Federica Vicino racconta di principi e principesse in catene

Principi in catene porta in scena personaggi che sono stati incatenati materialmente

Principi in catene, scritto e diretto da Federica Vicino, è lo spettacolo che andrà in scena il 9 settembre alle 21.00 al Teatro Marconi, per il Festival Teatrale Teatramm’, giunto alla sua quinta edizione. In scena Giosuè Cianconi, Lorenzo Valori, Riccardo Pellegrini, Pascal Di Felice, Enrico Valori, Simone Valori, Erika Martelli, Prisca Giuliani. Disegno luci, trucco, costumi e organizzazione Indaco Teatrogiovani.

Lo spettacolo ci farà viaggiare nel tempo raccontando storie di principi e principesse che si sono ritrovati materialmente in catene. Storie classiche e moderne, che sono state raccolte dall’autrice e regista Federica Vicino, a cui ho rivolto alcune domande.

In Principi in Catene si raccontano le storie di molti principi e principesse che la drammaturgia classica e moderna, li ha materialmente messo in catene. Come hai effettuato la scelta tra i tanti personaggi che si sono ritrovati “incatenati”?

Principi in catene è uno spettacolo costruito con un procedimento particolare, applicando la tecnica della contact improvisation teatrale. Abbiamo iniziato a lavorare, con i ragazzi di Indaco TeatroGiovani, utilizzando principalmente i ritmi e l’espressività corporea e facendo una specie di laboratorio ad hoc. Attraverso questo percorso, ciascuno degli attori della compagnia ha incontrato il personaggio e la storia che più lo affascinava e lo stimolava. Io personalmente provengo da studi classici: ho sempre avuto un debole per la tragedia classica.

Antigone è uno dei miei personaggi preferiti in assoluto: la sua straordinaria attualità tutt’oggi mi sorprende e quasi mi commuove. Potrei dire lo stesso di tutti gli altri personaggi che popolano il palcoscenico di “Principi in catene”, ma in particolare voglio spendere qualche parola per Cordelia. Anche lei mi sta molto a cuore. Cordelia è un personaggio shakespeariano: è la terzogenita di Re Lear, colei che non sa adulare, ma nella sua straordinaria semplicità sa amare. La sua potenza sta nella sua semplicità.

E “potente” credo sia l’aggettivo giusto per definire tutti i personaggi di “Principi in catene”. A partire da Prometeo, che assieme ad Amleto credo fosse immancabile. Poi c’è Ettore, principe troiano, che penso rappresenti quella parte ancestrale e caratterizzante della nostra cultura occidentale. La Maschera di ferro è un personaggio circonfuso di mistero, la cui vicenda alimenta sia la leggenda sia la storia. E che dire di Sigismondo de “La vita è sogno” di Calderon de la Barca? Lui è il “principe in catene” per eccellenza: condannato da una assurda profezia, per volere del re suo padre, a essere incatenato in una torre e ridotto a una condizione disumana, si ritroverà comunque immerso nella più umana delle dimensioni: quella del sogno.

Cosa ti ha attratto di loro e cosa hai cercato di mettere in evidenza?

In parte credo di aver già risposto a questa domanda… Comunque quello che mi piacerebbe mettere in evidenza, con questo allestimento, è che questi personaggi hanno una dimensione straordinariamente umana, ed una capacità di parlare anche alle nostre giovani generazioni, che andrebbe sottolineata con decisione. Non è un caso infatti che il cast dello spettacolo sia rigorosamente under 35.

Oltre alle catene, cosa hanno in comune tutti questi personaggi?

Nella nostra lettura scenica, credo che il tratto comune distintivo sia la giovane età degli interpreti. Mi piaceva l’idea di creare una continuità forte tra scrittura, lettura registica e interpretazione. Basti pensare che il più giovane degli attori ha 18 anni e il più grande 28.

Storie a volte così diverse o così simili, capaci di ripetersi nel tempo. Registicamente, per i personaggi, cosa hai chiesto agli attori?

Quello che chiedo sempre: verità. Ai miei attori chiedo verità.

Lo spettacolo non è solo narrazione, ma presenta alcune delle skill della compagnia, come le hai dirette e strutturate?

Alcuni degli aspetti caratterizzanti dell’attività di Indaco Teatrogiovani sono una sorta di punto di riferimento fisso, quando ci mettiamo al lavoro per produrre uno spettacolo… Non voglio dire che applichiamo certi procedimenti quasi d’istinto, perché dietro ogni nostra produzione c’è sempre uno studio molto scrupoloso, però la fase di costruzione del personaggio si alimenta, a volte anche istintivamente, di alcuni degli elementi che proponiamo poi in scena.

Grazie per essere stata con noi!

Grazie a lei!

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Sissi Corrado

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