Pinocchio che cos’è una persona?
Il teatro sociale è il modo per raccontare con autenticità la vita
Narni Città Teatro tra le sue tante offerte, quest’anno ha proposto anche spettacoli ad impatto sociale attivo, ospitando compagnie formate da attori diversamente abili. Uno di questi è andato in scena al Teatro Manini di Narni il 15 giugno, Pinocchio, che cos’è una persona? di Davide Iodice, che ha messo in scena spaccato di realtà molto spesso posto in secondo piano, nascosto alla vista dei più. In scena la Compagnia Scuola elementare del teatro/ Conservatorio popolare per le arti della scena produzione Interno 5 e Teatro di Napoli – Teatro Nazionale.
Gli attori in scena sono ragazzi diversamente abili che raccontano le loro vite, i loro sogni, le loro aspettative, attraverso i loro modi di comunicare. Con questa diversificazione del termine, che aveva tra i suoi predecessori handicap, divenuto nel tempo handicappato in senso dispregiativo, si mostra in modo più netto un’accettazione e consapevolezza della persona, dell’umanità, che viene evidenziata e resa unica.
Diversamente abili sono tutti quelli che, non hanno quelle classiche abilità uguali per tutti, che non svolgono un compito come la maggior parte delle persone, ma che, a causa di un impedimento, fisico o cognitivo, cercano di farlo trovando un’alternativa, appunto, in modo diverso e, per questo, mostrano abilità diverse. Si potrebbero citare una serie di personaggi che, circondati da familiari, amici, potenziano le loro abilità e si rendono partecipanti attivi della vita sociale.
Da alcuni anni agiscono, con sempre più impegno e sostegno, associazioni e persone che si dedicano a rendere la vita dei diversamente abili, più adeguata alle loro esigenze, più attenta, più vivibile ma anche visibile, da parte di chi, non vive e quindi non conosce situazioni come queste.
Il teatro è una delle realtà più presenti, ma anche le più utili. Se in passato i ragazzi diversamente abili erano relegati in casa, in classi differenziate, in luoghi lontani dalla vista dei cosiddetti “abili”, solo perché diversi, oggi la questione è diversa e molto più discussa. Accoglierli, integrarli, renderli partecipi della vita sociale è l’obiettivo che si sono date le persone che ogni giorno, lavorano insieme a loro, che ogni giorno rendono il loro mondo migliore, accogliente e integrante. Ecco allora, questi giovani pronti ad affrontare il giudizio di chi, ancora oggi, li osserva con occhi diversi, a volte amicali, a volte oppositivi.
Eppure ciò che si riesce a fare con loro, sono grandi passi, un’attenta integrazione che fa crescere la voglia e il desiderio di portare progetti, anche lunghi e impegnativi, nelle scuole, nelle case, nelle strutture che si impegnano a realizzare con loro, piccoli grandi sogni.
Uno di questi esempi, ci viene proposto da Davide Iodice, regista, drammaturgo, ideatore di un progetto che ha portato a Narni Città Teatro lo spettacolo incentrato sul burattino Pinocchio, realizzato con ragazzi diversamente abili, i loro genitori, parenti, amici. Pinocchio è il personaggio di Collodi, nato come marionetta, cresciuto tra cadute e immense bugie, votato alla realizzazione di un sogno, quello di diventare un bambino vero, che lo spinge ad affrontare mille avventure, ostacoli, distrazioni. Ma Pinocchio è anche il diverso che sogna di diventare uguale ai suoi coetanei.
Ad interpretarlo sono ragazzi reali, che ogni giorno affrontano il mondo cercando di viverlo, insieme ai loro genitori, parenti e amici, che li sostengono e che si preoccupano per loro, per realizzare piccoli grandi desideri: un’uscita con gli amici, una fidanzata, un viaggio, un lavoro, oppure riuscire a compiere azioni, come una corsa.
Nello spettacolo messo in scena da Iodice, sono concentrati questi sogni, queste speranze, questi impegni che servono a realizzare una delle loro aspirazioni. Ma non ci sono solo i loro sogni, ad accompagnarli ci sono soprattutto le loro difficoltà, la diffidenza con la quale vengono affrontate dagli altri. C’è anche la consapevolezza, messa nuda in scena, delle tante difficoltà e dell’impegno affrontati dalle famiglie, la stanchezza, la lucidità, la fatica di andare avanti giorno dopo giorno, cercando di seguire quella routine che ai diversamente abili dà certezza.
Il racconto che ne esce è una commovente rappresentazione che arriva dritta al cuore, senza dimenticarsi di passare per lo stomaco, aprendo la riflessione a successi e vittorie molte volte sottovalutati. Il diritto dei diversamente abili prende piede e racconta di sogni spesso irrealizzabili, almeno per la politica e società, di impegno e di futuro, parola che loro stessi usano con parsimonia, ma che la realtà distrugge. Tante piccole promesse, tanti piccoli desideri e diritti che sono accompagnati dalla realtà che potremmo identificare anche come un gigantesco Pinocchio, pronto a illudere e a mentire.
Sul palco salgono ragazzi che, con impegno, hanno intrapreso un lungo percorso di lavoro, durato anni, ma che li ha avvicinati, man mano, alla realizzazione di un piccolo sogno, quello di calcare i palcoscenici del teatro proponendo agli spettatori la loro storia. E gli spettatori, sensibili a queste riflessioni, si commuovono sovente e lasciano un pezzetto di cuore tra quegli immensi attori che si contendono la loro attenzione.
Un plauso immenso a Iodice e alla sua squadra, tutta, per aver costruito, insieme alle famiglie, un gruppo attento e preparato ad affrontare il mondo, augurandoci sempre che il mondo possa essere accogliente e inclusivo per tutti.
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