Soffiando nel vento al Festival Teatramm’
L’immigrazione è uno dei temi che diventa protagonista al Festival Teatramm’
Soffiando nel vento, della Compagnia Arte & Dintorni, è il quarto spettacolo in scena al Teatro Marconi di Roma per il concorso Teatramm’, giunto alla sua seconda edizione. La compagnia umbra porta in scena l’opera prima di Marco Bisciaio, giovane attore membro della compagnia. Lo spettacolo ci porta a riflettere sulla situazione dei migranti e sulla dolorosa situazione di chi è costretto a lasciare la propria terra.
Ci addentriamo nella storia dello spettacolo rivolgendo alcune domande all’autore del testo Marco Bisciaio, anche regista dello spettacolo insieme a Marco Panfili.
Ciao Marco, passo a darti del tu e nel darti il benvenuto a CulturSocialArt, ti pongo una domanda che forse ti avranno già fatto. Hai deciso di affrontare nella tua prima opera un argomento molto discusso, eppure ancora poco compreso. Da dove nasce la tua esigenza di raccontare una storia così forte?
Ciao Sissi, è vero sicuramente l’argomento del nostro spettacolo è molto discusso, da tempo, ed è proprio questo che ci ha fatto riflettere quando ci siamo impegnati a portare in scena “Soffiando nel vento”; perchè per essere una tematica che è molto presente nella nostra società è ancora un qualcosa di molto incompreso, dove la politica e i social a volte diffondono una realtà che è fittizia e che non va a fondo della questione. Il nostro progetto nasce dalla voglia di informare ma anche di sensibilizzare e l’abbiamo presa come una “missione”.
Crediamo che il teatro debba avere anche una funzione sociale. Il tema della guerra e dell’immigrazione sono certamente temi molto delicati, soprattutto in questo periodo storico ma penso che il teatro abbia la forza di far arrivare in maniera più diretta e senza i filtri dei social e della tv, un messaggio che non vuole essere politicizzato, ma reale e diretto senza retorica
Hai conosciuto qualche migrante da vicino o c’è stata qualche storia che hai letto che ti ha particolarmente colpito?
Ho conosciuto alcuni migranti e la nostra associazione è sempre attiva nel sociale, ma lo spettacolo non è tratto da una storia vera e propria; è tratta dalla realtà dei fatti, dallo studio dei dati reali, è da questo che nasce il nostro spettacolo.
Spesso si parla a “sproposito” di questo argomento. Tu come lo hai voluto affrontare? Quali sono i punti che hai cercato di mettere in evidenza?
L’aspetto più importante credo sia mettersi nei panni degli altri e comprendere che dietro storie di questo tipo non può esserci nessun colore politico, perché quando a morire sono dei bambini non è la politica a rimetterci ma l’intera umanità.
Come hai costruito registicamente lo spettacolo insieme a Marco Panfili?
Devo dire che l’esperienza pluriennale nel teatro di Marco Panfili è stata fondamentale per la costruzione della pièce. Con Marco (vero regista della compagnia) ci siamo subito trovati ed insieme abbiamo lavorato soprattutto sull’emozioni che sono amplificate dalla musica e dalle luci, due punti fondamentali della storia.
Dalle informazioni che ho, un elemento importante dello spettacolo è la musica. Come hai unito musica e recitazione?
Alcune parti del testo sono state ispirate proprio dalla musica; sono state studiate, insieme a due grandi esperti della musica, Mauro Businelli e Michele Fumanti (che hanno registrato dal vivo le musiche per lo spettacolo) e sono state inserite nello spettacolo proprio per sottolineare i momenti di maggior emozionalità.
Quali sono i brani prescelti e perché li hai sentiti affini al tuo testo?
Sono soprattutto brani di musica classica e sono stati scelti perchè erano quelli che ci trasmettevano di più al momento dell’ascolto.
Cosa vorresti che arrivasse al pubblico e alla giuria di tutta la storia che porterete sul palco di Roma?
Spero che arrivi il nostro soffio nel vento, il nostro messaggio, al di là di tutto; spero che la nostra storia riesca ad emozionare il pubblico in sala e che alla fine gli rimanga qualcosa che va al di là della mera recitazione.
Teatramm’ è un’occasione, cosa sperate, come compagnia, di ricevere dal concorso e cosa, invece sperate di dare?
Teatramm’ è una bella occasione per far conoscere la nostra storia, siamo già così felici di poterne far parte, soprattutto in un periodo come questo dove il teatro c’è mancato un po’ troppo. È un’esperienza che sicuramente ci farà crescere e che magari ci farà conoscere altre realtà come la nostra con la quale stringere un’amicizia artistica.
Dopo questo concorso cosa ci sarà per Arte & Dintorni?
Dopo il Festival sicuramente torneremo in scena con lo spettacolo con cui avevamo aperto la stagione primaverile, “L’Hotel del Libero Scambio” di G. Feydeau, rimasto ai “box” a causa del covid e che speriamo di poter riprendere al più presto.
Grazie per averci dedicato il tuo tempo e in bocca al lupo!
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