1963, un viaggio nel passato

Se potessimo tornare indietro, dove andremmo? Sarebbe l’occasione per eliminare i rimpianti del passato?

Sabato 20 aprile alle 21.00 sarà in scena 1963 con Giacomo Seca e Sabrina Ponticelli, diretti da Claudia Genolini, su testo degli interpreti, per InCorti da Artemia diretto da Maria Paola Canepa, che si svolge al Centro Culturale Artemia dal 19 al 21 aprile. Il corto fa un viaggio al contrario, riportando i due protagonisti nel 1963. A parlare dello spettacolo sono gli autori e interpreti Giacomo Seca e Sabrina Ponticelli.

Salve. Perché vi siete iscritti a InCorti da Artemia?

Abbiamo trovato il bando InCorti per caso sul web. Abbiamo deciso di partecipare perché abbiamo pensato che fosse una bellissima opportunità per portare avanti un progetto nato per caso ma in cui crediamo molto.

Cosa vi aspettate dal festival?

In realtà quello che a noi interessa è portare noi stessi, nel senso che 1963 è stato il nostro primo progetto. È è un corto semplice, che racconta di cose semplici ma che tutti si ritrovano a vivere prima o poi nella vita. Lo abbiamo raccontato però con i nostri colori, con la nostra visione del mondo e dell’arte e quello che speriamo è che le persone riescano a divertirsi, a empatizzare con noi perché si tratta sempre di uno scambio reciproco.

Parliamo del vostro corto incentrato su un fantastico viaggio nel tempo, in questo caso il 1963. Che cosa rappresenta questa data?

Quel che rappresenta la data non possiamo dirlo perché si svelerebbe un po’ la direzione della storia. Ciò che possiamo dire è che non è quello che sembra, nel senso che non è una data e basta, ma è parte di una dinamica, di un gioco che si instaura tra i due protagonisti.

I due personaggi Alice e Leo, chi sono e cosa rappresentano?

Leo e Alice sono in un certo senso l’espressione di un periodo di vita che tutti attraversiamo, la fine dell’adolescenza, le ansie per il futuro, la ricerca della propria identità e del proprio posto nel mondo. Quindi tutta quella serie di dinamiche che solitamente si vivono dopo i vent’anni. Alice e Leo attraversano questo periodo di vita insieme, ma come spesso accade in questi casi, tra i dubbi e le incertezze, si rischia di perdere il momento giusto e la persona giusta.

Nel corto i due protagonisti cercano risposte nel passato della loro vita, ma è solo questo il motivo del loro tornare indietro nel tempo?

Probabilmente il senso del ritornare indietro nel tempo è anche un po’ la ricerca della purezza, della spensieratezza che per forza di cose si perdono crescendo. Noi siamo giovani quindi non viviamo ancora la condizione di Alice e Leo del futuro, ma confrontandoci con le persone adulte a noi più vicine ci siamo resi conto che uno dei sentimenti più comuni è quello del rimpianto.

E se voi poteste tornare indietro nel tempo, dove andreste e perché?

Io, Sabrina, credo che ritornerei all’età dei 6/7 anni, perché è quel periodo di vita in cui di solito sei circondato dalla tua famiglia e tutti i membri che la compongono sono lì, vorrei poter tornare indietro per godermeli un pochino di più.

Io invece, Giacomo, direi che tornerei a qualsiasi momento del mio passato dato che è costellato di errori.

Grazie e in bocca al lupo!

Grazie mille a te!

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Sissi Corrado

Responsabile del Blog Interessi tanti: lettura, scrittura, teatro, cinema, musica, arte, collezionismo, sociale, ecc.

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