La commedia dell’arte al Festival Teatramm’

La metamorfosi di Pulcinella

Sul palco del Teatro Marconi “La metamorfosi di Pulcinella” della giovane compagnia Pulcinellarte

L’ultimo spettacolo della rassegna Teatramm’ che andrà in scena al Teatro Marconi è “La metamorfosi di Pulcinella” della Compagnia Pulcinellarte di Roma, il 4 settembre alle 21.30. La compagnia composta da Manuel Pernazza e Alessia Luongo ha preso in gestione l’antico Teatro dei Burattini del Gianicolo, con l’intento di far rivivere ancora la commedia dell’arte, formata dalle caratteristiche maschere italiane.

Diamo il benvenuto a Manuel Pernazza e Alessia Luongo a cui diamo del tu e rivolgiamo subito la prima domanda.

Siete due giovani artisti e sappiamo che in Italia la commedia dell’arte sembra appannaggio dei più piccoli, non degli adulti. Come vedete voi questo modo di considerare questo genere d’arte?

Questa visione della commedia dell’arte relegata esclusivamente ad un pubblico “giovane” troviamo essere molto riduttivo e sbagliato; ce ne rendiamo conto anche e soprattutto quando durante i nostri spettacoli sono quasi più gli adulti che ridono. In tal modo, valorizza ciò che è l’essenza stessa della commedia dell’arte, genere teatrale nato per adulti. La sua bellezza è però quella di parlare a tutti i livelli e a tutte le fasce d’età, sociali e culturali.

Cosa vi ha attratto della commedia dell’arte tanto da fondare la compagnia?

La commedia dell’arte è la “mamma” del teatro, talmente profonda e leggera nello stesso momento, così rivoluzionaria e così tradizionale. Amiamo il linguaggio popolare e la sua capacità di parlare a tutti i livelli, da quello metafisico a quello più razionale. Indossare oggi la maschera e mettere in scena la commedia dell’arte è un atto politico forte e prepotente; siamo convinti, infatti, che stiamo tornando a un “rinascimento” della cultura. Senza oltretutto, dimenticare che la commedia dell’arte è il primo genere che ha permesso alle donne di recitare.

All’estero le nostre maschere sono molto conosciute e amate, quali sono i motivi per cui ci si appassiona a loro e perché in altre nazioni sono così apprezzate?

Perché rappresentano tutte le classi sociali della vita, andando a risaltare le gerarchie sociali ed enfatizzando difetti e pregi. La loro universalità non ha limiti e riesce a parlare a tanti livelli. Essendo oltretutto, un linguaggio gestuale, non ha quasi bisogno di “traduzione” ed è per questo che arriva a tutte le nazioni.

La metamorfosi di Pulcinella

In scena al concorso Teatramm’, portate una delle maschere più caratteristiche d’Italia, Pulcinella. Questa maschera si è vista in tanti atteggiamenti, ma in realtà chi è Pulcinella?

Vi è da dire che il Pulcinella attoriale che portiamo in scena nei nostri spettacoli è diciamo l’unico Pulcinella esistente e corretto da un punto di vista di tradizione; Manuel Pernazza è interprete della maschera di tradizione, ovvero, tutto quello che mette in scena è frutto di un’eredità tramandata esclusivamente per via orale da chi è stato un Pulcinella a sua volta di tradizione, o di chi ha visto i Pulcinella “in azione” negli storici teatri a Napoli che hanno ospitato l’eredità gloriosa. Pulcinella è la rappresentazione dell’essere umano: uno scemo intelligente, nelle sue origini viene descritto come un ricco commerciante di porci, e, attenzione, la tradizione vuole che la maschera sia nata ad Acerra. Dal 1600 la maschera di Pulcinella vive di lazzi e avventure che condivide col suo fedele compagno. Ogni attore aveva il suo compagno di scena, prima dell’800 vi era il Coviello, nell’800 e nel ‘900 il Felice Sciosciammocca. Nel 2000 ad affiancare Pulcinella vi è la maschera irpina Colanfronio, personaggio ideato sull’attrice Alessia Luongo, che porta avanti i beni immateriali di tradizioni irpine che altrimenti andrebbero perdute, ridicolizzando a sua volta, lo stereotipo campagnolo, così come Pulcinella prende in giro il provinciale. Ogni maschera deriva da un animale ed è così che si incontrano un gallo (Pulcinella) e un gatto (Colanfronio) dando vita a nuovi e antichi lazzi e proseguendo i giochi che fecero grande il San Carlino. Ovviamente, Pulcinella, come l’uomo, non vive senza l’amore, infatti noi continuiamo la tradizione per via orale della maschera della Colombina (a Napoli chiamata Palummella) che riprende la gestualità dall’attrice Rosa De Muto.

Il titolo dello spettacolo è “La metamorfosi di Pulcinella”, quanto è importante per il protagonista la sua metamorfosi? E noi come viviamo le metamorfosi?

Pulcinella in questa nuova meravigliosa avventura, per amore della capricciosa Palummella, sarà costretto a cambiare mestiere e rango sociale nel tentativo di farsi accettare da lei e poterla finalmente sposare! Leggendo queste frasi si può evincere quanto sia un canovaccio quasi basilare, ma quanto in sé reca tutti i temi che sono di tutte le epoche storiche, ovvero, il dover cambiare mestiere e arrangiarsi nella vita. Ancora oggi vi sono persone che cambiano grado sociale non tanto per un’esigenza vera, quanto più per un discorso di importanza, oppure quanti mestieri sono imposti da una certa classe sociale o famiglia e difficilmente si lotta contro un “destino imposto”. Pulcinella in questo spettacolo da umile ciabattino, sarà costretto a diventare militare, ma coraggio non ne ha, e dovrà inventare espedienti sempre diversi per farsi accettare. Questo canovaccio è antico nella tradizione dei Pulcinella ed è stato reso celebre dal Maestro Antonio Petito per i suoi goffi travestimenti, infatti, lo spettacolo è un omaggio al grande attore. Il pubblico vive e ride per le metamorfosi proprio per la sua presa in giro degli stereotipi, immedesimandosi nella classe sociale, chiedendo anche a sé stesso quanto per amore (o per altre più o meno nobili ragioni) sarebbe disposto a cambiare.

Questa curiosità l’abbiamo chiesta a tutti i partecipanti: cosa vorreste che arrivasse al pubblico e alla giuria del vostro spettacolo? 

Tutto ciò che ci interessa è che arrivi al pubblico tutto lo studio e l’impegno dietro al progetto culturale che portiamo avanti. “Pulcinellarte” è un progetto nato da Alessia Luongo e Manuel Pernazza volto al recupero delle tradizioni teatrali e musicali campane. Tutto quello che vedete in scena è frutto di uno studio sul repertorio di tradizione orale, le musiche sono state studiate proprio da canti degli abitanti del posto, melodie e giochi che altrimenti andrebbero perduti!

La metamorfosi di Pulcinella

Cosa vi aspettate voi dal concorso Teatramm’?

Dal concorso ci aspettiamo di poter vedere apprezzato e riconosciuto il nostro lavoro sulla commedia dell’arte partenopea, che appassioni e che possa aprire gli occhi di chi invece era stato “infatuato” da discorsi come “Goldoni ha ucciso la commedia dell’arte” oppure “Si può fare commedia dell’arte solo recuperandola dai dipinti”. Tutti i nostri spettacoli sono la dimostrazione che sono discorsi che non hanno validità storica.

Voi chiuderete la rassegna del 2020, un anno particolare per il mondo dello spettacolo, ma anche per la voi, i primi e gli ultimi sono sempre particolari. Come vi sentite in questa veste?

Ci sentiamo onorati di poter partecipare a questa rassegna e che sia stato apprezzato il nostro impegno e il nostro valore. Il 2020 purtroppo è stato un anno particolare. Quello che proviamo è di enorme responsabilità e quando abbiamo visto in questi mesi comunque il pubblico riempire i giardini, gli spazi che sono stati capaci di reinventarsi per ospitare lo spettacolo, i teatrini stabili all’aperto, ridere di cuore, questo ci ha riempito di gioia e anche davvero di onore. Ridere soprattutto oggi e di questi tempi diventa una necessità e un discorso fondamentale.

Dopo Teatramm’ cosa avete in programma?

Continueremo i nostri tour in tutta Italia per diffondere la commedia dell’arte, parteciperemo a un festival a Todi e successivamente siamo in stagioni teatrali di diverse regioni. Siamo da quest’anno i nuovi gestori dello storico teatrino dei burattini al Gianicolo, per tale continuiamo questa splendida tradizione e facciamo sognare grandi e piccini in questo teatrino stabile. Il nostro pubblico sa che può trovarci anche lì! Oltre questo, il Teatro Mongiovino ci ha proposto la realizzazione di una rassegna che si chiamerà “PULCINELLAMANIA” che sarà in scena il 26 e 27 settembre con incredibili maestri, contaminazioni culturali e con la nostra commedia dell’arte! Riparteciperemo in qualità di progetto culturale e con uno spettacolo di guarattelle e commedia dell’arte al Museo delle Arti e Tradizioni Popolari all’Eur per la rassegna “Arti in piazza”, che aveva visto protagonista già il nostro duetto comico “Pulcinella alla corte dei miracoli”. Poi prosegue la produzione dei nostri spettacoli e in particolare di “Le 99 disgrazie di Pulcinella”, canovaccio di svolta, perché rappresenta un punto cardine per qualsiasi commediante di tradizione. E tanto, tanto altro ancora! Vi sono vari appuntamenti e modi per seguirci! Vi aspettiamo tutti!

Grazie e in bocca al lupo!

 

Gli articoli pubblicati sul Blog sono scritti dai Soci dell’Associazione in maniera volontaria e non retribuita. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright CulturSocialArt

Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

Leggi anche