La vita può donare un Secondo amore

Dal 1955 un film che rivedeva i rapporti di coppia

Siamo negli Stati Uniti degli anni Cinquanta quando esce il film Secondo amore, anche se il titolo americano è All That Heaven Allows (Tutto ciò che il paradiso permette) e si ispira ad un libro del 1952 scritto da Edna L. Lee e Harry Lee.

Cary Scott (Jane Wyman) è una vedova benestante che frequenta la buona società e dalla quale è apprezzata. Ha due figli grandi che studiano e alcuni uomini le fanno la corte. Lei non è interessata ad un’altra relazione perché ha vissuto un amore tranquillo, appagante con suo marito. Tutto cambia quando incontra Ron Kirby (Rock Hudson), il figlio del vecchio giardiniere e capace di far girare la testa a molte ragazze. Tra i due scocca la scintilla e cominciano a frequentarsi con prudenza, evitando di farsi notare.

Sono tante le motivazioni che potremmo mettere in questa pellicola, che sembra guardare ai giorni nostri, anche se l’ambientazione è quella degli anni Cinquanta. C’è una distinzione di classe, lei è benestante, lui solo il figlio del giardiniere, lei frequenta l’alta società, lui lavora per vivere, facendo lavori manuali e non sedendo in ufficio. E poi c’è la parte più scandalosa per l’epoca, lei ricca vedova, lui più giovane di dieci anni e non ricco.

È così che le dicerie di paese, in particolare del circolo che la donna ha sempre frequentato, si “sbizzarriscono” a commentare in modo cattivo, insinuando cose spregevoli nei confronti dei due. Il loro amore, viene messo a dura prova dalla società, solo in pochissimi stanno vicini alla loro amica, ma basta poco per alimentare anche le bugie. Durante un ricevimento, per esempio, un corteggiatore rifiutato da Cary, le si avvicina in modo arrogante, offendendola e Ron interviene in suo aiuto, ma agli occhi delle presenti, è Ron il violento.

La donna prova a cercare sostegno nei suoi figli, sperando che possano comprendere i suoi sentimenti, ma anche loro disapprovano la sua scelta in particolare per la giovane età di Ron. La conflittualità e opposizione dei figli appare in maniera evidente quanto decidono di regalarle per Natale, un televisore, affinché questo le faccia compagnia mentre resta a casa ad aspettare il loro ritorno e allontani il pensiero del giovane Ron. Ciò si ripercuote sulla sua scelta, così quando Ron le prone di sposarla, per non andare contro i desideri, in particolare dei figli, lei rifiuta e i due si lasciano, ritornando a fare ognuna la propria vita.

Il giorno di Natale, però, sua figlia torna e le annuncia il proprio matrimonio, felice di iniziare una nuova vita e, ripensando un po’ alla sua opposizione alla relazione della madre, poiché ha scoperto solo allora la forza del sentimento amore, si scusa con lei, ma in maniera superficiale. Anche suo figlio ritorna a casa e annuncia che andrà via dagli Stati Uniti per lavoro. Questo fa riflettere Cary che comprende di aver lasciato l’uomo che ama per i pregiudizi e per amore dei figli che andranno a vivere la propria vita lontani da casa. Ciò fa riflettere la donna che ritorna sui suoi passi. Dopo un incidente durante il quale lei corre al capezzale di Ron, finalmente i due decidono di restare insieme.

Il film esprime tutte le gabbie nelle quali vivono i cittadini, quelle congetture e schemi sociali che hanno accompagnato le persone per secoli. Era, ma lo è ancora oggi, più semplice condividere un “amore” o meglio una relazione tra un uomo più grande con una donna più giovane, a volte senza dare importanza al fatto che lei fosse addirittura minorenne, di vedere il contrario. Se ci pensiamo bene, ancora oggi lascia di stucco leggere le relazioni di coppia dove la donna è più grande del marito. Concetto che dovrebbe essere superato con molta facilità dalla concezione di libero amore.

Il film è accompagnato da una bella fotografia, la cittadina nella quale vivono i protagonisti è piccola, circondata dalle montagne, che fanno da cornice alla storia. Il cast da un’ottima prova anche se tre degli attori, Jane Wyman, Rock Hudson e Agnes Moorehead avevano già recitato insieme in Magnifica ossessione, film del 1954, che ha avuto molto più successo di questo, guidati dallo stesso regista, Douglas Sirk, anche se Secondo amore affronta temi molto più difficili per il periodo.

Nel 1973 fu girato un remake La paura mangia l’anima, dal regista R. W. Fassbinder, grande estimatore del regista tedesco Sirk.

Titolo: Secondo amore

Paese: USA

Anno: 1955

Genere: drammatico

Durata: 89’

Regista: Douglas Sirk

Attori: Jane Wyman, Rock Hudson, Agnes Moorehead, Conrad Nagel, Virginia Grey, Gloria Talbott

Sceneggiatura: Peg Fenwick (dal romanzo

Fotografia: Russell Metty

Montaggio: Frank Gross

Musiche: Frank Skinner

Costumi: Bill Thomas

Scenografia: Alexander Golitzen, Eric Orbom

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Sissi Corrado

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