Matebox, la scatola “magica” ideata da Matteo Scapin
Un supporto tra musica e apprendimento, Matebox è la scatola per bambini con diversità speciali ideata da Matteo Scapin
Matteo Scapin è un produttore e live performer molto attento al mondo musicale ma anche al mondo dei bambini. Da una sua idea è nato Matebox, una scatola apparentemente semplice, ma al cui interno interagiscono una serie di fonti di apprendimento attraverso musica, suoni e immagini. Uno strumento polifunzionale che lavora attraverso le immagini, le parole scritte, anche in Braille per ampliare le capacità comunicative, conoscitive e ludico-musicali dei bambini.
L’idea è nata durante il lockdown e mentre lavorava all’interno del suo laboratorio Music4All orientato all’incontro con le necessità speciali di alcuni bambini. Abbiamo rivolto alcune domande all’artista Matteo Scapin, che oltre a Matebox, continua il suo lavoro nel mondo musicale.
Ciao Matteo, benvenuto sulle pagine di CulturSocialArt. Ho letto con attenzione le informazioni che mi sono arrivate sulla tua scatola che io definirei “magica”, Matebox. Com’è nata l’idea della scatola stessa?
Ciao, grazie mille per la definizione di “magica”!
Matebox è nata dall’esigenza di avere uno strumento che unisse diversi aspetti che sviluppavo attraverso il mio laboratorio ludico musicale “Music4All”, l’aspetto comunicativo, conoscitivo e ovviamente musicale. Mi serviva un metodo per dare la possibilità ai bambini e ai ragazzi dei miei laboratori di creare un nuovo modo di esprimersi, così durante il periodo della prima quarantena ho iniziato a creare questo prototipo.
Unire la musica alla comunicazione è un processo simbiotico, come gestirlo in presenza di bambini e in particolar modo di chi ha necessità speciali?
La musica è un linguaggio universale, in questi anni di lavoro con bambini e ragazzi con necessità speciali ho visto come le attività musicali danno l’opportunità di esplorare se stessi, di confrontarsi, di esprimersi e di relazionarsi con gli altri.
La musica non è solo un insieme di suoni e note, ma è molto di più. Con la musica non si trasmettono solo melodie, ma idee e messaggi.
Sulla scatola si possono posizionare otto “schede” che, come detto sopra, presentano immagini e testo, alcune solo testo. Come hai scelto le parole, i verbi da inserire?
Le parole da inserire per la parte comunicativa mi sono venute in mente lavorando a stretto contatto con un ragazzo autistico, ho portato i suoi bisogni in queste 8 schedine (PECS), per la parte educativa invece ho inserito varie materie scolastiche.
Come è stata accolta la Matebox dai tuoi ragazzi? E dai genitori?
La mia Matebox fin da subito ha suscitato molto interesse sia dai genitori sia dai ragazzi, la “scatola” la sto testando tutt’ora con più ragazzi e bambini con e senza disabilità, ogni volta che la testo mi piace vedere gli sguardi dei bambini, lo stupore e la meraviglia che hanno nei confronti di Matebox mi dà la carica per non fermarmi.
Il lockdown è stato un periodo molto faticoso soprattutto per i bambini che hanno necessità speciali, come lo hai vissuto con il tuo laboratorio?
Purtroppo anche il mio laboratorio ha subito un arresto forzato causa Covid, per fortuna mi sentivo spesso con loro tramite Skype o Zoom cercando di non perdere i progressi fatti fino ad allora…non è stato semplice per nessuno.
Quali sono gli effetti più evidenti che la musica ha sui bambini?
Gli effetti che la musica ha sui bambini sono molti, prima di tutto, anche nei miei laboratori vedo che i bambini al termine delle attività sono più tranquilli, penso che la musica sia importante nella costruzione della base emotiva dei bambini e che li aiuti ad acquisire un senso di fiducia in se stessi, oltre a rafforzare l’autostima. Questo succede spesso quando prendendo in mano uno strumento musicale, dal tamburo, alla tastiera e altri strumenti, si sentono appagati.
Da musicista quale sei, cosa si potrebbe fare per la musica e per i bambini in un prossimo futuro? Quali potrebbero essere idee e progetti per coinvolgerli?
Io penso che la musica sia fondamentale per i bambini, penso che i bambini fin dal primo giorno di nascita dovrebbero ascoltare musica, questo per stimolare l’intelligenza musicale. A tre anni di età si potrebbero proporre attività come imparare canzoncine, suonare semplici strumenti, ma anche muoversi a tempo di musica. Altro valido aiuto potrebbe essere dato dai libri onomatopeici, che contengono parole che evocano un suono, un rumore o un verso di un animale. Fino ad arrivare per i bimbi più grandi a riconoscere le note, cantare in un coro ed imparare a suonare uno strumento vero e proprio.
Grazie e in bocca al lupo per tutto!
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