Peppe Barra incanta il pubblico romano

foto-Fiorenzo-Niccoli

In scena al Teatro Sala Umberto di Roma Cantata dei pastori

Il teatro è una fonte d’arte che mette in gioco le capacità degli attori, dei registi e degli spettatori. Questi ultimi, però, vengono influenzati molto dagli spettacoli a cui assistono, affidando ai teatranti un compito fondamentale, quello di saperli educare alle eccellenze. Nell’ambiente si conoscono con precisione quegli attori che eccellono nel loro essere Attore, nel saper esprimere concetti, sentimenti ed emozionando il pubblico.

In un mondo dove tutti fanno gli attori, di cinema e teatro, ci sono, per fortuna, ancora delle eccellenze che non dobbiamo assolutamente perdere. Una di queste ha un nome ben preciso: Peppe Barra. Il suo teatro è quello che arriva dal passato, una struttura ben definita e rigida nel lavoro, ma non è vecchio perché non può appassire ed è quello che si considera il vero teatro. Diciamo come quando si vedeva Eduardo De Filippo. Partecipare a un suo spettacolo significa godere di quest’arte e conoscere realmente la sua essenza.

In questi giorni Barra è con lo spettacolo Cantata dei Pastori Per la nascita del verbo umanato di Peppe Barra e Lamberto Lambertini, per la regia di Lamberto Lambertini, al Teatro Sala Umberto di Roma e vi resterà fino al 3 dicembre. Non è uno spettacolo nuovo, Barra la porta in scena da cinquant’anni, ma è presentato con un’edizione moderna. Una favola che arriva dal passato e che ha accompagnato la storia del teatro, di Napoli, per decenni, modificandosi e arricchendosi negli anni.

Il testo, in napoletano e in rima, è un insieme di ilarità e racconto di una storia vecchia come il mondo, non perché narra del Natale in quanto presepe, quanto perché narra dell’uomo e delle sue vicende. Lo fa con la leggerezza del momento e con la profondità del tema. In Palestina, al tempo della nascita di Gesù, arrivano due napoletani, uno scrivano in abiti del settecento e Sarchiapone che invece è fuggito dalla città dopo aver compiuto crimini efferati. I due, poveri in canna, le proveranno tutte per guadagnare qualcosa e sopravvivere, mentre la storia del Redentore li accompagna.

È difficile dare un giudizio a Peppe Barra che si muove sul palco con una familiarità e naturalezza tale da sentirsi accolti in casa sua. Ogni sua parola sembra diretta al singolo spettatore perché lui con lo sguardo sembra non perdere nessuno. E che dire della sua voce? Qualcosa di straordinario che lui modula e gestisce con naturalezza. È una gioia per gli occhi e per le orecchie, poter assistere alla sua performance. L’uomo diventa teatrante e calca le assi del palco con una maestria pura che riscalda il cuore e offre una meravigliosa rappresentazione.

Peppe Barra è immenso, straordinario, unico, in ogni spettacolo. È uno degli ultimi veri teatranti. E di questo ne sono consapevoli i suoi compagni che si ritrovano a dividere il palco con un mito e ne assorbono la vitalità, l’esperienza, l’esempio. Attorno all’attore ruota, infatti, un gruppo che dimostra ottime qualità recitative e canore. Parliamo di Lalla Esposito, Luca De Lorenzo, Serena De Siena, Massimo Masiello, Antonio Romano, Rosalba Santoro. Non da meno sono i musicisti che accompagnano lo spettacolo, Pasquale Benincasa alle percussioni, Agostino Oliviero al violino e mandolino, Antonio Ottaviano al pianoforte.

Tutti molto bravi, anche se nel gruppo si contraddistingue il personaggio di Sarchiapone, interpretato da una fantastica Lalla Esposito. Il suo dialogo attoriale con Barra rappresenta una delle migliori prove attoriali degli ultimi anni, sia perché si ritrova a interagire con Barra che è un Maestro del genere, sia perché lo condivide con estrema facilità. L’intesa fra i due è una vera manifestazione di attenzione e una lezione teatrale da mostrare nelle scuole di teatro. Chissà, forse l’erede di Barra sarà proprio lei e si passerà ad esaltare un esempio di eccellenza al femminile. L’intesa tra i due attori è stata ben visibile l’anno passato con lo spettacolo Non c’è Niente da Ridere.

La scenografia non presenta particolari accorgimenti moderni, ma nella sua semplicità è attenta alla narrazione e rende il tutto poeticamente perfetto. Non perdetevi questo spettacolo dalle tinte divertenti, dall’aria poetica, dalla scanzonata napoletanità, dalla dolcezza del racconto, dalla perfetta interpretazione che regala al pubblico momenti idilliaci.

Gli articoli pubblicati sul Blog sono scritti dai Soci dell’Associazione in maniera volontaria e non retribuita. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright CulturSocialArt

Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

Leggi anche