Il privilegio di amarsi ad ogni età
La signora Harris va a Parigi, una favola sulle donne mature
Da tempo immemore le attrici di una certa età, lamentano la mancanza di ruoli nelle storie che animano il cinema, le serie tv, ed anche il teatro. Un fatto che fa riflettere perché, in questo modo, la società moderna, così restia ad accettare la vecchiaia, relega la donna ad un ruolo di vita finito, per lasciar posto alle giovani, più piacenti e di sicuro interesse di uomini di ogni età. Ebbene sì, se l’uomo invecchiando diventa più affascinante, con quella ruga che solca la sua fronte, con quei capelli brizzolati che lo accompagnano nel suo trascorrere della vita, con la sua esperienza, i suoi successi, l’avanzare dell’età della donna viene vista solo come la decadenza di una persona.
Ed ecco che da sempre le donne si cimentano nella caccia all’espediente che può ringiovanire. Ricompaiono allora i rimedi della nonna, tramandati da anni come il latte di asina, l’olio, l’acqua di rose, o quelli che la scienza offre oggi: tiratine alla pelle, silicone, insomma, tutto per ritornare più giovani, per riprendere quella vita che sembra abbandonarci, che sembra finita già a cinquant’anni.
Se poi aggiungiamo la parte emotiva e sociale affidata alle cinquantenni, ormai donne fatte che non dovrebbero più osare perché non sono più giovani e quindi niente abiti che indossavano in “altre” età, ma più seriosi, più da donne adulte, la frittata è fatta. Non sono più ragazzine, non sono più giovani, non possono continuare ad essere loro stesse in quello che è il loro essere, ma devono adeguarsi allo stile della società che le vuole madri, seriose, impegnate. Niente discoteca, niente serate fino a tardi, niente feste sfrenate, ma semplici cocktail, serate pacate e molto noiose, il resto è riservato agli uomini, a cui è permesso sfrenarsi, corteggiare, divertirsi fino alla fine dei loro giorni. Eppure le cose non sono proprio così.
A parlarci delle donne, del loro voler vivere, divertirsi, trascorrere serate intense, ma anche giornate spensierate, ricche di sogni, desideri e ancora alla ricerca di amore, anche se sole, ci pensa il film su Netflix, La signora Harris va a Parigi, una semplice e divertente ma anche attenta commedia, dedicata alle donne, quelle non più giovani, quelle che si sentono vicine alle persone con le quali condividono la loro vita, quelle che sono sempre disposte a fare tutto per gli amici e la famiglia, che si sentono legate all’uomo che hanno sposato anche se ormai deceduto, quelle che sono tanto buone e aiutano senza ricevere nulla in cambio.
La signora Harris vive a Londra, lavora rammentando, facendo la cameriera. Ha superato la cinquantina, vive da sola da quando suo marito è partito per la guerra e di lui, anche se la guerra è finita da un po’, non sa nulla, eppure gli resta fedele. Certo, direte voi, ma cosa poteva accadere a donne d’altri tempi? Cosa potevano fare, come potevano vivere? Se riflettiamo, niente è più o meno cambiato, tranne che nell’accettare o meno la scelta delle donne stesse, nell’essere protette, ma qui si fa per dire, dalla legge, che ne riconosce l’autonomia, la libertà, il valore.
La signora Harris ha un sogno, poter indossare un abito di Dior, si, del famoso atelier francese. Un abito costoso, ma elegante e sinuoso, qualcosa che abbagli. È un sogno futile? Chissà, ma è un sogno che lei stessa realizza andando a risparmiare ogni centesimo del suo guadagno onesto, e anche con un po’ di fortuna, che diciamocelo, non guasta mai.
In questo racconto, siamo consci che quella della signora Harris è una favola che non vede la giovane ragazza protagonista, quanto gregaria della protagonista, la mamma, la nonna, insomma, la donna matura che non ha smesso di divertirsi, di sognare e di resistere per la realizzazione del suo desiderio.
Appare quindi inevitabile porre l’attenzione su una sceneggiatura che racconta in modo semplice, attraverso una commedia, la favola di una donna che non ha paura del tempo che passa, che non si sente né più né meno di un giovane che ha cominciato a camminare ora sui sentieri della vita, che si guarda allo specchio e si vede ancora pronta a vivere, ad innamorarsi, a combattere.
Non c’è scelta che non metta in discussione e quando parte con lo sciopero, non si tira indietro, perché in gioventù ha già dato, ma si schiera senza mezzi termini accanto a lavoratrici e lavoratori. È la donna che non ha paura di sedere accanto a persone che sono più ricche di lei, in fondo fa la cameriera e siede alla sfilata con le signore e accanto ad un distinto uomo della nobiltà. No, lei crede nella parità, nel giusto lavoro e nelle opportunità, anche a cinquant’anni.
Ed è questo che si ammira in questa commedia, la possibilità di continuare ad essere affascinanti, se stesse, divertenti e ricche di iniziative a qualsiasi punto della vita in cui si è. E allora viva la favola della signora Harris che va a Parigi per realizzare il suo sogno, impegnata a supere tutte le difficoltà che le si presenteranno. Viva le donne che non si arrendono al passare del tempo, che non lo affrontano cercando di trasformarsi in qualcuna che non sono mai state, che non hanno paura delle rughe, del capello bianco, della vita.
Titolo: La signora Harris va a Parigi
Paese: Regno Unito, Canada, Francia, Ungheria, Belgio, Stati Uniti d’America
Anno: 2022
Genere: drammatico, commedia
Durata: 115’
Regista: Anthony Fabian.
Attori: Lesley Manville, Isabelle Huppert, Lambert Wilson, Alba Baptista, Lucas Bravo
Sceneggiatura: Carroll Cartwright, Anthony Fabian, Keith Thompson, Olivia Hetreed
Soggetto: dal romanzo di Paul Gallico
Fotografia: Felix Wiedemann
Montaggio: Barney Pilling
Musiche: Rael Jones
Costumi: Jenny Beavan
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