Torna in scena Le sorellastre

Un testo che analizza la famiglia con risate e riflessioni

Torna in scena per la sesta stagione, all’Altrove Teatro Studio di Roma, Le sorellastre, testo di Ottavia Bianchi che lo interpreta con Patrizia Ciabatta e Giulia Santilli, insieme dal debutto assoluto, e con Livia Castiglioni, entrata in sostituzione in poco tempo. Le attrici sono dirette dal regista Giorgio Latini.

Già il titolo dovrebbe aprire un ampio squarcio sulle vicende che lo spettacolo va a sviscerare, in una commedia dai toni brillanti e dai risvolti che toccano temi molto attuali e presenti in tutte le famiglie. Segreti che i componenti della stessa, si portano dentro per tutta la vita: invidie e gelosie personali o nate da comportamenti di alcuni membri della famiglia, sogni infranti, paure, ripicche. Scagli la prima pietra chi non ha, all’interno della famiglia, situazioni simili, negarlo sarebbe da ipocriti. Questa del resto, non è una visione cinica, quanto un’analisi della realtà che ci circonda.

In effetti il testo nasce da un’intervista che la stessa autrice ha fatto con le attrici della compagnia, con persone di diversa età ed estrazione culturale. Perché la famiglia, come la viviamo e come la sentiamo, non è quella delle pubblicità, quanto quella della reale trascrizione in libri, film e racconti che ci facciamo a due a due, confidandoci quei tanti dissapori che sono presenti. La famiglia è il più piccolo agglomerato sociale in cui viviamo e cresciamo ed è, a maggior ragione, la base della nostra società con la sua complessità positiva e negativo. Ebbene sì, tutto comincia da lì, dalla nostra famiglia, piccola o grande che sia, allargata, particolare, presente o assente.

Il testo di Ottavia Bianchi sembra dire proprio questo. Quattro sorelle, che la madre stessa chiamava sorellastre, non si vedono da anni e si ritrovano insieme per darle l’ultimo saluto. Ma la sera della veglia, nel momento che dovrebbe rappresentare un dolore per tutte, cioè la sua perdita, scoprono che possono ereditare dei soldi, tanti, solo se partecipano ad un gioco che lei stessa ha organizzato e devono dirsi la verità. Sembra un gioco stupido, un modo per farle litigare, invece si trasforma in una liberazione e pian piano vengono alla luce situazioni e scelte che hanno modificato il percorso della vita di ognuna di loro.

Emma (Ottavia Bianchi), Emilia (Giulia Santilli), Elvira (Livia Castiglioni) e Ughetta (Patrizia Ciabatta) si analizzano, si studiano a distanza di anni, si ritrovano e riperdono con una battuta, nell’eterno conflitto di amore e odio che ci caratterizza. Se siamo unici nel nostro essere persone, restiamo uguali nella ricerca delle emozioni e dei propri sentimenti, oltre che delle proprie aspirazioni che spesso contrastano con quelle della famiglia, dei doveri della convivenza. Si riesce ad essere così vicine alle sorellastre che il riso per gli inevitabili colpi di scena, sembra rivolto a situazioni che conosciamo benissimo e che a volte, poco amiamo.

Bianchi, Ciabatta e Santilli, insieme dalla prima volta, sono un’esplosione di ilarità e coinvolgimento assoluto, con tempi precisi e battute espresse al punto giusto, senza per questo perdere la loro disinvoltura o la loro espressione da palco. In questo terzetto, ormai ben rodato, si è inserita la Castiglioni, che per bravura e attenzione scenica, è riuscita a entrare nel personaggio e a restituirlo grazie ad una buona interpretazione.

Bianchi e Santilli sono una l’opposta dell’altra e in questo opporsi scenicamente, mettono in evidenza la lor bravura artistica. Un plauso alla Ciaburri che riesce a restituire sempre personaggi particolari. Con quella vocina e quel tono, che potremmo trovare “antipatico” e “disturbante” se ascoltassimo una persona, è stata capace di renderlo importante e decisivo.

Tutte le attrici sul palco sono state bravissime e il testo merita l’attenzione del pubblico, che si diverte, ride e applaude agli sconvolgimenti delle sorellastre. La regia di Giorgio Latini resta un punto fermo e fisso, pulita e precisa, come il gioco luci. Aver rivisto lo spettacolo dopo anni, me lo ha fatto apprezzare ancor di più. Bravi tutti! Consigliato assolutamente per una serata a teatro, per qualsiasi età e per rilassarsi, divertirsi e chissà, comprendere un po’ di più se stessi e gli altri.

Tra l’altro lo spettacolo è vincitore del Primo premio nella sezione “Opera teatrale inedita” di “Castrovillari città cultura”, Primo premio alla Drammaturgia Brillante Silvano Ambrogi. Inoltre è pubblicato dalla Casa Editrice MDS Editore con il Patrocinio dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”.

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Sissi Corrado

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