Selva, il nuovo progetto di Margine Operativo

Natura e arti performative si incontrano al Parco di Torre del Fiscale

Dal 7 al 21 aprile 2024, al Parco di Torre del Fiscale, si svolgerà Selva, il nuovo progetto artistico multidisciplinare di Margine Operativo, con al direzione artistica di Alessandra Ferraro e Pako Graziani.

Il progetto vede la connessione delle arti performative con la natura, attraverso performance, spettacoli e laboratori che interagiscono con il paesaggio naturale e archeologico di uno dei parchi di Roma, Parco di Torre del Fiscale, che vede nascere anche una connessione con green e sostenibilità. A parlarci del progetto i due direttori artistici che hanno risposto alle nostre domande.

Salve, che cos’è e cosa rappresenta il progetto Selva? E com’è nato e come si presenta al pubblico un progetto del genere?

SELVA // formati performativi nella natura urbana // è un progetto che nasce come ulteriore tappa del nostro percorso di riflessione e azione sulle possibili combinazioni, interazioni ed espansioni tra le arti performative contemporanee e gli spazi pubblici della città. È una ricerca che come gruppo artistico Margine Operativo proseguiamo da anni sia attraverso la creazione di spettacoli e video, sia curando il festival multidisciplinare Attraversamenti Multipli che dal 2001 si inserisce nei paesaggi urbani della metropoli di Roma.

Selva è strettamente connesso con il percorso delle ultime edizioni di Attraversamenti Multipli e alla sua prospettiva di relazione e dialogo tra le performing arts e la natura urbana, gli spazi verdi della città. Questo focalizza la sua attenzione sulle nuove generazioni di spettatori, i kids, e anticipa alcune traiettorie artistiche che innervano anche l’edizione 2024 di Attraversamenti Multipli, che si svolgerà dal 15 al 29 giugno, abitando e confrontandosi con gli straordinari paesaggi urbani, archeologici e naturali del Parco di Torre del Fiscale.

Lo spazio scenico per gli spettacoli è la natura, come lo è per i 3 laboratori organizzati. Come si concilia tutto ciò?

Ci interessa la ricerca su “cosa” avviene nel momento in cui una performance agisce senza la rete di protezione dello spazio deputato, in cui dialoga e interagisce con la natura urbana, quando diventa un corpo ed un elemento che si confronta con altri corpi ed altri elementi: paesaggio, piante, animali, in una relazione orizzontale e plurale. All’interno di questa traiettoria di sperimentazione si inseriscono anche i momenti di formazione che proponiamo immersi nella natura urbana.

La natura, forse, è lo spazio scenico più adatto ad alcune attività. Dove vuole arrivare la danza, il teatro, la musica, il circo contemporaneo interagendo con la essa?

In un’epoca come la nostra segnata a livello globale dall’emergenza climatica, crediamo che sia importante porsi in una dinamica di transizione verde, di sperimentazione e di invenzione di forme e pratiche più sostenibili di produzione e fruizione anche per l’universo delle arti performative contemporanee.

Cosa distingue uno spettacolo presentato a teatro da uno che viene realizzato in un parco? Quali possono essere i punti di forza? E per i laboratori è lo stesso?

Abitare la natura urbana attraverso performance e pratiche performative per noi significa aprire una riflessione concreta sulle relazioni possibili tra l’atto artistico, gli spazi di vita e le comunità. La postura cambia completamente. Proporre spettacoli in spazi pubblici crea una dinamica potente di interazione con “l’altro da sé”, questa dinamica relazionale, questo “soffio vitale” è impossibile da trovare in una dimensione spaziale e relazionale strutturata com’è un luogo deputato.

Cosa rappresenta per l’uomo moderno, il potersi riappropriare dello spazio verde delle proprie città?

Dovrebbe essere un diritto di tutti gli abitanti delle città e delle metropoli del pianeta terra poter usufruire e poter aver accesso a spazi verdi pubblici.

Tante sono le attività che animeranno il Parco di Torre del Fiscale, quali sono quelli che hanno richiesto una particolare attenzione per il verde?

Il progetto Selva è percorso da un filo verde che unisce tutte le azioni e le performance proposte, Selva si muove in un’ottica green e sostenibile.

Uomo e natura, due personalità che convivono sullo stesso pianeta. Cosa si deve aspettare la Natura dall’uomo?

Viviamo in un pianeta danneggiato e, come scrive Donna Haraway, l’unica soluzione è costruire trame relazionali con l’altro da sé: individui umani e altre specie. Non siamo autosufficienti, siamo una realtà complessa e articolata. Siamo tutt* interconnessi attraverso relazioni non lineari.

Grazie per essere stati con noi e in bocca al lupo!

 

info, prenotazioni e iscrizioni: lab@margineoperativo.net

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Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

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