tutta se stessa, con un impegno costante e una dedizione assoluta. Ha anche avuto il coraggio di rifiutare ruoli che non sentiva suoi e ha lottato per interpretare personaggi che la rappresentassero davvero, lavorandoci in modo assolutamente autoriale.

Ci sono stati suggerimenti che ha dato al regista Agostino Franchi? E agli attori?

Con Agostino abbiamo lavorato per trovare il tono giusto, che fosse rispettoso ma anche capace di rievocare la leggerezza di Monica. Non c’è stato bisogno invece di chiedere a Danila Stalteri, che interpreterà Monica, di non imitare la Vitti. Magari catturarne l’essenza, questo sì. Ma ha trovato da sola la chiave, come tutti.

Ho voluto che ogni attrice e attore portasse la propria interpretazione personale, in modo da poter riscoprire Monica attraverso la propria sensibilità.

Cosa si aspetta dallo spettacolo? E dal pubblico?

Spero che lo spettacolo possa trasmettere al pubblico la complessità e la bellezza dell’universo di Monica Vitti. Spero che le persone nate dagli anni 90 in poi possano conoscerla e apprezzarla, non solo come attrice straordinaria, ma anche come donna.

Dal pubblico mi aspetto curiosità, desiderio di scoprire e lasciarsi trasportare. Spero che riescano a sentire un po’ della stessa gratitudine che io provo nei confronti di Monica e di quello che ci ha lasciato.

Nei tre giorni dello spettacolo potrete trovare anche il copione Cercando Monica Amando, che oggi è diventato un libro di cui sono autrice, che contiene anche diverse opere della mostra collettiva organizzata in concomitanza in occasione dello spettacolo.

Cercando Monica Amando

Scritto e curato da Ilaria Agostini

Regia Agostino Franchi

Aiuto di Regia Marco Zordan

Con Danila Stalteri, Maria Pia Tanturli, Andrea Vasone

Musica originale dal vivo a cura di

– Fabio Falaguasta, chitarra

– Alessandro Vecchia, oboe

– Raffaele Filaci, percussioni

Con la partecipazione di Anna Boccolini, voce

Teatro Trastevere Il Posto delle Idee

via Jacopa de’ Settesoli 3, 00153 Roma

Gli articoli pubblicati sul Blog sono scritti dai Soci dell’Associazione in maniera volontaria e non retribuita. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright CulturSocialArt

Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

Leggi anche