A Roma due mesi tra natura e cultura
Laura Nardi e Sonia Barbadoro raccontano Itinerari, viaggio tra Natura, Arte e Cultura
Itinerari viaggio tra Natura, Arte e Cultura, è la rassegna multidisciplinare che animerà lo Spazio Sferocromia e Villa Doria Pamphili zona Monteverde Nuovo a Roma, dall’11 febbraio al 21 aprile, due mesi in cui le arti incontrano la natura e viceversa. Alla direzione della rassegna due donne, Laura Nardi e Sonia Barbadoro. Il loro progetto, vincitore dell’Avviso Pubblico Raccolta di proposte progettuali per la realizzazione di eventi, manifestazioni, iniziative e progetti di interesse per l’Amministrazione capitolina di rilevanza cittadina è promosso da Roma Capitale in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
All’interno del progetto tante iniziative che vedono coinvolti piccoli e grandi, nella visione di performance di spettacoli dove sono protagonisti l’ambiente, il rispetto della natura, la libertà e il riconoscimento dell’altro nella sua diversità, nonché la capacità di leggere la realtà attraverso l’umorismo. È un compito molto arduo e importante questo, perché deve far confluire sane pratiche di utilizzo della cultura con la natura, fondamento per la nostra stessa vita.
Una rassegna che porta in scena non solo il teatro, ma mostre di giovani emergenti e non, laboratori, e molto altro, aperti al pubblico e in particolare verso i più piccoli, coloro che sono il futuro del nostro mondo e quindi anche della cultura. Ho il piacere di avere qui, sulle pagine di CulturSocialArt, le direttrici dell’evento Laura Nardi e Sonia Barbadoro a cui do il benvenuto.
Salve, è partito l’11 febbraio Itinerari viaggio tra Natura, Arte e Cultura, che cosa rappresenta per voi?
Laura: Rappresenta l’inizio del viaggio. Finalmente la barca è salpata. Costruire una rassegna multidisciplinare prevede un tempo di gestazione e preparazione lungo e difficile. La burocrazia anche quando necessaria alle volte è nemica della creatività. Ora però la nave è in mare e possiamo gioire del lavoro di tutte le ariste e gli artisti che hanno aderito al progetto e del pubblico che ieri (11 febbraio ndr) è accorso in risposta a quell’urgenza che tutti abbiamo di nuove idee in nuovi spazi.
Al centro della manifestazione ci sono l’ambiente, il rispetto della natura, la libertà, la diversità, temi fondamentali, come vengono affrontati?
Sonia: La chiave per contenere queste tematiche è l’arte in alcune delle sue manifestazioni, la pittura, i libri e il teatro nella fattispecie di ITINERARI. Abbiamo strutturato delle domeniche virtuose in cui poter scegliere liberamente una o tutte le attività che promuoviamo. Lo sguardo è sempre rivolto alla condivisione e alla creazione di conoscenza, sia in termini di consapevolezza che di informazione, e crediamo profondamente che l’arte sia una porta d’accesso privilegiata. L’arte non è mai divisiva perché comunicando attraverso immagini ed emozioni, stimola in chi ne fruisce una risposta empatica e l’empatia è la base per la costruzione di rapporti e codici comunicativi rispettosi e inclusivi.
Gli spettacoli a chi sono rivolti? E i laboratori?
L.: Abbiamo creato un programma che prevedesse il coinvolgimento di tutte le fasce d’età. La mattina è sempre dedicata ai più piccoli e alle loro famiglie, sia si tratti di laboratori che di spettacoli. Il pomeriggio le attività sono diversificate in incontri pittorici e letterari, il target di riferimento è più adulto. Parliamo di cosa vuol dire essere un artista, le sfide del processo creativo. O grazie agli incontri letterari affrontiamo i temi più urgenti a cui la nostra società è chiamata a rispondere: dal clima alla violenza e al lavoro. La sera torniamo a rivolgerci ad un pubblico più intergenerazionale.
Molta attenzione avete riservato ai bambini, come cercherete di coinvolgerli nel mondo dell’arte, del teatro?
L.: Già da alcuni anni come associazione abbiamo ideato progetti di teatro partecipato in cui piccoli e grandi vengono coinvolti attivamente nell’atto della creazione artistica. Per esempio il progetto “Il Cacciatore e la fata” che si terrà ad aprile, è preceduto da un laboratorio intensivo di teatro che sarà propedeutico al coinvolgimento nella performance prevista a Villa Pamphili.
Avete dato particolare attenzione anche alle famiglie…
S.: Certo, la famiglia in quanto raggruppamento di persone legate da vincoli profondi, è specchio della società e siamo convinte che, oggi più che mai, ci sia la necessità di partire dal piccolo per influenzare positivamente il grande. Poter trascorrere una domenica in cui le diverse età che convivono all’interno di un gruppo familiare trovano spazio e azione, in un clima di condivisione, è un’occasione di ristoro dell’anima. Le attività che proponiamo hanno il pregio di fondarsi tutte su un terreno di “leggerezza” dove per leggero si intende ovviamente non superficiale bensì ludico, nutriente e con quel sano distacco che consente di veleggiare sulle fatiche del tempo attuale, insieme agli altri, con divertimento e la giusta dose di riflessione.
Uno dei luoghi prescelti è lo Spazio Sferocromia, uno studio d’arte. Come è nata la collaborazione con Umberto Ippoliti?
L.: A Roma c’è fame di spazi. Tutte le associazioni sono sempre in cerca di un luogo dove approdare, ma la Città non sembra essere in grado di rispondere a questa urgenza, anzi… Chiudono teatri, chiudono librerie, centri culturali. In questo continuo guardarsi, cercarsi, stringere alleanze per andare avanti, Federico Raponi, giornalista, libraio e curatore degli incontri letterari, ha chiamato vari artisti tra cui noi e nel luglio dello scorso anno ci ha presentato l’artista Umberto Ippoliti che da un anno aveva aperto il suo atelier a Monteverde vecchio. Anche Umberto cercava nuovi collaboratori. Abbiamo immaginato in quel luglio afoso, la possibilità di realizzare una rassegna multidisciplinare a Sferocromia. Aver vinto Avviso Pubblico “Raccolta di Proposte progettuali per la realizzazione di eventi, manifestazioni, iniziative e progetti di interesse per l’Amministrazione capitolina di rilevanza cittadina” promosso da Roma Capitale in collaborazione Zètema Progetto Cultura, ci ha permesso di trasformare il sogno in realtà.
E poi tanta natura all’interno di Villa Doria Pamphili, tra il verde e i sentieri del parco. Come vivete voi il rapporto con la natura? E con l’arte?
S.: Villa Pamphili è uno dei tesori più preziosi di questa città. Anche gli animi meno affini alla natura non possono restare indifferenti al suo fascino. Ambientare le domeniche di aprile all’interno di questo parco ci sembrava necessario, non solo per rispettare la missione del progetto, ma soprattutto per offrire la possibilità di connettere i sensi in risveglio dopo l’inverno ancora una volta all’esperienza artistica. Il risveglio della natura coglie infatti quello che l’arte porta con sé costituzionalmente: lo stato nascente. Personalmente quando sono in stallo, quando dopo una fatica o anche dopo un grande vuoto, ho bisogno di rimettere in moto la creatività, passeggiare tra gli alberi e il verde è garanzia della ripresa veloce e del rinnovamento delle idee e delle energie.
Cosa vi aspettate da questa manifestazione?
S.: Ci aspettiamo di aver esaudito il bisogno di incontro che, post pandemia, sentiamo urgente, in noi e negli altri. E di averlo fatto attraverso ciò che amiamo fare e che sappiamo fare. Non c’è niente di più potente della sincerità delle proprie azioni per attirare a sé energie affini. Perciò mi piace chiamare le nostre domeniche “virtuose”, perché proponiamo esattamente ciò che vorremmo ricevere nel tempo e ne luogo della città e del quartiere che viviamo.
Grazie per essere state con noi e in bocca al lupo!
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