Vi presento Joe Black, cos’è amore per la morte
Quando la Morte decide di andare in vacanza e scopre l’amore
Ci sono film che ti catturano sin dall’inizio e ti immergono in un mondo, quello dei sentimenti, in modo meraviglioso. Vi presento Joe Black è uno di questi. Si tratta di un film datato 1998 e che presenta al suo interno un cast stellare, quello dei grandi attori hollywoodiani, per intenderci: Brad Pitt, Anthony Hopkins, Claire Forlani, Jake Weber, Marcia Gay Harden, Jeffrey Tambor, David S. Howard, diretti da Martin Brest.
Quello del 1998 è un remake del film del 1934 “La morte in vacanza”, ispirato alla commedia di Alberto Casella, autore italiano, che lo scrisse nella sua villa estiva, considerata la villa delle streghe o, come viene soprannominata, la villa maledetta di Rocchetta Cairo (SV). Interessante intreccio tra i racconti di autori italiani e il grande cinema americano, che prende ispirazione e poi trasforma il tutto in un capolavoro.
La Morte (Pitt), terrore degli uomini, decide di andare in vacanza e di conoscere meglio il mondo degli uomini, quello dal quale li separa per sempre, così sceglie di farsi guidare nel suo viaggio da un uomo Bill Parrish (Hopkins) magnate delle comunicazioni e capace di insegnare alle persone che gli stanno accanto. E che Bill sia un grande comunicatore, lo vediamo subito, perché proprio all’inizio del film, l’uomo in elicottero insieme alla figlia Susan (Forlani), le parla dell’amore, in uno dei monologhi più belli e interessanti che si possano ascoltare. “Lo so che ti sembra smielato ma l’amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi. Io ti dico: Buttati a capofitto! Trovati qualcuno che ami alla follia e che ti ami alla stessa maniera!” Come trovarlo? Beh, dimentica il cervello e ascolta il cuore”.
È un padre che si sta occupando della figlia in modo deciso e che non vuole lasciarla in balia delle vicende, ma l’invita a vivere pienamente la sua, ricercando un sentimento, l’amore, quello che l’aiuterà a vivere una vita felice.
“Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente, beh, equivale a non vivere. Ma devi tentare perché se non hai tentato non hai mai vissuto” spiegherà l’uomo alla fine dei suoi suggerimenti.
E Joe Black/la Morte, vuole vivere appieno i giorni sulla terra, come un uomo, vuol scoprire cosa attrae gli esseri umani, cosa li tiene legati alla vita, e in questo modo cerca di vivere come loro. “Pensa solo a millenni moltiplicati per secoli connessi dal tempo senza fine, io esisto da allora”.
In tutto questo rientra anche la relazione tra Joe e Susan. I due si erano conosciuti una mattina e lui l’aveva corteggiata, ma quando Susan lo rivede a casa del padre, non lo riconosce, in fondo lui è diverso, ha solo preso il corpo del giovane che, poco dopo il loro incontro, è morto investito. La giovane non può saperlo e si allontana da quello che per un momento, le era sembrato un giovane interessante e del quale aveva ammirato modi e corteggiamento. Ma frequentandolo, se ne innamora. Lo stesso accade a Joe, che resta affascinato dalla giovane e non riesce a mantenere il patto che aveva stretto con il padre, di lasciarla stare.
È affascinante vedere il personaggio di Bill esaminare la sua vita, il suo lavoro, la cui azienda sta passando un periodo negativo, ma nonostante sappia che la Morte è lì per lui, il suo sforzo è quello di non arrendersi a nessuna delle sicure conseguenze. Altrettanto è vedere la Morte approcciarsi alle persone, alla vita e ai malati; la scena con la vecchia in ospedale, che lo riconosce come quello che è realmente e gli chiede di morire, gli permette di comprendere come viene visto da alcune persone, in questo caso le persone malate e anziane: liberazione dal dolore, dalla fatica.
L’indiscussa forza del film è l’interpretazione degli attori: sono insuperabili, capaci di immergere lo spettatore all’interno del film, con inquadrature in cui il solo sguardo emoziona. L’interpretazione di Hopkins è superlativa e spicca anche quella di Forlani. Si può continuare con la splendida colonna sonora che fa da sfondo alla storia. L’insieme lo rende uno dei film cult del cinema sentimentale internazionale.
Tra le location più interessanti del film c’è la piscina progettata da Dante Ferretti, un talento italiano, con dimensioni che rispecchiano la realtà e che è ancora funzionante.
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