L’AEFT raccontata da Andrea Zerbato

Andrea Zerbato ci racconta del suo rapporto con l’Associazione Europea Formatori Teatrali, un crescendo di emozioni

Andrea Zerbato è un giovane attore e formatore, specializzando in Teatro per bambini e ragazzi, dell’Associazione Europea Formatori Teatrali che opera sul territorio nazionale. L’Associazione si sta espandendo, con l’impegno nell’organizzazione di corsi di Alta Formazione per chi vuole dedicarsi all’insegnamento, valorizzando il ruolo della Professione del Formatore in ambito teatrale e cinematografico. Andrea è un formatore specializzando, che da allievo è passato dall’altra parte della cattedra. Un impegno e una passione che lo stanno vedendo crescere insieme all’AEFT.

Ciao Andrea, come nasce la nasce la tua passione per il teatro?

La mia passione per il teatro è cresciuta e cambiata con me attraverso gli anni. Le motivazioni che mi hanno spinto a proseguire si sono evolute in parallelo con i miei ideali: a 14 anni volevo diventare famoso, a 17 volevo diventare un doppiatore, a 22 anni un educatore teatrale. Secondo me non è stato tanto importante come sia nata, quanto come si sia evoluta. Ogni ideale ha contribuito alla mia maturazione e al mio cambiamento: diventare famoso mi ha spinto ad iniziare e a conoscere, diventare un doppiatore a lavorare duramente sul corpo, sulla voce, sul personaggio, a superare le mie insicurezze tecniche, e diventare un educatore teatrale a dare nuovi significati alla mia storia, ad accettare le mie fragilità e a innamorarmi della diversità.

In molti pensano che per fare l’attrice o l’attore non occorra studiare, basta avere un bel viso e spigliatezza, è vero? Cosa pensi tu?

Fare l’attore o l’attrice è un lavoro come un altro, e proprio per questo occorre studiare e lavorare sodo. Potrei stare qui ore a parlare del mestiere dell’attore. Un bel viso e una buona spigliatezza servono forse ai modelli, o forse agli attori delle pubblicità. Fare l’attore significa disinibirsi fisicamente, vocalmente, e poi da lì conoscere il diapason di trasformazioni che il proprio corpo può compiere. Fare l’attore significa saper relazionarsi con se stessi, con gli altri, con i propri personaggi, senza giudizio. Inoltre ogni regista ha occhi diversi: vede falsità laddove qualcun altro poco prima ha visto verità; significa mettersi in discussione costantemente. A volte è davvero fantastico scoprire quante sfumature possiamo creare, altre volte è estenuante, proprio come ogni altro lavoro.

Il tuo percorso formativo ad un tratto ha incontrato l’Associazione Europea Formatori Teatrali. Cosa ti ha colpito dell’Associazione e cosa hai sentito di avere in comune con lei?

Dell’associazione Europea Formatori Teatrali mi ha colpito molto la praticità: mira ad avere un approccio concreto alle cose. Molto spesso in teatro si fa della gran filosofia e della grande poesia per spiegare dei concetti, il che talvolta è utile ad avere delle immagini forti a dare voce a delle sensazioni. L’AEFT riconosce l’importanza di tutto questo, ma poi va oltre: lavoriamo con l’infanzia e gli adolescenti? Vediamo cosa dice la psicologia dello sviluppo in merito. Lavoriamo sulla voce? Studiamone l’anatomia. E così via. In comune sento di condividere molti dei loro ideali: si sente che lavorano in una direzione di benessere verso i loro ragazzi, che il teatro non è solo uno strumento performativo, ma sociale, capace di costruire relazioni sane tra le persone perché capace di andare oltre le differenze.

Quali sono i tuoi ricordi più belli della tua esperienze come studente dell’AEFT?

Probabilmente quando, al corso di pedagogia teatrale, ognuno di noi ha presentato delle lezioni proprie. È stato davvero molto stimolante ascoltare ciò che ognuno di noi aveva da dare attraverso la propria specificità.

Cosa ti affascina di questo nuovo modo di insegnare, anzi educare all’arte, al teatro, ma anche agli approcci artistici che hai ricevuto dall’AEFT?

Viviamo in un contesto storico in rapido cambiamento da un punto di vista sociale e comunicativo. Viviamo nel mondo in cui esistono i social e le identità perfette, i telefoni e la distanza, i cambiamenti sociali e i quesiti irrisolti, e nessuna attività educativa in merito. Il teatro educa alla relazione, e senza relazione non abbiamo un’identità, degli scopi, un significato. Fare teatro in modo consapevole produce domande e quindi consapevolezze, e quindi, in ultima istanza, cambiamento. Probabilmente questo è ciò che mi affascina di più. Inoltre l’AEFT mi ha permesso di coniugare gli aspetti dell’Attore e dell’Educatore al meglio. Chiaramente quando studi per diventare educatore non studi per fare i laboratori di teatro o per essere attore, e quando studi per diventare attore non studi le scienze umane. L’AEFT si è posta in mezzo tra questi due mondi e ha creato il nodo tra due corde.

Oggi questa esperienza continua con la collaborazione con l’AEFT come formatore (specializzando in Teatro per Bambini e Ragazzi). Come vivi questa opportunità che ti è stata proposta?

Con grande gratitudine: non capita spesso che ti venga fatta proposta di creare una succursale di un’associazione europea a quattro passi da casa tua. Sono molto entusiasta di svolgere la professione che amo con un’associazione che ha grandi valori e grandi ideali. È chiaro che più grandi sono le responsabilità, più grandi sono le paure, e di lavoro ce ne è davvero tanto! Ma la squadra è ben salda, quindi si affronta tutto con determinazione!

Da poco hai ripreso i corsi per bambini e ragazzi. Come vivi questa ripresa e l’andamento della ripresa culturale in generale?

Ah… con un gran “FINALMENTE”! Anche se chiaramente la ripresa è lenta e incerta: lo stato d’emergenza è ancora in atto fino a dicembre. Le persone sono ancora diffidenti, le precauzioni (giustamente) sono ancora tante. Ci sono protocolli che cambiano in continuazione, e a dicembre cambieranno ancora; diventa talvolta difficile progettare. Però i segnali di ripresa sembrano manifestarsi.

Cosa diresti ai genitori, ai ragazzi, ai giovani che si ritrovano dinanzi all’AEFT?

Direi che si trova dinnanzi a qualcosa di serio: ognuno di noi ha studiato per svolgere questo tipo di professione; non ci siamo improvvisati. In giro ci sono molti formatori che si improvvisano tali, facendo danni a destra e a manca; noi dell’A.E.F.T coniughiamo la formazione teatrale ad un approccio tecnico scientifico.

Grazie per essere stato con noi e in bocca al lupo per la tua carriera di formatore e attore!

Grazie a voi dell’intervista. Grazie infinite!

Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

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